Jimmy Van Alen l’aveva inventato nel 1965, stanco dei tempi lunghissimi delle partite di tennis, il 25 luglio 1970 la USTA rende il suo tie-break la più importante rivoluzione nel sistema di punteggio del tennis dalla sua nascita.
La Federazione americana in quella data conferma l’intenzione di implementare il tie-break sul punteggio di 6 giochi pari per l’Open degli Stati Uniti che si sarebbe poi disputato a settembre.
Van Alen aveva ideato due versioni del tie-break: la sua preferita era la versione “Sudden Death” (morte improvvisa) chiamato anche tie-break da 9 punti. Il primo dei due giocatori che arrivasse a 5 punti, avrebbe vinto il tie-break. Questo senza margine di due punti, quindi anche un 5-4 avrebbe concluso il tie-break. Questa versione è quella utilizzata proprio allo US Open 1970.
La seconda versione, da Van Alen definita “Lingering Death” (morte lenta), è quella che si usa ancora oggi a più di 50 anni dalla sua creazione. Un tie-break a 7 punti con almeno due di scarto. Sebbene fosse chiamato tie-break da 12 punti (perché il punteggio “regolare” più alto sarebbe 7-5), questo tipo di tie-break può andare avanti a oltranza, come ben sappiamo. Questa versione sarebbe stata implementata a Wimbledon l’anno successivo, nel 1971.
Il direttore del torneo americano Bill Talbert disse: “Consideriamo il tie-breaker un enorme passo avanti per il gioco del tennis. Finalmente anche il tennis come gli altri sport avrà una sua “linea del traguardo”. Non accadrà più che un match di tennis si protragga per ore ed ore. Durerà secondo un tempo sufficientemente prevedibile, permettendo agli spettatori di avere un’idea della durata di un match e quindi di potersi organizzare di conseguenza”