GRUPPO ROSSO
– Simona Halep
– Elina Svitolina
– Caroline Wozniacki
– Caroline Garcia
GRUPPO BIANCO
– Garbine Muguruza
– Karolina Pliskova
– Venus Williams
– Jelena Ostapenko
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Gruppo rosso, gruppo bianco, come da tradizione da quando le WTA Finals hanno trovato collocazione nel sud est asiatico. I colori sono quelli della bandiera della piccola città-stato della penisola malese. E colorati sono anche gli abiti da sera scelti dalle otto qualificate che hanno preso parte alla cerimonia glamour all’interno del lussuosissimo Marina Bay Sands Hotel, per intenderci, quello della infinity pool, la piscina a sfioro più alta e lunga del mondo, che si affaccia dai 200 metri d’altezza sullo skyline del principale centro finanziario asiatico.
La competizione prenderà il via domenica alle 17 ora locale (le 11 del mattino in Italia). Ad inaugurare l’edizione numero 47 delle Finals, in barba ai precedenti, sarà il gruppo bianco. Alle 11 scenderanno in campo Karolina Pliskova e Venus Williams; tre ore più tardi sarà a volta di Garbine Muguruza e Aljona Ostapenko.
ANALISI & H2H
Complice l’assenza di una vera numero uno, di quelle che ammazzano le stagioni a suon di vittorie, i due gruppi non potevano che finire per equivalersi. A confutare questa tesi la somma delle posizioni in classifica delle ragazze nei due gironi: 19 il totale delle “rosse” contro i 17 delle “bianche”.
Il gruppo rosso, nonostante l’handicap di due punti, sembra essere quello con le giocatrici più in palla. Al di là della presenza della numero uno del mondo, da questa parte è finita anche Caroline Garcia, vera mattatrice del finale di stagione. La francese ha conquistato la Cina e il Master, scombinando i piani di Johanna Konta. Se avrà risolto i problemi al ginocchio potrà imporsi nuovamente sulle due teste di serie Simona Halep ed Elina Svitolina, entrambe sconfitte a Wuhan. Fresca del primo successo WTA in stagione anche l’altra Caroline, Wozniacki. Alla ventisettenne di Odense era mancato, prendendo in prestito un’immagine dal gergo calcistico, l’ultimo passaggio. A risolvere le cose l’assist di un’affaticata Pavlyuchenkova a Tokyo, che ha rimesso in piedi una stagione al limite del tragicomico, invertendo il trend negativo nelle finali.
Decisamente più prestante il gruppo bianco, composto da giocatrici gagliarde, che amano condurre lo scambio imponendo la loro fisicità. Tre di loro sono ampiamente sopra il metro e ottanta, mentre la più piccola, Ostapenko, vent’anni lo scorso giugno, accusa qualcosina in termini di altezza, ma compensa con lo storico dei precedenti: lo score, sebbene magro, è positivo contro tutte. La grande incognita sono le condizioni (e forse anche le motivazioni) della più anziana del gruppo. Venus, nella breve parentesi asiatica ad Hong Kong, non ha dato risposte positive. Se ritroverà gambe e voglia potrà determinare le sorti del girone, altrimenti il rischio di essere fagocitata dalle aitanti e più giovani colleghe è alto. Comunque andrà di una cosa possiamo esser certi: saranno botte da orbi.