ATP Bercy, verso Londra: bene del Potro e Goffin, fuori Anderson e Tsonga
[1] R. Nadal b. H. Chung 7-5 6-3 (da Parigi, Chiara Gheza)
https://soundcloud.com/ubitennis/nadal-il-segreto-e-avere-la-passione-la-voglia-di-allenarsi
È il giorno della consacrazione: quando la voce fuori campo dell’arena centrale, dopo aver introdotto il coreano Hyeon Chung, presenta Rafael Nadal, ricordando le 10 vittorie del maiorchino al Roland Garros, il palazzetto esplode in un applauso scrosciante. Non è però una passeggiata quella che affronta Rafa per avere la meglio in due set su Hyeon e confermarsi matematicamente numero uno del mondo in questo 2017, così come già accaduto nel 2008, 2010 e 2013.
Chung, avvicinatosi da bambino al tennis per cercare di porre rimedio a gravi problemi alla vista, non dimostra alcun timore reverenziale e nei primi game non solo piazza un break ma ha la meglio negli scambi da fondo campo. Rafa decide allora di scendere a rete dove, come da tendenza degli ultimi mesi (pensiamo alla finale degli US Open), sembra imbattibile. Il pubblico si diverte: uno spettatore, tra i tanti “Allez Rafa”, ci piazza un “Allez Roger” che strappa sorrisi e applausi in tribuna. Nadal deve lottare e non poco per fare suo il set con il punteggio di 7 giochi a 5, strappando il servizio all’avversario, e urlare un “vamos” liberatorio. Il serafico Chung non si scompone e continua a giocare alla pari del campione spagnolo anche in avvio di secondo set. La svolta avviene nell’ottavo game quando Rafa sente il traguardo vicino e decide di alzare il ritmo rubando il servizio a Chung. È un break che ha il sapore amaro della resa per Hyeon che esce dal campo di Bercy tra gli applausi del pubblico e di Nadal stesso, che braccia al cielo festeggia il passaggio del turno (incontrerà Pablo Cuevas) e la definitiva posizione di numero uno del mondo in questo 2017.
For the 4th time in his career, @RafaelNadal reigns as Year-End No. 1 in the @emirates ATP Rankings. 👑 https://t.co/LUyV8b9xrA pic.twitter.com/VZsb0JszAX
— ATP Tour (@atptour) November 1, 2017
Come avrete sentito nell’audio esclusivo (e se non l’avete ancora ascoltato è il momento di farlo), un sorridente Rafa Nadal ha approfittato della conferenza stampa post match per svelarci qualche segreto per una mentalità vincente.
[6] G. Dimitrov b. R. Gasquet 6-4 6-4 (Andrea Ciocci)
In fondo, Richard Gasquet, battuto stasera da Grigor Dimitrov al termine di un incontro più che godibile, condivide con il bulgaro qualcosa di ben più significativo di un pur nobile rovescio a una mano. Entrambi hanno potuto sperimentare quanto sia difficile sopportare il peso delle aspettative (sulla questione c’è stato un recente botta e risposta fra il transalpino e Federer). Per via di parabole agonistiche non contemporanee, c’è però una sostanziale differenza fra i due. Il francese, per ovvie ragioni anagrafiche, ha ormai messo da parte i sogni di gloria. Mentre per il 26enne Grigor, numero 8 del mondo, molti, compreso lui, nutrono la speranza di vederne il completo affrancamento da quell’odioso luogo comune che lo derubrica a facsimile di Federer. E ne hanno ben donde, visto il suo notevole 2017, culminato con la conquista del primo Masters 1000 della carriera a Cincinnati.
