Sta per chiudersi il 2017, contenitore di una stagione che non si è fatta mancare nulla. Oltre ai grandi ritorni, alle piacevoli scoperte e alle inevitabili sorprese, non sono mancati neppure i ritiri. E, ahinoi, quest’anno la lista dei tennisti che hanno appeso la racchetta al chiodo si è allungata rispetto a un 2016 piuttosto scarno da questo punto di vista. Certo, facendo un raffronto col calcio, il palmarès di bandiere come Lahm, Terry, Totti e Lampard, che hanno lasciato proprio quest’anno, è di sicuro più ricco di trofei rispetto al gruppo di quelli che hanno detto addio al tennis nel 2017. Ma tra gli undici ritiri che l’ATP ha registrato durante questa stagione, ci sono giocatori sì meno acclamati dalla folla, ma che, in un periodo dominato dai Big Four, senza vincere titoli blasonati si sono fatti strada fino alla top 10 o alla top 20, togliendosi parecchie soddisfazioni nei loro anni nel Tour maggiore. Onoriamo perciò gli undici giocatori che hanno detto addio al mondo del tennis nel 2017, senza dimenticarci una nobile eccezione…
RADEK STEPANEK, 39 anni
- Best ranking: 8
- Titoli ATP: 5 (18 in doppio)
- Due Coppe Davis con la Repubblica Ceca (2012, 2013)
- Bronzo a Rio 2016 nel doppio misto
- Carriera: 1996-2017
È stato l’ultimo della lista a salutare e in tempo record si è già trovato un altro ruolo di rilievo nel mondo del tennis. Il neo allenatore di Novak Djokovic ha annunciato l’addio il 14 novembre in una conferenza a Praga: l’ultima operazione alla schiena ha dato il colpo di grazia al fisico del buon Radek, che anche da quasi 40enne continuava a mettere in campo il solito gioco d’altri tempi che ha caratterizzato la sua carriera. Nel 2012 e il 2013 ha colto i successi più grossi, portando la Repubblica Ceca per due volte sul tetto del mondo e vincendo due titoli Slam in doppio con Leander Paes. Dopo l’ultimo titolo in singolare a Washington 2011, ha passato gli ultimi anni tra i fisiologici infortuni di un atleta con alle spalle vent’anni di carriera. Per l’ex numero otto mondiale, ora c’è subito una sfida molto stimolante: riportare Djokovic ai vertici del tennis nel 2018.
JUAN MONACO, 33 anni
- Best ranking: 10
- Titoli ATP: 9
- Coppa Davis con l’Argentina nel 2016
- Carriera: 2002-2017
Altro ex top ten a lasciare i campi è stato “Pico” Monaco, che ha salutato tutti a maggio attraverso i social. La storica vittoria in Davis dello scorso anno con i colori dell’Argentina è stato l’ultimo urrà della sua carriera, in cui ha ottenuto buonissimi risultati soprattutto sulla terra battuta. Proprio sul rosso ha alzato otto dei nove titoli conquistati nel singolare, tra cui tre nel 2012 gli hanno permesso di entrare tra i primi dieci giocatori del mondo. È nota la grande amicizia con Rafa Nadal: in coppia con l’attuale numero uno ATP ha vinto nel 2015 il torneo di Doha, da aggiungere agli altri due trionfi in doppio di nove anni fa (Valencia e Auckland).
PAUL-HENRI MATHIEU, 35 anni
- Best ranking: 12
- Titoli ATP: 4
- Carriera: 1999-2017
Non c’era nessun riflettore puntato sull’ultimo punto della carriera di Paul-Henri. Ha abbandonato il tennis senza che gli organizzatori del Masters 1000 di Bercy gli concedessero una wild-card per fargli sentire un’ultima volta gli applausi del suo pubblico, perdendo così nell’ultimo turno di quali. Quasi due decenni nel Tour per il giocatore di Strasburgo, spesso ricordato solamente per aver perso l’incontro decisivo della finale di Davis 2002 dal coetaneo Youzhny, quando era in vantaggio due set a zero. Curioso come si ritiri proprio quest’anno, quando i transalpini sono riusciti ad alzare di nuovo la tanto agognata insalatiera. “Paulo” è comunque riuscito a raggiungere un best ranking di tutto rispetto (12), portandosi a casa quattro titoli in singolare, due vinti nel 2002 (anno in cui venne votato ATP Newcomer of the Year) e due nel 2007.
ALBERT MONTANES, 37 anni
- Best ranking: 22
- Titoli ATP: 6
- Carriera: 1999-2017
Da Barcellona a… Barcellona. Dove esordì nel circuito maggiore, Albert Montanes ha finito il suo percorso, durante la scorsa edizione dell’ATP 500 catalano. Tipico giocatore spagnolo da terra battuta, sulla quale è riuscito ad alzare ben sei trofei. Il più emozionante rimane per lui quello colto nel 2010 all’Estoril, dove il suo rovescio a una mano prevalse su quello di Roger Federer in semifinale. Riuscì poi a battere in finale Gil, difendendo il titolo conquistato nell’edizione precedente. Saluta così un altro esponente della “classe operaia”, che aveva nella lotta e soprattutto nel cuore le sue armi migliori.
