V. Azarenka b. H. Watson 3-6 6-1 6-4 (Paolo Di Lorito)
Victoria Azarenka torna nella seconda settimana di uno Slam dopo gli Australian Open del 2016, e lo fa con una vittoria sofferta contro Heather Watson. La stessa che aveva fatto vedere i sorci verdi a Serena nel 2015 e si è ripetuta anche oggi, ma ancora una volta non è riuscita a superare lo scoglio del terzo turno. La tennista di casa, visti i 4 precedenti tutti vinti nettamente dalla bielorussa non partiva favorita, ma considerando il boost (la spinta) del pubblico di casa, c’era molta incertezza e Flavia Pennetta le dava entrambe al 50 e 50. Per rimarcare il feeling della numero 102 del mondo con questa superficie è interessante far notare che lei in carriera ha giocato più match della sua avversaria sull’erba – 71 a fronte di 56 – anche se le sconfitte sono circa il doppio.
Sull’onda del match epico giocato dalla sua connazionale Konta due giorni fa su questo campo, Watson parte fortissima soprattutto alla battuta mentre Azarenka, con tutte le star del rugby presenti sugli spalti, sembra voler fare impressione su di loro mandando spesso la palla alta e fuori di metri. Questi eclatanti errori le costano un break al secondo game, nonostante in precedenza fosse stata lei ad avere palle break. Lo svantaggio viene recuperato non tanto per merito dell’ex-numero 1 del mondo, ancora parecchio nervosa, ma dai quattro errori in serie commessi da Heather. La bielorussa al momento è alla ricerca della sua condizione migliore e per far ciò è necessaria continuità, cosa di cui al momento ne è totalmente sprovvista: andando a servire sotto 3-4 continua col suo gioco fiacco, poco aggressivo e tutt’altro che preciso che le costano due game consecutivi. In 34 minuti è 6-3 Watson. Il secondo set segue la stessa dinamica ma si invertono le interpreti: la britannica sbaglia, si innervosisce e si prende a racchettate le scarpe, Victoria invece pareggia il match 6-1. Col terzo set, oltre a salire la pressione per entrambe, sale anche la loro concentrazione e i ritmi si fanno più elevati. Watson torna a servire una valanga di ottime prime palle tuttavia è sempre lei quella che va più vicino a subire il break, e l’incubo si concretizza nel settimo game. Azarenka riesce a riordinare i pezzi del suo gioco e si fa più aggressiva a partire dalla risposta portando a casa un game durato più di 10 minuti. Gli ultimi giochi sono pieni di pathos ma purtroppo la qualità non va di pari passo. Si assiste di nuovo ad un reciproco scambi di servizi e alla fine Azarenka, grazie alla sua tenacia, riesce a spuntarla 6-4 con tanto di piccola polemica per un challenge non concesso a Watson sul penultimo punto.
Continuano dunque i progressi sul piano tecnico della bielorussa che torna a vincere tre match consecutivi dopo più di un anno (Miami 2016, dove vinse il titolo), e volendo fare un confronto tra tutti i rientri WTA di quest’anno, la neo-mamma è certamente avanti. Per il prossimo turno si profila una sfida con Halep, con la quale è in vantaggio 2-1 nei precedenti.
Commento di AGF da Londra
Ho seguito solo il terzo set tra Azarenka e Watson, stando sul Centrale. La mia sensazione è che Azarenka abbia giocato senza spingere a tutta. Immaginiamo un’auto con cinque marce: l’impressione è che Vika non sia quasi mai andata oltre la terza, forse la quarta ogni tanto. Difficile dire se perché non si sentisse in giornata, oppure se avesse deciso di limitarsi per ragioni tattiche (evitare che Watson si appoggiasse ai suoi colpi), oppure perché invece ritenesse che quel ritmo fosse comunque sufficiente per portare a casa il match. Ma ci sarebbe un’altra ipotesi, la peggiore: non ha spinto più di tanto perché non si sente pronta o non ha ancora il coraggio di mettere la marcia più alta e andare più veloce quando la tensione sale. La Azarenka del primo turno contro Cici Bellis secondo me aveva condotto i set conclusivi con ritmo, decisione e qualità di gioco superiori, ma in quel caso a un certo punto il match era ormai indirizzato. Di tutti gli aspetti tennistici da recuperare in questa fase di rientro, mi pare siano le sicurezze mentali quelle più lontane rispetto alla miglior Azarenka.
Certo giocare “contro” il Centrale, compattamente schierato per la giocatrice di casa non è mai facile. Va detto però che il sostegno è stato caldo, ma nemmeno lontanamente paragonabile a quello della partita tra la stessa Watson e Serena del 2015 (vinta da Serena 6-2, 4-6, 7-5). In quel caso davvero si erano raggiunti picchi da stadio calcistico.