In una serata in cui il giocatore di casa non sembra affetto da telonite, i due si affrontano a viso aperto. Chi serve lascia le briciole, ma si registrano alcuni colpi davvero notevoli, che spiegano le ragioni di quelle famose aspettative. Sul 5-4 in suo favore, un punto fantastico di Dimitrov in apertura di game propizia l’unica palla break che coincide con un setpoint. Trasformato dal bulgaro grazie a un errore del nativo di Beziers. Pian piano, tra i due sembra aprirsi un piccolo solco. Impressiona la condizione atletica di Grigor, capace di una varietà e di una lunghezza di palla che provocano i forced di Gasquet. Piuttosto evidente anche la differenza di efficacia dei rispettivi dritti: molto più penetrante quello di Dimitrov. Ad ogni modo, il francese tiene botta, annullando quattro delicate palla break sul 2-3. Il trend è però chiarissimo. Ad ogni colpo il bulgaro guadagna campo e se non fosse per la sua cronica mancanza di cinismo avrebbe già ammazzato il match. È il classico momento della verità, sul 5-4 in suo favore, a punire il beniamino del pubblico. Tre matchpoint da annullare sono un fardello troppo pesante per Gasquet e Dimitrov conquista meritatamente il diritto di affrontare Isner negli ottavi. E chissà che alle ATP Finals di Londra non possa ambire al bersaglio grosso. Federer (sempre lui) permettendo.
R. Haase b. [4] A. Zverev 3-6 6-2 6-2 (da Parigi, Chiara Gheza)
Finalmente in questo mercoledì di festa si vede la fila all’ingresso dell’Accor Hotels Arena di Parigi-Bercy. I controlli per la sicurezza sono scrupolosi ma gli spettatori attendono sorridenti in attesa di assistere a una giornata di torneo che vedrà scendere sul terreno di gioco i big del tennis mondiale.
Si parte con la sfida tra il numero 5 della classifica ATP Alexander Zverev e l’olandese Robin Haase, e subito va in scena la prima grande sorpresa della giornata. Dopo un primo set durante il quale la situazione sembrava sotto controllo per il giovane tedesco (Zverev trova anche il tempo per scherzare al cambio campo con l’arbitro Carlos Bernardes su una scarpa slacciata), improvvisamente la luce per lui si spegne. Robin è bravo a dimenticare in fretta il primo parziale e restare focalizzato sull’incontro. Dall’inizio del secondo set è subito chiaro al pubblico, oggi numeroso, che la musica in campo è totalmente cambiata: Alexander fatica al servizio e improvvisa disperate discese a rete, mentre Haase pare riuscire a trasformare in colpi vincenti ogni pallina sulla quale si avventa. Il terzo set vola via ancora più veloce. Robin tiene rapidamente i propri turni di servizio. Alexander si spegne, appare addirittura stanco fisicamente (Luca Baldissera lo aveva incontrato sabato all’aeroporto Charles de Gaulle e il tedesco gli aveva confessato di sentirsi influenzato). Sull’ennesima palla break in favore di Haase il dritto di Zerev finisce su un nastro che per il tedesco sa di sentenza. Tra gli applausi dell’arena centrale Haase si prende infine il lusso di eliminare il numero 5 del mondo chiudendo con una splendida palla corta. Ora per lui Del Potro
Gli altri incontri (da Parigi, Chiara Gheza e Luca Baldissera)
Nella sfida sul campo numero 1 tra il gigante John Isner e il piccolo Diego Schwartzman la spunta lo spilungone statunitense grazie alla sua ottima battuta (saranno 29 gli ace alla fine). Il super servizio di John contro l’1,70 scarso dell’avversario risulta spesso imprendibile, non solo con gli angoli esterni, ma addirittura in altezza, grazie ai letali kick anche con la seconda palla. Servono comunque 2 ore e 34 minuti a Isner per riuscire a domare l’argentino, che corre e difende da par suo.
Unbelievable shotmaking on display from @dieschwartzman. 👏#RolexPMasters pic.twitter.com/X2xp6KzA8g
— Tennis TV (@TennisTV) November 1, 2017
Primi due parziali equilibratissimi, un tie-break a testa vinto, molto lottato e divertente il secondo. Nel terzo set fatale a Diego il turno di servizio perduto nell’ottavo gioco (primo break assoluto dell’intera partita). A quel punto il 6-3 finale arriva in un attimo. Per Isner ora uno tra Gasquet e Dimitrov.
