Verde Djokovic, nuova vita: “Io sfavorito? Una liberazione” (Riccardo Crivelli, Gazzetta dello Sport)
La ricerca della felicita val bene una piccola rivoluzione. Novak Djokovic, dal 2010, aveva sempre deciso di approcciare Wimbledon senza giocare nessun altro torneo sull’erba (non una novità: Borg ha vinto cinque volte a Londra e non ha mai disputato partite sui prati al di fuori dei Championships), e i risultati lo hanno confortato: tre successi e una finale persa in sei anni. Ma era un altro Nole, vestito dei panni del dominatore. I dubbi dell’ultimo anno, le troppe sconfitte, i radicali cambiamenti tecnici con l’addio di Becker e Vajda e l’arrivo di Agassi richiedevano un test che non rendesse l’approdo a Church Road troppo carico di dubbi.
Gli organizzatori di Eastbourne, il meno fascinoso degli appuntamenti che precedono lo Slam di luglio, sono stati ben lieti di attribuirgli una wild card, ottenendo la presenza di un top four in classifica addirittura dal 1998 (Rios, allora 2 al mondo). E lui li ripaga con un facile successo (in due giorni causa pioggia) al debutto contro Pospisil, non un cliente da sottovalutare sull’erba. E infatti il Djoker è soddisfatto: «Per essere la prima uscita sulla superficie è andata molto bene. Mi sono allenato duramente in questi giorni, soprattutto mi sento liberato, perché arrivare a Wimbledon senza essere il favorito è un bene, in questo periodo di cambiamenti. Ma non allontano la pressione, fa parte di me e mi piace».
Per il consueto meccanismo di Wimbledon, che tra gli uomini oltre alla classifica premia anche i risultati passati sui prati, Djokovic sarà testa di serie numero due nonostante il quarto posto nel ranking. Murray, per la prima volta in carriera, guiderà il seeding, con Nadal tre e Federer quattro, quindi con la possibilità di ritrovarsi solo in finale. L’infortunio di Cuevas (promosso Verdasco) fa salire di un posto Fognini (ora numero 28) mentre Lorenzi realizza uno dei suoi sogni di stagione e chiude la lista da numero 32 (…)