da Montreal, il nostro inviato
[4] A. Zverev b. [2] R. Federer 6-3 6-4
Eccoci dunque all’atto conclusivo della Coupe Rogers 2017, il Masters 1000 di Montreal, che nella finale del singolare maschile vede di fronte lo svizzero Roger Federer (36 anni, 3 ATP) e il tedesco Alexander “Sascha” Zverev (20 anni, 8 ATP), in uno dei più classici scontri generazionali: il migliore degli ultimi 15 anni – e probabilmente di sempre – contro chi potrebbe, se non emularlo (quasi impossibile), sicuramente fare cose importanti nei prossimi. I precedenti sono 2-1 in favore di Federer, l’ultima partita in finale a Halle due mesi fa è stata a senso unico con lo svizzero dominante dall’inizio alla fine.
Inizia Sascha alla battuta, un paio di grandi accelerazioni di Roger (super rovescio lungolinea) lo costringono ai vantaggi, ma una riga pizzicata e una volée gli consentono di tenere per l’1-0, poi nel secondo game il tedesco sale subito a palla break, fallita di rovescio, siamo 1-1. Zverev tira fortissimo il servizio (abbondantemente sopra i 200 kmh la prima, sui 180 la seconda palla), Federer non è altrettanto continuo, va ancora sotto 30-40, e stavolta la pressione da fondo di Sascha gli è fatale, break e 3-1 per il giovane avversario, che con impressionante autorità sale 4-1. Molto meglio l’ingresso in partita di Zverev, mentre Roger deve assolutamente crescere di livello. Seguendo i turni di battuta si arriva al 5-3 lo svizzero non riesce a entrare in risposta con sufficiente incisività, è significativo il dato dell’86% di punti fatti con la seconda palla da Sascha finora, la rischia sempre e non la sbaglia (zero doppi falli). E nel nono game, senza particolari difficoltà, Zverev chiude il set tenendo a 30, 6-3 per lui in mezz’ora esatta. Fondamentalmente, il tedesco, pur con un solo ace a referto, è stato da subito ingiocabile al servizio (si è vista una seconda palla a 213 kmh), e l’inizio incerto di Federer sta facendo giustamente la differenza, in particolare sono molti gli errori di rovescio.
Prevedibilmente, arriva la reazione di Roger, incoraggiato dal pubblico, con alcuni buoni attacchi che lo portano a palla break (la prima) sull’1-0 in suo favore, ma il servizio al fulmicotone di Sascha la cancella. Tocca al tedesco, però, commettere un gratuito evitabile di rovescio che gliene costa una seconda, stavolta annullata di dritto, poi fallisce un drop shot, ne concede una terza, ma due ace sono provvidenziali, ed è 1-1. Come sta servendo Sascha oggi, pazzesco, dall’altra parte oltre a sbagliare spesso i rovesci in spinta, Federer tira anche diversi slice in rete, una giornataccia dal lato sinistro, decisamente.
Uno scambio incredibile e tiratissimo da fondo nel terzo game manda ancora Zverev a palla break, e qui è Roger a piazzare l’ace, poi però un bel passante del tedesco lo mette di nuovo spalle al muro, quarta palla break affrontata nel match, ed è un bell’attacco a trarlo d’impaccio. Alla fine lo svizzero si prende il 2-1, ma che fatica, e quanti rischi, al contrario Sascha ha ripreso ritmo col servizio e il 2-2 è cosa di un attimo. Quando, tre game dopo, Federer alla battuta si trova 0-40, con tanto di drittaccio steccato fino in cielo, e alla seconda opportunità Zverev si prende il secondo break del match, potremmo già essere alla svolta decisiva, un 4-3 che diventa subito 5-3. Che partita solida Sascha. Roger un po’ rigido su tutti i colpi, anche la velocità del servizio è nettamente inferiore al consueto, sembra anche in difficoltà nel caricare con gambe e schiena. Sul 5-4, nel cosiddetto momento della verità, Zverev completa la sua gran settimana, chiudendo a zero game, partita, incontro e torneo. E’ il primo non Fab-4 a vincere due Masters 1000 nella stessa stagione dal 2007, ed è ora di dargli definitivamente il benvenuto tra i grandi, sarà 7 ATP. Per Federer, una giornata poco brillante, sia fisicamente che tecnicamente, succede. Arrivederci, speriamo, a Cincinnati.
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