Negli ultimi anni nel mondo del tennis è nata una nuova figura, quella del super-coach. Viene definito super-coach un ex-tennista che una volta conclusa una gloriosa carriera in campo, decide di fare il salto e passare sugli spalti ricoprendo il ruolo di allenatore. Robin Soderling, svedese di 33 anni, appartiene a questa categoria perché battere Nadal al Roland Garros e raggiungere lì due finali non è roba da poco, inoltre a tutto ciò va aggiunto un best ranking da n. 4.
Stando alle sue parole, Robin ritiene di aver raggiunto il suo potenziale e lo ha detto pochi giorni fa in un’intervista alla rivista svedese Expressen: “Sì, almeno negli ultimi 6-7 anni di carriera. Però avrei potuto essere più intelligente”. Ma chi è il tennista da lui allenato? Il suo connazionale Elias Ymer, 21 anni, che questa settimana nel torneo di Stoccolma ha centrato una bella vittoria al terzo set contro L. Mayer e ha fatto sudare Fognini. La collaborazione tra i due va avanti da più di tre mesi e quando gli viene chiesto fin dove Ymer possa arrivare, Soderling risponde: “spetta a lui deciderlo, è molto difficile fare pronostici. Non abbiamo mai parlato di classifica ed è molto stupido mettere in mezzo questo discorso, perché non puoi controllare quello che stanno facendo gli altri giocatori. Io voglio solo che quando Elias si ritirerà potrà dire di aver dato il 100%. Se poi avrà raggiunto la top 50 o la top 10 è secondario.”
Ma Elias non è il suo solo allievo, bensì c’è anche la figlia Olivia di 5 anni, arrivata dal matrimonio con Jenni Mostrom – seguita poi nel 2015 da Fred. “Quando scendo in campo adesso è perché lei deve allenarsi. Ha iniziato ancora prima di compiere tre anni e non fa solo tennis, pratica anche ginnastica e basket. Sta facendo tanti sport proprio come ho fatto io da piccolo. Voglio che i miei figli stiano bene e non vadano dietro a cellulari e videogiochi.“
Tornado con la mente al periodo passato da giocatore, Soderling ammette: “non c’era niente nella mia vita che contava più del tennis e non mi importava se dopo la mia carriera sarei finito su una sedia a rotelle per tutta la vita. Col senno di poi ovviamente mi chiedo come abbia potuto pensarla così.” L’ironia della sorte sta proprio nel fatto che una sedia a rotelle, durante la sua malattia (una mononucleosi che lo colpì nel 2011 in maniera così persistente da costringerlo al ritiro nel 2015), Robin sia stato costretto ad utilizzarla. “Una volta ero steso sul letto e dovevo andare in bagno. Sono stato costretto a sedermi e fermarmi cinque minuti a metà strada perché non avevo le forze. È stato orribile. Non riuscivo nemmeno a salire una rampa di scale.” Parlando dei suoi svariati tentativi di rientrare nel circuito, conclude con un laconico: “non puoi battere il tuo corpo.”
Attualmente la sua attività principale, che gli prende la maggior parte del tempo, è l’azienda di prodotti sportivi RS da lui fondata: produce racchette, grip e soprattutto palline utilizzate anche da alcuni torni ATP. Gli affari vanno a gonfie vele, “oltre le mie aspettative” commenta lo svedese, “adesso, come quando giocavo, non voglio fare altro che migliorare”. Soderling ammette di non sapere quanti soldi ha guadagnato durante i suoi anni di professionismo, ma ha ben chiaro qual è il modo migliore per utilizzarli. “I soldi ti danno sicurezza ma non credo che vivrei in maniera diversa se avessi guadagnato di più. Ci sono molte persone che vivono cercando di guadagnare soldi per poi farne sempre di più; io sono solo contento di essere in grado di fare ciò che voglio. Provengo da un ambiente modesto dove i miei genitori lavoravano in Comune, anche se so che i miei figli stanno crescendo in condizioni completamente differenti. Tuttavia non voglio rovinarli e gli sto insegnando il valore dei soldi. Quando Olivia mi chiede di comprarle qualcosa io le dico di utilizzare i soldi del suo salvadanaio.”
Considerando i risultati strabilianti del più vecchio di lui Federer e del poco più giovane Nadal, chissà Robin quanto spesso ripensa al tennis giocato e alle chance che avrebbe avuto in questo periodo. Sicuramente però è un bene per tutti vederlo ancora presente nel mondo del tennis.