dal nostro inviato a Melbourne
D. Kudla b. [20] M. Berrettini 4-6 6-3 7-5
BERRETTINI, UNA BRUTTA SCONFITTA E UNA BELLA SORPRESA – “Voglio morire! ma che ca**o ho fatto per meritarmi questo!”, grida Matteo, scagliando una palla tre campi più in là, nel momento in cui l’avversario, lo statunitense Denis Kudla, lo brekka andando in vantaggio 6-5 nel terzo set. Pochi minuti prima, il giovane azzurro si era trovato a servire per il match, sul 5-3 in suo favore, arrivando al 40-15 e a due match-point. Sembrava fatta, ma come si sa, e come purtroppo sta imparando a sue spese Berrettini, se in molti chiamano il tennis “lo sport del diavolo”, un motivo c’è. Dispiace sinceramente vedere l’espressione affranta del ragazzo, quando Denis chiude la partita, e accede al suo posto al tabellone principale degli Australian Open 2018, ma se può essere di consolazione, non si possono imputagli colpe particolari. Kudla, in bilico sul proverbiale cornicione, ha giocato benissimo quei punti vitali, e non ha praticamente più sbagliato fino alla fine.
E dire che le cose si erano messe nel verso giusto fin dall’inizio, con un primo set incamerato da Matteo per 6-4, e un servizio che non lasciava scampo a Denis, ace a grappoli (saranno ben 21 alla fine, contro i 2 di Kudla), e in generale un bel gioco fatto di solidità e grandi botte di dritto. Nel secondo parziale, nei primi tre game di battuta, lo statunitense affronta palla break, annullando sempre bene il vantaggio dell’azzurro, mentre Berrettini serve alla grande. Ma alla prima incertezza, sotto 4-3, Matteo si fa sorprendere, viene brekkato, e si ritrova al set decisivo.
Berrettini riparte comunque bene, brekka al secondo game, va 3-0, poi sul 4-1 ha ancora due palle break che significherebbero il 5-1, ma Denis lo fulmina con due vincenti, uno di dritto e uno di rovescio. Fenomenale Kudla oggi nei momenti importanti. E poi, come detto, si arriva al dramma finale, con il sogno “main draw” che sfugge letteralmente dalle mani all’azzurro, per la costernazione sua, nostra, di coach Vincenzo Santopadre, e dei tanti componenti del “clan Italia” presenti a sostenerlo, tra loro la capitana di Fed Cup Tathiana Garbin e gli allenatori di Lorenzo Sonego (Giampiero Arbino) e Paolo Lorenzi (Claudio Galoppini). Coraggio, Matteo, fai tesoro di questa esperienza, ti aspettiamo alla prossima occasione, che certamente ci sarà, e anche presto.
EDIT ULTIMA ORA: l’occasione c’è, ed è immediata. Grazie al forfait di Filip Krajinovic, Berrettini entra ugualmente in tabellone, ripescato come lucky loser! Affronterà Adrian Mannarino martedì.
[11] L. Kumkhum b. [20] S. Errani 6-4 6-1
ERRANI, CHE BRUTTA GIORNATA – Grande delusione, per Sara, lo sgambetto che le fa la tailandese Luksika Kumkhum, dal nome quasi più bizzarro del gioco, costruito su dritto e rovescio entrambi colpiti a due mani. Dal festival di break e contro-break (su 10 game giocati, solo 3 servizi tenuti, 2 da Kumkhum, uno da Errani) in cui si trasforma il primo set, esce vincente Luksika, che dà l’impressione di non soffrire più di tanto la pressione e i tentativi di variazione di Sara. I fondamentali quadrumani di Kumkhum sembrano sempre più solidi ed efficaci con il passare dei minuti, e l’ultimo sussulto dell’azzurra è il break piazzato in apertura di secondo parziale.
Sarà infatti l’ultimo game conquistato da Errani in questi Australian Open, perchè da quel momento in poi Luksika, spingendo con grande efficacia da fondo, e aggredendo senza pietà le deboli seconde palle di Sara, infila una striscia di sei giochi consecutivi. Il dritto (o meglio, il colpo giocato da destra) lungolinea vincente che chiude il match in suo favore manda a casa una Errani apparsa in difficoltà quasi costante. La speranza è che questa partita decisamente nata male e finita peggio non lasci scorie psicologiche all’azzurra, impegnata nella risalita in classifica verso le posizioni che le competono per qualità ed esperienza.