[2] S. Halep b. S. Peng 6-4 7-6(7) (Chiara Nardi)
Simona Halep, testa di serie n. 2, vince un bel match contro Shuai Peng, n. 37 del ranking, superandola in due set duri. Peng è stata molto brava a creare problemi alla sua più quotata avversaria con un gioco aggressivo, riuscendo spesso a scalfire la difesa della romena. Da parte sua Halep ha avuto il merito di non perdere mai la testa nei momenti delicati e a non limitarsi solo a difendersi. Dopo un inizio complicato, con break subito nel quarto game grazie ad un bel vincente di rovescio lungo linea di Peng, Halep raccoglie i frutti della sua capacità difensiva nella seconda metà del set. La cinese commette molti errori e Simona ne approfitta per portarsi sul 5-4 e servizio. Nel decimo gioco si procura due set point, entrambi annullati da Peng con bravura; ai vantaggi Halep conquista un altro set point, che questa volta sfrutta grazie ad una risposta in rete dell’avversaria. Peng mette a segno molti vincenti, ma la prima a conquistare un break è Halep sul 3-3 con una risposta aggressiva e profonda. Simona non riesce ad allungare e dopo non aver sfruttato una palla del 6-5 il set si conclude al tie-break. Il finale è molto lottato: Halep annulla un set point con una buona volée di rovescio, poi spreca un match point interrompendo il gioco per chiamare il falco, che conferma la bontà del colpo di Peng; l’accaduto non la distrae e con un ace si procura un secondo match point, che trasforma grazie ad un errore di dritto della cinese dopo una sua risposta profonda vincendo il tie-break per nove punti a sette. Agli ottavi affronterà Victoria Azarenka, contro cui ha vinto agli US Open del 2015 dopo aver perso due sfide tre anni prima.
[27] A. Konjuh b. [8] D. Cibulkova 7-6(3) 3-6 6-4 (Michele Trabace)
Sul Campo 12 va in scena una sfida intensa, ricca di spunti ma che ci da la sensazione di come Ana Konjuh, classe 1997 e accreditata della testa di serie numero 27 qui a Wimbledon, sia una di quelle giovani che possono essere protagoniste per gli anni a venire. La diciannovenne, che ha già raggiunto i quarti di finale a livello slam nel 2016 a New York, si è sbarazzata della slovacca Dominika Cibulkova, numero 8 del seeding, al termine di tre partite intense che la proiettano nella seconda settimana dello slam su erba e sull’obiettivo di entrare a brevissimo tra le top 20. Ancora una battuta d’arresto per la vincitrice dell’ultima edizione delle WTA Finals, la quale chiude il suo torneo sui campi di Church Road con l’eliminazione prematura dal torneo che l’anno scorso l’aveva vista protagonista fino ai quarti di finale, in una stagione che aveva rappresentato il rientro tra le migliori al mondo, ma che invece sta vivendo in questa annata un periodo di scarsi risultati già da qualche mese.
I primi due game le tenniste, pur concedendo entrambe almeno una palla break (due ne concede Konjuh), tengono entrambe il servizio. Da qui inizia un parziale che vede Cibulkova mettere sul campo la sua proverbiale grinta che la portano sul 5 a 1, sembra poter chiudere agevolmente il primo set con Konjuh molto fallosa e ancora fuori dall match; con le spalle al muro la croata inizia ad avere un rendimento migliore, diminuendo gli errori gratuiti e appena può entra nel campo facendo male con il suo rovescio spesso in diagonale, riportandosi in parità sul 5 pari. Cibulkova prova a reagire, salvandosi nell’undecesimo game e procurandosi due set point nel gioco successivo dove manda lunga una risposta su una seconda non irresistibile, mentre sul secondo subisce una prima palla ben indirizzata. A questo punto non può che essere il tie-break a decidere l’esito di questo primo set dall’andamento cosi altalenante: ad aggiudicarselo è Konjuh per 7 a 3 grazie al suo rovescio a tratti ingiocabile, il quale le regala ben 4 punti (sono 26 vincenti totali di cui 15 con il rovescio). La numero 9 WTA prova a reagire, nel secondo parziale si prende subito un break di vantaggio, difendendolo strenuamente nel secondo gioco (il più lungo di questo confronto) annullando 4 possibilità di contro-break; la ragazza nata a Bratislava, una volta rafforzato il vantaggio, arriva a servire per il set sul 5 a 2, ma per la terza volta in questo incontro non chiude subito, rimettendo in corsa l’avversaria, la quale a sua volta perde ancora il servizio con Cibulkova che vince dunque la seconda partita per 6-3 e rimette in gioco il discorso qualificazione. Un match con diversi capovolgimenti non può che regalarci un terzo parziale anomalo: Konjuh va sul 4 a 0 con la possibilità di servire due volte per chiudere: Cibulkova prova l’ultimo sforzo per recuperare riportandosi sotto fino al 4 a 5, ma la giovane tennista non sbaglia una seconda volta, conquistando quel game che le da la vittoria del set con il punteggio di 6-4 e riuscendo cosi a conquistare il pass per gli ottavi di finale (miglior risultato ai Championships nella sua giovane carriera), dove ad attenderla ci sarà Venus Williams.
