DELPO NON BRILLA MA C’È – Il match più interessante della giornata doveva essere la seconda semifinale, quella tra Juan Martin del Potro e David Ferrer, visto soprattutto l’ottimo stato di forma dello spagnolo. Così, purtroppo, non è stato. Un inizio imperfetto da parte di Ferrer, che cede subito il servizio, condiziona probabilmente l’intero match. Del Potro gioca tranquillo e disinnesca abbastanza facilmente la regolarità del gioco dello spagnolo con il servizio e con il diritto. Dispendioso il tentativo di Ferrer di stare il più possibile con i piedi dentro il campo per arginare la potenza dei colpi di Delpo, che sembra aver trovato nel rovescio in back quell’arma in più per far giocare sotto ritmo gli avversari, specie quelli come lo spagnolo. 6-4 il primo parziale in favore dell’argentino.
Nel secondo set Delpo sembra distrarsi un po’. Ferrer gioca bene e ne approfitta: nell’ottavo gioco arrivano due palle break consecutive che se trasformate gli permetterebbero di andare a servire per il set. Ma il buon Ferru non ne approfitta. Delpo si salva e nel game successivo toglie a sua volta il servizio allo spagnolo con il colpo più bello dell’incontro, un passante di diritto in corsa su uno smash non definitivo dello spagnolo. Doppio 6-4 dunque per un del Potro leggermente sotto i suoi standard ma comunque in buona forma, sicuramente fra i più pericolosi a Melbourne.
ROBERTO, CHE FATICA – Molto più sofferta del previsto (e inaspettatamente più appassionante) l’altra semifinale, quella tra lo spagnolo Roberto Bautista Agut e l’olandese Robin Haase, durata quasi tre ore di gioco e conclusasi al tie-break del terzo set. Nonostante una partenza un po’ incerta, Haase, subito sotto 3 a 0, riesce a riprendersi e a rientrare in partita, grazie a un gioco particolarmente aggressivo e a un Bautista davvero troppo attendista. Salva tre set point sul 6 a 5 per lo spagnolo e vince un tie-break tiratissimo (9 punti a 7), annullando un altro set point a un Bautista che non riesce a concretizzare le occasioni. Dopo un primo set molto intenso, i due rifiatano nei primi game del secondo, fino al settimo gioco, dove Haase, un po’ improvvisamente, regala il break allo spagnolo, che però non riesce a concretizzare neanche questa volta, restituendo immediatamente il servizio. Haase sembra particolarmente ispirato, e Bautista è costretto a servire due volte per rimanere nel match; ma proprio sul più bello, l’olandese si scioglie, giocando un tie-break disastroso (complice anche una maggiore aggressività dello spagnolo).
La sensazione è che Haase non sia riuscito ad affondare il colpo decisivo. Dopo due ore di gioco si arriva dunque al terzo set con Bautista decisamente favorito. E difatti Haase appare sempre più affaticato: Bautista sfrutta il momento e brekka subito l’olandese, allungando sul 4 a 1. Sull’orlo del baratro, sotto 4-1 e 0-30, Haase ritrova inaspettatamente le energie e si riprende il break, grazie a due punti spettacolari sul 4 a 2. L’olandese torna a crederci e anche in questo parziale si arriva al tie-break. Il primo mini-break però è di Bautista, che riesce a conservarlo fino al match point, sul 6-5: uno splendido pallonetto di rovescio che sfiora di pochi centimetri la linea di fondo.
Fantastic finish! @BautistaAgut survives an epic thriller in Auckland. pic.twitter.com/XX9h2umSpc
— Tennis TV (@TennisTV) January 12, 2018
Bautista è apparso solido come sempre ma un po’ remissivo e soprattutto non concretissimo. Haase sicuramente più brillante ma anche incapace di dare l’affondo finale al match. Seconda finale qui ad Auckland per lo spagnolo, già campione qui nel 2016, che dunque se la vedrà con del Potro, anche lui vittorioso ad Auckland in quel magico 2009 che gli regalò lo US Open. Quattro i precedenti tra i due, con l’argentino che ha perso il primo scontro, in cinque set, proprio a Melbourne, nel 2014.
Risultati:
[5] R. Bautista Agut b. R. Haase 6-7(7) 7-6(3) 7-6(5)
[2] J.M. del Potro b. [7] D. Ferrer 6-4 6-4
Alessio Spinelli