La finale di Coppa Davis è stata un’incubo che ancora tormenta le notti di Steve Darcis. Il belga, che a Lille ha vinto dieci giochi in sei set, (6 contro Tsonga e 4 contro Pouille), ha confermato che, oltre alla tensione, è stato un problema fisico a compromettere la qualità delle sue prestazioni. E per di più la più banale delle infiammazioni per un tennista: una epicondilite, più comunemente nota come gomito del tennista. Un fastidio che, a detta del belga, andrebbe curato in un periodo di riposo che va dalle sei settimane ai tre mesi. La necessità però di difendere i colori nazionali nella finale di Davis lo ha costretto però a sole tre settimane di stop, non abbastanza per renderlo nuovamente competitivo.
“Ho la coscienza pulita, ho fatto tutto quello che potuto per arrivare al meglio il giorno della finale. Avevo però poche partite di livello nelle gambe. Questa finale rimarrà una delle più grandi delusioni della mia carriera: se ci penso su, ancora non riesco a dormirci serenamente. Ovviamente ricevo anche complimenti per quello che ho fatto durante la stagione per la mia nazionale, ma quello che rimarrà nella mente di tutti è la sconfitta in finale“.
Dopo la finale Steve ha beneficiato di altri dieci giorni di riposo assoluto e poi si è sottoposto a una serie di controlli che hanno confermato come l’infiammazione sia ancora presente. Il dolore lo accompagna quotidianamente, nei gesti più banali come bere l’acqua o stringere la mano (difficoltà confermata dal giornalista che l’ha intervistato per il magazine belga Sudinfo.be). Si è resa necessaria quindi un’ulteriore infiltrazione e un’ultima prevista per il 22 di dicembre. Poi la speranza di una convalescenza rapida e di rientrare già l’1 gennaio a Doha, dove al momento il belga è il primo alternate del tabellone principale.