[10] V. Williams b. N. Osaka 7-6[3] 6-4 (Roberto Ferri)
Sei mesi dopo il forfait di Auckland, Venus Williams (n. 11 WTA) ha finalmente avuto l’opportunità di incontrare per la prima volta nella sua carriera onusta di gloria, la ventenne giapponese Naomi Osaka (n. 59 WTA) e l’ha battuta in due set combattuti. Partita eccellente, dai contenuti atipici nel panorama del tennis femminile, in cui spesso il turno di battuta è più un rischio che non un’opportunità e l’attesa dell’errore dell’avversaria rappresenta la tattica principale. In questo match le due giocatrici hanno ottenuto moltissimo dal loro servizio, giocato con velocità e rotazioni degne di una partita ATP e i colpi vincenti da fondocampo hanno nettamente sopravanzato gli errori non forzati. Nel primo set la decana del tabellone parte forte e si porta 4-1 con un break di vantaggio. Osaka, però, mostra ben poco rispetto, sportivamente parlando, per uno dei suoi due idoli d’infanzia-il secondo è…Serena Williams!- e la raggiunge sul 4 pari sfruttando al meglio, con risposte aggressive, le poche circostanze in cui Venus deve battere la seconda di servizio. Il tie-break è un unico lungo highlight: 3-0 per Osaka che gioca altrettanti colpi vincenti e Williams che da lì in avanti sale in cattedra e inanella sette punti consecutivi (doppio circoletto rosso per il quinto). Nel secondo parziale la giapponese con il papà haitiano non riesce ad approfittare nel quarto game di tre doppi falli consecutivi della statunitense e al settimo, complice un suo errore colossale su una volée di rovescio, paga pegno cedendo il servizio. Williams nei due successivi turni di battuta è semplicemente sontuosa e, con il secondo ace del set e quinto complessivo, chiude la partita in un’ora e venticinque minuti. Agli ottavi di finale l’attende la croata Ana Konjuh, un’altra prima volta. Osaka, ultima delle cinque giapponesi ancora in gioco, esce dal torneo ma non dalla memoria di chi oggi ha potuto ammirare le sue molteplici qualità.
Gli altri incontri (Domenico Giugliano)
Negli altri incontri di giornata, a prima giocatrice ad accedere alla seconda settimana dei Championship è stata la francese Caroline Garcia, testa di serie numero 21, che ha battuto la statunitense Madison Brangle in due set. Partita molto brillante per la transalpina, che ha concesso poco nei suoi turni di battuta e ha dato sempre l’impressione di avere il match sotto controllo. Vittoria in due set e per lei agli ottavi ci sarà la testa di serie numero 6, ed una delle favorite del torneo, Johanna Konta. La britannica, dopo le grandi sofferenze del turno precedente contro Donna Vekic, vince con grande facilità il suo incontro di terzo turno con la greca Sakkari. Il primo parziale è molto equilibrato ed è deciso da un solo break a favore della britannica, che concede pochissimo al servizio e impiega diversi games per carburare alla risposta, centrando poco il campo, soprattutto di rovescio. Nel finale di set, aggiusta il mirino e sigla l’allungo decisivo chiudendo 6-4 in 40 minuti. Nel secondo parziale non c’è partita e, in poco più di un’ora, l’idola di casa chiude per 6-1. L’impressione destata nel secondo set, sommata alla brillantissima partita giocata nel turno precedente contro Vekic, fanno della Konta una delle mine vaganti di questi Championships. Passaggio agli ottavi anche per la testa di serie numero 4 del torneo, l’ucraina Svitolina. Battuta in due set la tedesca Witthoeft. Nel primo parziale tutto facile per l’ucraina che chiude in poco più di mezz’ora per 6-1. Combattuto, invece, il secondo set, con la tedesca che sbaglia meno di rovescio, e lotta da fondo campo con grande tenacia. Tuttavia, nel momento chiave del set, la maggior classe della Svitolina viene fuori, con due ottimi vincenti di dritto, e chiude per 7-5, regalandosi agli ottavi la vincitrice del Roland Garros, Ostapenko che ha battuto la nostra Camila Giorgi in due set.
Risultati:
[21] C. Garcia b. M. Brengle 6-4 6-3
[27] A. Konjuh b. [8] D. Cibulkova 7-6(3) 3-6 6-4
V. Azarenka b. H. Watson 3-6 6-1 6-4
[4] E. Svitolina b. C. Witthoeft 6-1 7-5
[2] S. Halep b. S. Peng 6-4 7-6(7)
[13] J. Ostapenko b. C. Giorgi 7-5 7-5
[6] J. Konta b. M. Sakkari 6-4 6-1
[10] V. Williams b. N. Osaka 7-6(3) 6-4
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