SYDNEY: KIKI NON VEDE LA LUCE, OSTAPENKO BALBETTA
Ad aprire il programma della Ken Rosewall Arena è stata la sfida inedita tra la wild card australiana Ellen Perez e Kristina Mladenovic. La numero 11 del mondo è incappata nella 14esima sconfitta consecutiva, la più grave in rapporto alla caratura dell’avversaria. Perez infatti al momento è alla posizione numero 343 del ranking e dopo aver vinto il primo set per 6-4 ha sfruttato il ritiro di Mladenovic (giunto sul 4-2 del secondo set) per poter festeggiare la prima vittoria nel circuito maggiore. La francese, prima di lasciare definitivamente il campo, ha richiesto numerose volte l’assistenza dei trainer. Il problema? La gestione dell’elevata temperatura. Per Kristina si tratta del primo ritiro nel circuito maggiore e come ha sottolineato lei stessa “quando abbiamo iniziato l’incontro c’erano 43°, mi dispiace per i tifosi”. Perez invece, 22enne mancina, ricorda ancora molto bene il suo esordio Slam di due anni fa a New York e dice: “lì mi capitò Shuai Zhang e fui massacrata (perse 6-1 6-1), quindi adesso è bello poter festeggiare una vittoria”.
La vera sorpresa di giornata la mette a segno però Ekaterina Makarova, che al primo scontro diretto elimina Jelena Ostapenko. Per la campionessa in carica del Roland Garros si tratta della seconda sconfitta consecutiva al primo turno. Il primo set è stato un vero e proprio viaggio sulle montagne russe: Makarova, grazie anche alla solidità sul lato del rovescio, sembrava in grado di portare a casa il parziale e due volte ha servito per farlo. In entrambi i casi tuttavia la pressione ha giocato un ruolo determinante e il verdetto è stato rinviato al tie-break. Qui la lettone non ha risposto presente vincendo appena tre punti. Il secondo set è stata una vera tragedia per Ostapenko che ha persino messo a segno il game (im)perfetto: quattro doppi falli consecutivi. In risposta le cose non sono andate meglio, complici anche i servizi ben variati di Makarova che hanno generato una gran quantità di risposte sbagliate. Solamente un guizzo finale ha permesso alla 20enne di evitare il 6-0; anche in questa sconfitta sembra che il caldo abbia fatto la sua parte. Per la russa (decima vittoria su una top 10 negli ultimi 12 mesi) il tabellone si apre ora in maniera molto invitante. Rinviato quindi l’appuntamento di Jelena Ostapenko con la prima vittoria nel 2018: la numero 7 del mondo è apparsa troppo incerta e priva della solita verve. I punti in uscita nel primo trimestre non costituiscono un ammontare preoccupante e il margine sull’ottavo posto di Garcia, oltre 600 punti, le consentono tempo e modo di entrare in forma. Ma a Melbourne la attendiamo in ben altre condizioni.
Quello che doveva essere il primo match sul campo numero 1, si è invece trasformato nell’incontro di chiusura di giornata. Inizialmente Shuai Peng avrebbe dovuto sfidare la russa Vesnina, ma al ritiro della cinese ha liberato un secondo spot da lucky loser per Arruabarrena. La spagnola tuttavia non è mai riuscita a entrare in partita e ha perso il suo secondo incontro di giornata (dopo il turno decisivo delle quali contro Cepede Royg) con un doppio 6-2.
Paolo Di Lorito
HOBART: INDOMABILE BUZĂRNESCU, FUORI OSAKA
È ai blocchi di partenza il torneo WTA Moorilla Hobart International, che si gioca sul cemento outdoor nella capitale dello stato federale Tasmania, Hobart, e che insieme ai tornei di Sidney e Brisbane compone le Australian Open Series, culminanti negli Australian Open di Melbourne, al via il giorno 15 gennaio. Il torneo, attivo dal 1994, vanta un prize money di 250.000 dollari e detiene un insolito record: non è stato mai vinto due volte dalla stessa giocatrice. La campionessa in carica è Elise Mertens (tds n.2), che esattamente un anno fa era stata protagonista di un curioso caso di ritiri e sliding doors proprio qui in Tasmania, al secondo round; da lì in poi la carriera della belga sarebbe decollata, con il best ranking a fine anno (36°) e la finale a Istanbul (persa contro Svitolina). Nessuna italiana in tabellone, una sola giocatrice australiana è rimasta in gioco dopo l’eliminazione di Cabrera: è la giovane wild card Jaimee Fourlis (classe ’99 e n.325 WTA).
