Solo una volta rientrato a Belgrado Filip Krajinovic ha cominciato a realizzare che no, non era un sogno. Era proprio vero che a Parigi è riuscito a raggiungere la sua prima finale in un torneo ATP. E non in un 250 o 500, come di solito capita a chi arriva per la prima volta in carriera all’atto finale di un torneo del massimo circuito maschile, ma addirittura in un Masters 1000. E da qualificato, cosa che non accadeva dal 2012. “Dopo aver superato le qualificazioni ero già felice e soddisfatto. Considerato tutto quello che ho passato in questi anni, tra infortuni e stop forzati, ed il fatto che avevo iniziato la stagione da n. 234 ATP, trovarsi a giocare nel tabellone principale di un Masters 1000 era già un successo. E invece la vita, dopo tutto quello che mi è successo nella carriera da professionista, dove per la maggior parte del tempo ho fatto tre passi avanti e due indietro, mi ha messo in scena una settimana indimenticabile”.
Una settimana che, ad un certo punto, sembrava quasi destinata a concludersi con il classico lieto fine delle favole, quando Filip ha vinto il primo set. Ma proprio da quel momento in poi è stato completamente sopraffatto dall’emozione e ha subito il vittorioso ritorno di Jack Sock. “È stato molto difficile rimanere calmo e freddo, ed è questa la cosa più importante in una finale. Qualsiasi sbalzo emotivo ti costa in termini di forza e di energia, ed è questo che mi ha completamente sopraffatto alla fine della finale. Dopo aver vinto il primo set contro Sock le gambe hanno mollato, hanno smesso di seguirmi e non sono più riuscito a riprendermi, a stabilizzare le emozioni, che mi hanno completamente soverchiato. Non mi lamento, sono contento, perché questa settimana a Parigi rimarrà dentro me, nei miei pensieri e nel mio cuore per tutta la mia vita. Come un elisir che mi ricorderà che posso farcela, che devo credere in me. E che quando tutto sembra impossibile devo credere che tutto è possibile”, ha dichiarato Krajinovic, che grazie al risultato di Parigi è entrato per la prima volta nella top 50, addirittura alla posizione n. 33. E che da fine agosto, dopo l’eliminazione al secondo turno delle qualificazioni agli US Open, ha infilato, tra tornei Challenger e ATP, una serie di ben ventotto 28 vittorie a fronte di due sole sconfitte. Sì Filip, se ci credi tutto è possibile…