Arrivati nella seconda parte di giugno, con due Slam su quattro già archiviati e cinque Masters 1000 su nove già disputati, si può ben dire si sia a metà della stagione tennistica, un lasso temporale sufficiente per provare a stilare un primo bilancio di come questo 2017 stia andando per il nostro tennis.
Nel settore maschile, oggetto di questa analisi, nel circuito maggiore abbiamo avuto sin qui poche soddisfazioni: in ordine cronologico, gli ottavi di Seppi agli Australian Open, la finale all’ATP 250 di Quito da parte di Lorenzi e, principalmente, la semi a Miami di Fognini e le sue tre vittorie stagionali contro top ten (Tsonga ad Indian Wells, Nishikori in Florida e il numero del mondo Murray a Roma). Maggiori le gioie arrivate dal circuito minore, quello dei Challenger, dove abbiamo vinto sinora ben 6 titoli: il primatista azzurro al momento è Thomas Fabbiano, il quale ne ha conquistati ben tre, tutti sul cemento all’aperto: a marzo a Quanghzou (Cina), a maggio a Gimcheon e Seoul (Sud Corea). Oltre al pugliese, hanno vinto un torneo Challenger a testa, tutti giocati sulla terra battuta, Stefano Travaglia ad Ostrava, Marco Cecchinato al Tc Garden di Roma, Paolo Lorenzi a Caltanissetta. Questi successi, assieme ad una serie di altri ottimi piazzamenti nei Challenger, spiegano perché proprio lo scorso lunedì la pubblicazione delle nuove classifiche dell’ATP abbia allietato il tennis italiano, che posizionava ben sei tennisti azzurri tra i primi 100 ATP. Un numero decisamente alto, inferiore solo agli 11 della Francia, ai 9 degli Stati Uniti e agli 8 della Spagna, movimenti tennistici storicamente fortissimi, e pari ai 6 dell’Argentina.
Curioso notare come oltre a Paolo Lorenzi, divenuto lunedì 33 ATP, anche le due new-entry azzurre tra i migliori cento, Thomas Fabbiano (93) e Alessandro Giannessi (99), abbiano raggiunto questa settimana il loro best ranking, a riprova di una particolare congiuntura positiva per il nostro tennis. Non accadeva dalla classifica dell’11 febbraio 2013 che avessimo una presenza così numerosa di tennisti italiani nella top 100 e, oggi come allora, i primi 3 azzurri, sebbene con diverso ordine da quello attuale, erano gli stessi di oggi. Quasi quattro anni e mezzo fa avevamo Seppi al 18°posto, Fognini al 44° e Lorenzi al 56°, ai quali facevano compagnia Simone Bolelli (80), Filippo Volandri (88) e Flavio Cipolla (99): un’ulteriore testimonianza di quanto Andreas, Fabio e Paolo – soprattutto i primi due – abbiano fatto per tirare avanti la carretta del tennis italiano in questo decennio e di quanta gratitudine si debba loro per aver visto costantemente la bandiera azzurra presente nei grandi tornei. Contestualmente, lo stesso dato fa però emergere anche un po’ di preoccupazione per il futuro, in quanto il ligure ha da poco compiuto 30 anni e gli altri due sono pluritrentenni: non compaiono all’orizzonte possibili vincitori di Slam ma nemmeno giovani 20enni capaci di fare immaginare di poter ripetere quanto fatto da Seppi e Fognini, che a 20 anni erano già stabilmente nella top 100. In ogni caso, il dato di 6 italiani nella top 100 resta comunque soddisfacente, sebbene Fabbiano, Cecchinato e Giannessi abbiano fatto sinora solo da comparse nel tennis che conta, totalizzando complessivamente nel 2017 solo 10 partite nel circuito maggiore, vincendone appena 3. Per capire l’eccezionalità di questo numero di giocatori azzurri nella top 100, è utile dare un’occhiata alla tabella preparata di seguito, nella quale sono contenuti i dati degli ultimi 30 anni, relativi alle posizioni nel ranking di nostri giocatori a fine stagione.
Classifiche finali | Ita Top 30 ATP | Ita Top 50 ATP | Ita Top 100 ATP |
2016 | 0 | 2 | 3 |
2015 | 2 | 2 | 5 |
2014 | 1 | 2 | 4 |
2013 | 2 | 2 | 3 |
2012 | 1 | 2 | 6 |
2011 | 0 | 2 | 5 |
2010 | 0 | 1 | 4 |
2009 | 0 | 1 | 5 |
2008 | 0 | 2 | 4 |
2007 | 0 | 3 | 5 |
2006 | 0 | 1 | 5 |
2005 | 0 | 2 | 4 |
2004 | 0 | 1 | 2 |
2003 | 0 | 1 | 2 |
2002 | 0 | 1 | 1 |
2001 | 0 | 0 | 3 |
2000 | 0 | 1 | 2 |
1999 | 0 | 0 | 3 |
1998 | 0 | 2 | 3 |
1997 | 0 | 0 | 3 |
1996 | 0 | 1 | 2 |
1995 | 2 | 2 | 3 |
1994 | 1 | 2 | 4 |
1993 | 0 | 0 | 3 |
1992 | 0 | 1 | 5 |
1991 | 1 | 2 | 5 |
1990 | 0 | 1 | 3 |
1989 | 0 | 2 | 3 |
1988 | 0 | 0 | 2 |
1987 | 0 | 0 | 3 |
Si osserva facilmente come il nostro movimento non sia affatto abituato a produrre un tal numero di tennisti nella top 100: come si vede, nelle ultime tre decadi prese in considerazione, è accaduto solo nel 2012 che 6 giocatori italiani abbiano concluso la stagione tra i primi 100. Paradossalmente, nel 2017 vi è anche la possibilità di fare meglio di 5 anni fa e sostanzialmente di tutto il periodo analizzato, rendendo dolce quest’anno, nell’attesa ormai stanca dell’avvento di campioni che continuano a non palesarsi. Nel 2012 infatti avevamo un solo top 30, Seppi: in questa stagione, assieme alla presenza di 6 tennisti nella top 100, con Lorenzi attualmente così vicino alla top 30, si potrebbe formare con Fognini una coppia di giocatori nella top 30, circostanza accaduta solo due volte: nel 2013 con il ligure e l’altoatesino, e nel 1995, quando Gaudenzi e Renzo Furlan terminarono entrambi tra i primi 30 giocatori del mondo. Come si evince facilmente dalla tabella, però, sia nel 2013 che nel 1995 avevamo solo un altro giocatore nella top 100 (rispettivamente Lorenzi e Pescosolido), a differenza di quanto sta accadendo fortunatamente in queste settimane.
