Riccardo Del Turco aspettava il mese di luglio per ritrovare l’amore, Fabio Fognini lo aspetta per vincere tornei. Si potrebbe sintetizzare così il proficuo rapporto tra il N.1 d’Italia e la stagione estiva sulla terra battuta europea, il periodo dove ormai da 4 anni il giocatore ligure è sempre protagonista vincendo titoli e/o mostrando il suo miglior tennis.
D’altronde è stato proprio il luglio 2013 a lanciarlo definitivamente sulla scena mondiale del tennis con un filotto di tre finali consecutive, le prime due vinte a Stoccarda e Amburgo e la terza persa ad Umago. Una serie di risultati che gli è valso l’approdo nei Top 20 del mondo fino ad arrivare al best ranking di N.13 mondiale nell’aprile 2014. Ma anche nelle stagioni successive Fognini è sempre stato protagonista, raggiungendo la semifinale a Stoccarda e Umago nel 2014 e giocando una splendida finale contro Rafael Nadal ad Amburgo nel 2015, persa per 7-5 7-5. Poi il successo di Umago dello scorso anno, l’ultimo prima di quello odierno.
Sarebbe poco onesto non considerare il fatto che ovviamente a luglio sulla terra battuta europea sono pochi i campioni che partecipano e anche quando succede si tratta di rari casi. Semmai è possibile trovare i veri e propri specialisti della superficie, la maggior parte dei quali però hanno talento ben inferiore al nostro giocatore e non sono in grado di tenere il ritmo di Fabio da fondo campo. Eccezioni a questa regola sono stati i grandi spagnoli della “vecchia generazione” come David Ferrer e Tommy Robredo che hanno spesso trovare il modo di imbrigliare il gioco di Fognini. Ma la generazione successiva, quella a cui Fabio appartiene, non ha saputo creare specialisti altrettanto bravi e quindi abbassandosi il livello medio, le capacità “balistiche” di Fognini ne risultano favorite.
C’è anche un fattore legato alle condizioni di gioco: Fognini sembra gradire particolarmente la terra battuta più rapida dei paesi “germanici” (Stoccarda, Amburgo, Gstaad) dove le sue improvvise accelerazioni sia col dritto che con il rovescio fanno più male, più in fretta ma condizioni di gioco che comunque non lo mettono in difficoltà sulla sua seconda di servizio come può accadere invece sul cemento.
Anche questa settimana in Svizzera è arrivato uno scalpo di prestigio come quello di Roberto Bautista Agut, che è sempre a ridosso della Top 15, un giocatore che difficilmente regala un punto. Allo stesso tempo però un giocatore lineare e pulito che non fa altro che dare ritmo a Fognini e infatti non è un caso che il nostro giocatore lo abbia battuto 6 volte su 8 incontri nonostante la differenza di classifica.
Grazie al successo di Gstaad, Fognini raggiunge il suo capitano di Coppa Davis, Corrado Barazzutti, a quota 5 titoli ATP, solamente Adriano Panatta (10) e Paolo Bertolucci (6) sono davanti a lui nella classica dei titoli italiani nell’Era Open. In totale sono 56 i trofei sollevati da giocatori italiani dal 1968.
Questo risultato lo riporta nei primi 30 del mondo con ottime possibilità di mantenere una buona testa di serie allo US Open dato che non ha praticamente punti da difendere nei due Masters 1000 americani e la prossima settimana dovrebbe giocare a Kitzbuhel per tentare di fare il bis.
Resta però il consueto quesito: la versione 2017 di Fognini, che sembra aver finalmente trovato un po’ di stabilità emotiva, saprà poi esprimersi allo stesso modo sul cemento americano? C’è il ricordo della semifinale al Masters 1000 di Miami a fine marzo, ma ad agosto con lo US Open in vista, il livello di tutti sarà ancora più alto e anche Fabio dovrà adeguarsi per poter ritagliarsi un ruolo da protagonista. Le possibilità, in uno scenario instabile come quello del tennis maschile attuale, non mancano di certo.
I successi italiani nell’Era Open (Singolare maschile)
1971 – A. Panatta (Senigallia)
1973 – A. Panatta (Bournemouth)
1974 – A. Panatta (Firenze)
1975 – A. Panatta (Kitzbuhel, Stoccolma), Bertolucci (Firenze)
1976 – Bertolucci (Barcellona, Firenze), A. Panatta (Roma, Roland Garros), Zugarelli (Bastad), Barazzutti (Nizza)
1977 – Barazzutti (Bastad, Parigi indoor, Charlotte), Bertolucci (Firenze, Amburgo, Berlino), A. Panatta (Houston)
1978 – A. Panatta (Tokyo)
1980 – A. Panatta (Firenze), Barazzutti (Cairo)
1981 – Ocleppo (Linz)
1984 – Cancellotti (Firenze, Palermo)
1985 – C. Panatta (Bari)
1986 – Canè (Bordeaux), Colombo (S.Vincent)
1987 – Pistolesi (Bari)
1988 – Narducci (Firenze)
1989 – Canè (Bastad)
1991 – Camporese (Rotterdam), Canè (Bologna), Pozzi (Brisbane)
1992 – Camporese (Milano), Pescosolido (Scottsdale)
1993 – Pescosolido (Tel Aviv)
1994 – Furlan (San Jose, Casablanca)
1998 – Gaudenzi (Casablanca)
2001 – Gaudenzi (St. Polten, Bastad)
2002 – Sanguinetti (Milano, Delray Beach)
2004 – Volandri (St. Polten)
2006 – Bracciali (Casablanca), Volandri (Palermo)
2011 – Seppi (Eastbourne)
2012 – Seppi (Belgrado, Mosca)
2013 – Fognini (Stoccarda, Amburgo)
2014 – Fognini (Vina del Mar)
2016 – Lorenzi (Kitzbuhel), Fognini (Umago)
2017 – Fognini (Gstaad)