L’incontro più interessante della giornata è quello tra Mihaela Buzărnescu, n. 56 WTA, e la peperina Alizé Cornet,n. 38, vincitrice qui a Hobart nel 2016 e recentemente passata, non senza qualche polemica, dalla Lacoste al suo nuovo sponsor Lotto. La rumena, seppur coperta in più parti del corpo dal tape kinesiologico, sconfigge la francese di Nizza aggredendola senza pause con il suo tennis fulmineo ed efficace, fatto di anticipo e di angoli molto stretti. Buzărnescu detta a tutti gli effetti l’inerzia dell’incontro, comandando praticamente ogni scambio e togliendo tempo e fiato alla transalpina, spostandola e costringendola a coprire il campo e quindi a commettere spesso l’errore. Appassionante la storia della mancina rumena, che in una carriera segnata dagli infortuni è la giocatrice più anziana del tour ad aver raggiunto la top 100 e ha trovato il tempo di conseguire una laurea in Scienze dello sport. Di tutt’altra fattura il match vinto dalla statunitense di origine uzbeka Varvara Lepchenko contro l’ex campionessa del torneo tedesca Mona Barthel. Incontro non particolarmente spettacolare (appena cinque vincenti nel primo set) né troppo vibrante, caratterizzato dal vento e dagli errori gratuiti: tante risposte sbagliate per Barthel ma diversi regali anche da parte di Lepchenko, colpevole di essersi fatta portare addirittura al tie-break da una giocatrice assente per gran parte del match. Lepchenko incrocerà la vincitrice del derby rumeno Begu-Niculescu.
Lo scontro inedito tra Putintseva e Osaka, invece, delude i promotori del talento della giapponese. Fin da subito si nota la potenza dei colpi di Naomi, che martella la kazaka nel tentativo di spingerla fuori dal campo; risponde la Putintseva con intelligenti rotazioni, soprattutto di dritto, che costringono Osaka ad arretrare per non dover colpire la palla all’altezza delle spalle. Assieme alle variazioni in slice, costituiscono il tema tattico vincente per Putintseva. Osaka non trova mai la giusta profondità, aggredendo forse con troppa foga i colpi insidiosi della Putintseva, laddove la kazaka sfoggia concentrazione e lucidità. Si arriva rapidamente al 6-3, con addirittura due punti fotocopia: chiamata a rete da una palla corta, la Osaka affonda quasi consecutivamente due rovesci nella rete, nello stesso punto. Nel secondo set, sul punto che assegna il 4-3 alla kazaka, Osaka appare talmente abituata all’errore da fermarsi dopo aver tirato un dritto vincente, sulla riga. È il simbolo perfetto della resa: tanto potenziale, tanto punch, ma ancora scarsa lucidità in campo per Naomi Osaka.
Tra i match di domani, spicca la sfida tra la bielorussa Aryna Sabalenka, in grande ascesa, e la wild card Eugenie Bouchard che viceversa non sta attraversando un grande momento di forma.
Michele Blasina
Risultati:
SYDNEY
[WC] E. Perez b. [5] K. Mladenovic 6-4 4-2 rit.
E. Makarova b. [3] J. Ostapenko 7-6(3) 6-1
E. Vesnina b. [LL] L. Arrubarena 6-2 6-2
HOBART
B. Haddad Maia b. [WC] L. Cabrera 6-3 6-2
M. Buzarnescu b. [4] A. Cornet 6-2 6-4
V. Lepchenko b. M. Barthel 6-0 7-6(4)
Y. Putintseva b. N. Osaka 6-3 6-3