Per provare poi a fare una proiezione considerevolmente plausibile sulle chances di poter avere un 2017 soddisfacente dal punto di vista di giocatori azzurri presenti nella top 100, può essere utile dare uno sguardo alla Race: come è noto, essa considera solo i risultati ottenuti dai tennisti nell’anno solare. Quando siamo ormai entrati nella seconda metà del calendario tennistico, la Race aiuta a rendersi conto della classifica dei giocatori al netto delle “cambiali” di punti da difendere da qui a fine ottobre e, conseguentemente, delle maggiori o minori opportunità di migliorare il proprio ranking. Nulla di definitivo, essendoci ancora decine e decine di migliaia di punti da assegnarsi da qui al termine del 2017, ma indicazioni utili possono senz’altro trarsi. Abbiamo dunque preparato una tabella nella quale riportiamo e confrontiamo le classifiche dei migliori tennisti azzurri attualmente posizionati in uno dei due ranking pubblicati settimanalmente dall’ATP e le indicazioni che se ne traggono sono per fortuna confortanti.
Giocatore |
Ranking ATP Singles
19-06-2019 |
Ranking ATP Race
19-06-2019 |
Differenza |
Fabio Fognini | 27 | 25 | +2 |
Paolo Lorenzi | 33 | 34 | -1 |
Andreas Seppi | 85 | 81 | +4 |
Thomas Fabbiano | 93 | 57 | +26 |
Marco Cecchinato | 97 | 85 | +12 |
Alessandro Giannessi | 99 | 106 | -7 |
Luca Vanni | 118 | 98 | +20 |
Stefano Travaglia | 155 | 114 | +41 |
Stefano Napolitano | 158 | 138 | +20 |
Matteo Berrettini | 233 | 152 | +81 |
Salvatore Caruso | 197 | 167 | +30 |
Gianluigi Quinzi | 240 | 179 | +81 |
Federico Gaio | 160 | 231 | o |
Infatti, si vede bene che tra i giocatori presi in considerazione e attualmente nei primi 100, solo Lorenzi e Giannessi (soprattutto il secondo), abbiano un leggero saldo “negativo” tra la posizione che occupano nella classifica ATP e in quella ricoperta nella Race. Risulta confortante però osservare innanzitutto come Fabbiano, che ha pochissimi punti da difendere da qui a fine anno, abbia interessanti margini per continuare a migliorare la sua classifica, migliore di ben 26 posizioni se si considerano i risultati del solo 2017. E se Giannessi ha in scadenza la vittoria al Challenger di Szczecin (a settembre) e la finale a quello di Ortisei (novembre) e nella Race non è tra i primi 100, nello stesso ranking fa comunque attualmente capolino Luca Vanni, al 98° posto, lasciando a sei il numero di italiani tra i primi 100 anche nella Race. Potremmo addirittura pensare di fare meglio a fine anno: il classe 91 Stefano Travaglia, dopo una carriera costellata sin qui di infortuni, sembra aver pagato il suo conto con la sfortuna, come ha mostrato la sua vittoria di Ostrava e potrebbe pure affacciarsi per la prima volta nei 100, trovandosi al 114° posto nella classifica dei punti accumulati nel solo 2017. Più in generale, ad eccezione di Federico Gaio, che a luglio deve difendere le due pesantissime cambiali delle vittorie del 2016 nei Challenger a Biella e San Benedetto, rischiando di uscire dai 200, tutti i nostri giocatori hanno un nettissimo saldo positivo tra la classifica degli ultimi 12 mesi e quella del 2017: come si evince esaminando i dati della tabella, sia Salvatore Caruso, classe 92, che i nostri migliori giovani, Matteo Berrettini, Stefano Napolitano e Gianluigi Quinzi, hanno ottime speranze di incrementare entro la fine dell’anno notevolmente il loro attuale ranking.
Ripetiamo purtroppo spessissimo e da tempo immemore il detto “chi si contenta gode”, e se ci sintonizziamo su un tal modo di pensare, l’analisi di questi dati ci può far sperare che questo 2017 si riveli davvero un’ottima annata per il nostro quasi mai vincente tennis italiano.