Non gli è bastato tornare a vincere dopo un lustro non uno, ma due Slam. Né l’aver battuto l’amata nemesi Nadal 4 volte su 4. E nemmeno aver superato Novak Djokovic nella classica all-time per montepremi guadagnato sui campi da tennis. No. C’era ancora una vetta da scalare. L’ennesimo record di questa annata strepitosa. Quella del montepremi più alto mai guadagnato da un atleta professionista. Perché uno come Federer non può essere circoscritto nei pur vastissimi confini di uno sport dalla diffusione planetaria. La sua grandezza è tale da fargli affrontare sfide trasversali. Con l’obiettivo di vincerle.
E, l’altra sera, oltre a far impazzire il buon Sascha Zverev a forza di rovesci slice d’antan, Federer ha superato nella classifica dei premi vinti l’amico Tiger Woods. La cifra è difficile persino da immaginare: 110.235.682 dollari. Spaventosa e già arrotondata dalla vittoria di ieri contro Cilic. Se, però, la confrontiamo con i proventi che vengono dai marchi pubblicitari cui il basilese ha legato il suo nome, quest’Everest di monetine sonanti appare una collinetta floscia, meta ideale dei passeggiatori della domenica, con cagnolino e bimbi al seguito.
Solo le cifre nude e crude riportano l’ampiezza della forbice fra quanto guadagnato in ufficio e il ricavato degli endorsement. Gli ultimi dati disponibili, fonte Forbes, si riferiscono al periodo giugno 2016 – giugno 2017. Il lauto prize money di 6 milioni di dollari – il riferimento alla possibile natura bionica dello Swiss Maestro è puramente casuale – viene rimpinguato da ricchissimi contratti pubblicitari che issano il totale a 64 milioni. Quindi, 58 contro 6, quasi un rapporto di 1 a 10. Per la cronaca, in questa graduatoria, Federer è solo quarto preceduto da Cristiano Ronaldo, LeBron James e Lionel Messi.
Per contro, non è certo la leva economica la principale fonte di ispirazione di atleti del calibro di quelli citati. Certo, i soldi non hanno odore. Ma chi pensa che un ultratrentenne multimiliardario punti la sveglia tutte le mattine, sottoponendosi a dure sessioni di allenamento, continue trasvolate oceaniche, la pressione del momento agonistico e l’inevitabile bombardamento da parte di media e fan bulimici, solo per vantare il deposito con la montagna di monetine più alta del mondo? La ragione è un’altra ed è la stessa che spiega – lo abbiamo visto anche in questa edizione un po’ fiacca delle ATP Finals – perché Federer muova folle di appassionati, disposti a fare la fila anche solo per vederlo allenare il footwork fatato con il classico esercizio della scaletta. Quale? Passion Is The Answer, lato B di Money Can’t Buy Me Love.