BENJAMIN BECKER, 36 anni
- Best ranking: 35
- Titoli ATP: 1
- Carriera: 2005-2017
Un nome, una garanzia. Pur senza gli Slam di Boris, Benjamin avrà il suo nome scritto nelle pagine della storia del tennis e ha anche tanto spazio tra quelle di “Open”. Nel 2006 infatti batteva Andre Agassi a Flushing Meadows, nell’ultimo match della carriera del campione di Las Vegas. Era destino che finisse con Becker, scriverà Agassi. Con quel risultato (si fermò al turno successivo), il tedesco entrò per la prima volta nella top 100, in cui raggiunse massimo il numero 35. L’unico titolo l’ha portato a casa sull’erba di ‘s-Hertogenbosch nel 2009, un anno prima di mettere fine a un’altra illustre carriera della racchetta, quella di Carlos Moya, che sconfisse, come avvenuto contro il coach di Nole Djokovic, a Madrid, in casa dell’avversario.
MARCO CHIUDINELLI, 36 anni
- Best ranking: 52
- Coppa Davis con la Svizzera nel 2014
- Carriera: 2000-2017
Tra l’emozione del centrale di Basilea e di Roger Federer, amico da una vita, lo svizzero ha detto due mesi fa addio al tennis giocato. L’unica semifinale nei tornei del circuito maggiore l’ha proprio colta nel torneo di casa (2009), ma l’ha persa, neanche a dirlo, contro Federer. Chiudinelli fa infatti parte del gruppo di giocatori rossocrociati nati con la sfortuna (o la fortuna) di stare all’ombra di “Re Roger”, del quale Marco è coetaneo. La conquista della Davis, in cui vanta in singolare otto vittorie e tredici sconfitte, nel 2014 è di sicuro il momento più alto della carriera dell’ex numero 52 ATP, protagonista in doppio nella vittoria al primo turno di quell’anno contro la Serbia e anche (purtroppo per lui) in coppia con Wawrinka nella sconfitta 24-22 al quinto set contro Berdych e Rosol nel 2013.
GREGA ZEMLJA, 31 anni
- Best ranking: 43
- Sei trofei challenger
- Carriera: 2004-2017
Ha chiuso presto la sua carriera il primo giocatore sloveno a sfondare il muro dei primi 50 giocatori ATP, annunciando il ritiro a Portorose, dove ha conquistato nel 2013 il titolo challenger. Proprio nel 2013 una mononucleosi fermava la corsa di Grega quando era nel pieno della sua forma impedendogli di tornare sui suoi livelli abituali. Vanta nello stesso anno una finale ATP a Vienna (l’unica) e anche sei titoli a livello challenger. Zemlja oltre ad essere stato il primo sloveno in top 50 è stato anche il primo tennista del suo paese a giocare un terzo turno nei tornei dello Slam.
SOMDEV DEVVARMAN, 32 anni
- Best ranking: 62
- Carriera: 2008-2017
Il primo ad appendere la racchetta al chiodo nel 2017 è stato proprio Devvarman. All’annuncio, avvenuto il due gennaio dopo la rinuncia a Chennai, il tennista indiano non disputava un match da marzo 2016, motivo per cui il suo ritiro era già nell’aria. Vanta un trionfo challenger in patria a Nuova Delhi (2015) e due finali ATP (nel 2009 a Chennai e nel 2011 a Johannesburg), ma soprattutto ha portato a casa 14 vittorie in 24 incontri di singolare in Davis difendendo i colori della sua nazionale.
GIOVANNI LAPENTTI, 34 anni
- Best ranking: 110
- Dieci titoli challenger
- Carriera: 2002-2017
Aveva dichiarato a febbraio che a fine stagione avrebbe smesso e così è stato. Si chiude quindi anche la carriera del minore dei fratelli Lapentti. I due ecuadoriani, Giovanni e Nicolas, si sono resi protagonisti di un singolare momento proprio in occasione del torneo di Quito. Nicolas, ritiratosi dal tennis sette anni fa, ha accettato la richiesta del fratello di impugnare di nuovo la racchetta per un doppio celebrativo, nel suo ultimo torneo ufficiale. E non è andata così male: sconfitta solo al tie-break decisivo del terzo set.
Anche due doppisti hanno lasciato il tennis in quest’annata: l’ex numero 6 del mondo nella specialità Mariusz Fyrtsnberg e Colin Fleming, ex numero 17. Il primo, a 37 anni, ha diviso il campo con Marcin Matkowski, conquistando quindici trofei, una finale allo US Open nel 2011 e cinque qualificazioni al Masters di Londra. Fleming vanta invece otto titoli nella specialità, molti dei quali ottenuti con Ross Hutchins, ora Chief Player Officer dell’ATP.
Ancora non mettiamo la parola fine sulla carriera di Tommy Haas, da quest’anno direttore del torneo di Indian Wells, che ancora non ha annunciato ufficialmente il ritiro dal tennis. L’ex numero due del mondo starebbe senza dubbio in cima alla lista degli addii illustri del 2018, ma per ora restiamo ancora convinti che ci concederà di ammirarlo almeno un’ultima volta. Sam Groth ha già detto che l’Australian Open 2018 sarà il suo ultimo torneo e per l’occasione Hewitt, ritiratosi nel 2016, tornerà in campo al suo fianco nel torneo di doppio, una storia simile a quella dei fratelli Lapentti. Anche Julien Benneteau lascerà il circuito nel 2018, come annunciato nella sua settimana magica a Bercy. Che non sia arrivata l’ora anche per Feliciano, Karlovic, Youzhny e soprattutto (Dio non voglia) Federer? Anche in questo caso, meglio non pensarci, se non vogliamo già trasformare la stagione 2018 nel “Farewell Tour” di una generazione.