Nessun problema per Lucas Pouille opposto a Feliciano Lopez, sono sufficienti al francese, molto centrato e in palla, due break all’inizio dei set. Impressionante il rendimento alla battuta di Lucas (92% di punti con la prima, 85% con la seconda, nessun break point concesso), ma è stata evidente in campo la giornata poco brillante di Feliciano, molto stanco e poco reattivo. Quando un attaccante che fa dell’esplosività e dell’atletismo le sue armi migliori va in campo appannato dal punto di vista fisico, c’è poco da fare. Pouille, in ogni caso, si guadagna con merito il terzo turno contro chi uscirà dalla sfida tra Jack Sock e Kyle Edmund.
Pablo Cuevas relegato sul campo numero 2 elimina in tre set la testa di serie numero 15 del torneo Albert Ramos-Vinolas. L’argentino, già in vantaggio per 4 vittorie a 1 sullo spagnolo nei precedenti incontri, si impone in un terzo parziale senza storia. I primi due set erano invece entrambi stati decisi dal tie-break. In realtà il gioco decisivo del secondo parziale, vinto nettamente da Cuevas, era stato indicativo di come sarebbe poi finito il set decisivo. Pablo si regala così Rafael Nadal. Certo contro il numero uno del mondo Cuevas potrà finalmente dimenticare l’angusto campo 2 in favore della splendida arena centrale di Bercy.
Un nervoso e acciaccato Jack Sock, testa di serie numero 16 del tabellone, soffre più del previsto nella sfida contro l’inglese Kyle Edmund. Due tra i dritti più macchinosi tecnicamente, seppur efficaci, del circuito incrociano le racchette sul campo numero uno. Nel primo set Jack commette qualche errore di troppo e un preciso Kyle ne approfitta per vincere con il punteggio di 6-4. Il secondo parziale pare andare nella stessa direzione del primo se non che un moto d’orgoglio di Sock porta la partita prima al tie-break e poi al terzo set. Lo statunitense però è poco soddisfatto del proprio gioco e, ad ogni occasione utile, tenta di confrontarsi con il suo coach seduto dietro la rete di protezione. Il parziale decisivo vede Sock sempre più sofferente (sotto 4 giochi a 1 chiede l’intervento del fisioterapista), ma sul più bello a Edmund trema il braccio. Lo statunitense coglie l’occasione al volo e con un parziale di 5 giochi a 1 si regala un’inaspettata chance di giocarsi il passaggio del turno al tie-break. Un servizio vincente di Sock chiude la contesa al terzo match point. Ora per Jack c’è Lucas Pouille.
Nella lunga giornata del campo uno Marin Cilic, numero 3 del tabellone nonché della classifica ATP, si aggiudica in due set il derby croato contro Borna Coric.
Risultati:
R. Haase b. [4] A. Zverev 3-6 6-2 6-2
[9] J. Isner b. D. Schwartzman 7-6(2) 6-7(11) 6-3
[17] L. Pouille b. F. Lopez 6-3 6-4
F. Verdasco b. [12] K. Anderson 5-7 6-4 7-5
P. Cuevas b. [15] A. Ramos-Vinolas 6-7(5) 7-6(1) 6-2
[1] R. Nadal b. H. Chung 7-5 6-3
[13] J.M. del Potro b. [Q] J. Sousa 6-2 6-2
[WC] J. Benneteau b. [11] J.W. Tsonga 2-6 7-6(4) 6-2
[16] J. Sock b. K. Edmund 4-6 7-6(4) 7-6(5)
[6] G. Dimitrov b. R. Gasquet 6-4 6-4
[3] M. Cilic b. [Q] B. Coric 6-4 6-3
[14] R. Bautista Agut b. [Q] J. Chardy 6-4 6-1
[7] D. Goffin b. A. Mannarino 6-2 2-6 6-3