Siete mai stati al torneo di Montecarlo? Se sì, vi sarete resi conto di quanti, sugli spalti, parlino italiano. Non solo: probabilmente avete fatto con loro una bella coda in macchina, lungo la strada che dalla Liguria arriva fino a Roquebrune-Cap-Martin (la sede del torneo, di fatto in Francia). Nonostante gli spazi ben più ridotti rispetto agli Internazionali di Roma – che dal 2019 cresceranno anche in durata – e le convenzioni con Trenitalia, per gli italiani del Nord l’evento tennistico annuale è quello del Country Club monegasco. Dal lato opposto, ad appena un’ora oltre il confine tra Friuli-Venezia-Giulia e Croazia, c’è invece Umag, che da 28 anni ha il suo gradevole Open balneare, altra tappa fissa per gli appassionati dello Stivale. Ad arricchire l’offerta di tennis settentrionale, da questo autunno si aggiungono anche le Next Gen Finals, la massiccia operazione di (ri)lancio delle nuove leve ATP.
Pur ben diversi tra di loro, i tornei citati condividono un tratto fondamentale: sono a partecipazione esclusivamente maschile. Sebbene nell’ultimo decennio l’Italia abbia ottenuto molti più titoli di prestigio dalle ragazze, la regione settentrionale del nostro paese non ospita un torneo del circuito maggiore WTA addirittura dal 1991, anno dell’ultima edizione femminile del Milan Indoor. Ad affrontarsi nella finale di quel Tier II (l’equivalente di un odierno Premier) furono niente meno che Monica Seles e Martina Navratilova, all’epoca rispettivamente numero 1 e 4 del ranking mondiale. Da quell’ottobre, più nulla. Qualche anno fa si era vociferato che ci fosse la possibilità per Milano di ospitare un torneo WTA su erba. ma l’idea non si è mai trasformata in fatto. Né gli Slam di Schiavone, Pennetta e della coppia Errani/Vinci sembrano aver smosso alcunché a livello Federale, in questo senso.
Nel nostro Nord e negli immediati dintorni, insomma, da più di qualche anno c’è carestia di tennis rosa. Le cose sono però destinate a cambiare dal prossimo anno: dopo appena una edizione di Biel, non troppo riuscita in termini di risposta di pubblico e di giocatrici, i vicini di casa della Svizzera hanno deciso di spostare il loro WTA International di aprile al Tennis Club Lido di Lugano. Con quasi 70.000 abitanti, Lugano è il principale centro del canton Ticino e di tutta la Svizzera italiana. Data la citata mancanza di tornei WTA più a sud, il torneo punterà molto sulla sua componente “linguistica” per attrarre pubblico; le pagine social sono già state aggiornate e non è da escludere che buona parte della promozione possa strizzare l’occhio a noi vicini di casa. Ad esempio, tra gli eventi organizzati nello stesso circolo negli ultimi anni figurava un premiato torneo Challenger che, nelle sue ultime edizioni, ebbe come madrina l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto.
Il TC Lido vanta ben 85 anni di storia – è uno dei diciotto circoli invitati al 150^ compleanno dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club, la casa di Wimbledon – e risiede in una città che ha già avuto esperienza di tennis femminile. La più recente risale al play-off di Fed Cup 2011, ma il circuito WTA aveva fatto tappa a Lugano dal 1981 al 1986, con Raffaella Reggi come ultima campionessa. L’humus sembra adatto a fare del nuovo Open un buon torneo insomma. A renderlo più solido dei predecessori di Katowice (quattro edizioni) e Biel, però, dovrebbe essere l’intelligente decisione di cambiare superficie di gioco: la settimana in questione – la seconda di aprile – è quella che precede Stoccarda, il primo grande appuntamento femminile su terra battuta. Continuare sul duro indoor avrebbe ucciso nella culla anche il torneo di Lugano, che invece si giocherà giustamente sul mattone tritato, come negli anni ’80.
Il torneo sembra finalmente essere stato pensato per bene. Potrà contare sul supporto della Federtennis svizzera, mentre Belinda Bencic, Timea Bacsinszky e l’infinita Martina Hingis in doppio dovrebbero garantine una presenza rossocrociata di livello in entrambi i tabelloni. Una ritoccatina verso il basso al prezzo dei biglietti poi, non potrà che fare bene (sempre che InfrontRingier, proprieteria del cartellino dell’evento, abbia imparato la lezione di quest’anno). Rimangono giusto le lavatrici da ricollocare. Ma adesso che si gioca sul rosso, di sicuro verranno utili anche loro. Nel frattempo, all’Italia rimane da guardare e meditare. Un movimento si rilancia anche e soprattutto con un torneo di spessore internazionale e, magari, un WTA può aiutare a gettare i semi di una nuova generazione di ragazze con la racchetta. E se sopra Roma “c’è già Lugano”, magari si potrà guardare più giù…