Il Challenger “Città di Brescia” perde un’altra stella. Andreas Seppi, terza testa di serie ma di fatto numero uno del torneo internazionale in corso di svolgimento sui campi del San Filippo, non riesce a superare i quarti di finale e viene eliminato da Laurynas Grigelis, giocatore lituano di 26 anni cresciuto all’Accademia Vavassori di Palazzolo e finalista della passata edizione, in tre set per 3-6 6-3 6-4 dopo un’ora e trenta di partita. “Devo ammettere che Brescia mi porta bene – dice il giocatore di Klaipeda, residente a Costa di Mezzate. E pensare che non volevo neppure venire perché non stato giocando bene. All’ultimo momento ho deciso di partecipare ricordando proprio il torneo dell’anno scorso e devo dire che sono contento di aver fatto la scelta giusta. Il match? Diciamo che dopo il primo set ho capito che dovevo accorciare gli scambi perché Seppi mi schiacciava troppo a fondo campo. Dal secondo, grazie anche ad un passaggio a vuoto del mio avversario, ho giocato meglio e sono andato a vincere”.
La svolta della partita è al sesto gioco del secondo set sul punteggio di 6-3 3-5 per l’azzurro. Il 33enne altoatesino ha un passaggio a vuoto e perde il servizio a zero e senza mettere dentro una prima palla (3-5). Il servizio di Seppi non funziona neppure nel game di apertura del terzo set e Grigelis ne approfitta per infilare un secondo break e rischiare poi di andare sul 3-0. L’altoatesino riesce a riprendersi, ad annullare due palle break e rimettersi in partita (1-2). Ma ormai la frittata è già fatta. Seppi si procura due palle per il contro break al quarto game, ma nulla più perché Grigelis continua a servire a meraviglia (22 ace a 8) e Seppi non riesce a rispondere neppure quando il suo avversario gli concede qualche chance (6-4). E così oggi (non prima delle 18:30) potrà tentare di entrare per il secondo anno consecutivo in finale contro Viktor Galovic che nell’ultimo quarto di ieri ha superato il bielorusso Uladzimir Ignatik per 6-1 6-4.
Il primo a conquistare le semifinali è Mirza Basic. Il 26enne bosniaco, 162 nel ranking mondiale e numero otto del tabellone, non ha però vita facile contro l’astro nascente australiano Alex De Minaur e non è un caso se ci mette quasi due ore (1h43’ per l’esattezza) per imporsi in due set. Il diciottenne di Sidney, 226 al mondo, parte male e va sotto per 4-2, ma non si perde d’animo, ritorna il break al suo avversario e poi va addirittura in vantaggio per 6-5, sfruttando a pieno il servizio (14 ace a 7) e la sua buona risposta sulla seconda palla dell’avversario (60% di punti vinti contro il 38%). Basic mantiene la calma e la giusta concentrazione e porta il primo set al tie break. A quel punto basta un errore per rompere l’equilibrio e a sbagliare non può che essere il più giovane e proprio sul 6-5, con un diritto incrociato che si spegne oltre la linea di fondo campo (7-5). Non ci sono invece break nel secondo set ed è quindi necessario un secondo tie break, ma ancora una volta, nonostante un iniziale 3-1, è De Minaur a sbagliare al primo match ball di Basic e consegnargli la vittoria (8-6).
In semifinale, Basic dovrà vedersela oggi (non prima delle 16) contro lo slovacco Lukas Lacko. Il numero 4 del tabellone, 104 al mondo, recente vincitore del ben più quotato torneo della sua città di residenza Bratislava, è davvero spietato contro l’azzurro Stefano Travaglia, numero sei del seeding e 137esimo al mondo. La superiorità dello slovacco è talmente schiacciante che non solo non concede palle break, ma strappa due volte il servizio all’azzurro al quarto e al sesto game prima di chiudere per 6-1, con un settimo game a zero, e dopo solo 25’ di gioco. C’è più equilibrio nel secondo set, almeno fino al 3-3. Al settimo gioco il 30enne di Piestany si procura due palle break. Travaglia, tra un lamento e un altro, annulla la prima con un ace, ma non la seconda ed è 4-3. A quel punto è sin troppo facile per Lacko conservare il proprio servizio (solo sei quindici in cinque turni di battuta) e chiudere il set per 6-4. “La differenza è stata nella risposta – dice Lacko. Sin dall’inizio ho risposto meglio di Travaglia e poi io amo questa superficie veloce e questi rimbalzi, mentre il mio avversario è andato in difficoltà ogni volta che acceleravo. Il campo di Brescia mi piace molto perché è veloce. Nel tennis dovremmo avere tre tipi di superficie: la terra battuta lenta, il cemento medio e l’erba veloce. Oggi il trend è di rendere tutto lento, mi sembra una stupidaggine. L’erba quest’anno era molto lenta e nessuno adottava il serve and volley… non so perché lo stiano facendo. Giocare su una superficie così veloce è sempre buono, il gioco è diverso, c’è un diverso tipo di pressione, i match sono molto equilibrati e si decidono su un paio di punti. Mi piacerebbe molto che ci fossero più tornei ATP sul rapido, ma al giorno d’oggi non ce ne sono”.
La prima coppia finalista di doppio è invece quella composta dallo svizzero nato a Brescia Luca Margaroli e dall’austriaco Weissborn, testa di serie numero due, che batte in tre set e dopo una vera e propria spettacolare battaglia il duo Bednarek/Pel, numero tre del seeding, per 6-7 7-5 14-12. Oggi (ore 15) la seconda semifinale tra la coppia numero uno formata da Arends/Gille contro gli azzurri Motta/Travaglia che nei quarti hanno eliminato Bury/Uzhylovskyi, numero quattro, per 7-6 4-6 10-5.
Salvatore Messineo (Giornalista di Brescia Oggi)