Si è già conclusa l’avventura di Ivanisevic sulla panchina di Berdych. Nell’agosto 2016 la moda dei supercoach aveva investito anche Tomas Berdych. Dopo il licenziamento di Dani Vallverdu il tennista ceco aveva annunciato – abbastanza a sorpresa – la scelta di iniziare una collaborazione con Goran Ivanisevic, croato vincitore a Wimbledon nel 2001 e capace di portare Marin Cilic a vincere il primo e unico Slam della sua carriera. Se poteva sembrare comprensibile il proposito di Berdych, destinato a iniziare la fase discendente della sua carriera, meno brillante sembrava la scelta di Ivanisevic. Il buon Goran avrebbe avuto davvero qualche chance di impattare sulla carriera di un tennista che aveva già – probabilmente – offerto il suo meglio, fermandosi a un passo dai grandi successi?
I fatti hanno dato ragione agli scettici. Negli ultimi dieci mesi Berdych ha conquistato un solo titolo in ottobre a Shenzhen, lasciando piuttosto la sensazione che la sua incredibile aura di continuità ad alti livelli, sebbene non condita da successi di prestigio, fosse sul punto di esaurirsi. Prima l’uscita dalla top 10, ora il rischio di uscire dalla top 15 a fine Roland Garros. Una sola vera fiammata in questo 2017 a Miami, quando era stato a un soffio dal battere l’imbattibile Roger Federer di inizio stagione. Poi la terra, che non ha mai amato, la sconfitta a Parigi per mano di Khachanov e ora l’annuncio su Twitter della fine del rapporto con Ivanisevic.
News from my team…🎾✔️#tbteam pic.twitter.com/vnSNRRXgdh
— Tomáš Berdych (@tomasberdych) June 5, 2017
Queste le parole del ceco: “Io e Goran non lavoreremo più insieme. Ho apprezzato il periodo passato insieme e rimarremo grandi amici. Gli auguro tutto il meglio per il futuro mentre io sono già impegnato a seguire i miei obiettivi con il mio team”.