Giornata di rientri, questo day 2 degli Australian Open. C’era grande attesa per rivedere il campo Stan Wawrinka e soprattutto Novak Djokovic. Tutti e due pronti a togliersi la ruggine di dosso dopo il medesimo periodo di assenza (sei mesi) dalle competizioni ufficiali. Il migliore a uscire dai blocchi è stato senz’altro il serbo, autore di un’ottima prestazione contro Young. Wawrinka ha battuto Berankis mostrando ancora qualche scoria del lungo stop. L’altro ‘convalescente’, che però aveva scelto di testarsi senza successo a Brisbane due settimane fa, è Milos Raonic. Il canadese non si è affatto dimostrato pronto.
DJOKOVIC: ‘ALLORA, DOVE ERAVAMO RIMASTI?’ – No, non si tratta di una dichiarazione del serbo – che comunque a fine partita apparirà raggiante nell’affermare “ho giocato un tennis perfetto, come se non mi fossi mai fermato” – ma è il segnale lanciato da Novak Djokovic con il severo e per nulla problematico 6-1 6-2 6-4 che ha sancito l’eliminazione di Donald Young. 188 giorni dopo il ritiro contro Berdych a Wimbledon, ultimo incontro ufficiale disputato dal serbo, Nole ha superato brillantemente il primo esame del 2018. Non che lo statunitense sia oggi ostacolo chissà quanto probante, ma certo Djokovic non avrebbe potuto trovare prestazione e atmosfera migliore per il rientro ufficiale nel tennis che conta. Il pubblico lo ha accolto con un caldo saluto e l’ex numero 1 del mondo, nonché 6 volte vincitore del torneo, lo ha ripagato con una prestazione confortante e lineare, con qualche sbavatura solo nella terza frazione, apparentemente frutto di un calo di concentrazione comunque giustificato dal punteggio. Il tennista serbo è apparso in palla, concentrato e in fiducia; sciolto nei movimenti, pronto a sostenere lo scambio e con una ottima mobilità. Lo schema tattico monocorde del suo avversario lo ha certamente aiutato. Young ha insistito a giocare da fondo e Djokovic non ha avuto problemi a tenere in fase difensiva per poi accelerare e vincere i punti importanti. Il rallentamento nel terzo set emerge dai quattro match point non sfruttati sul 5-3, che hanno costretto Nole a un ulteriore turno di servizio per tornare ad alzare le braccia al cielo. Giudizio positivo per il rientro con le consuete riserve in attesa del prossimo turno con il vincente tra Monfils e Munar.
A man of many words, @DjokerNole has a chat to the crowd after his first round win.#AusOpen pic.twitter.com/Kgp1WD4S3b
— #AusOpen (@AustralianOpen) January 16, 2018
Prodigo delle consuete sottolineature sull’importanza del tempo trascorso con la famiglia, Djokovic è apparso sereno anche ai microfoni. “Non ho mai affrontato questa particolare situazione nella mia carriera, penso di essere stato fuori al massimo per un mese e non avevo mai saltato uno Slam. Ho avuto una grande carriera e nessun atleta si augura mai di avere un infortunio, ma allo stesso tempo ho avuto modo di passare più tempo con la mia famiglia. Sulla prestazione di oggi: “Dopo sei mesi non sai mai come ripartirai dai blocchi, appena un mese fa non sapevo se avrei avuto il livello per giocare questo torneo. Invece ho giocato un tennis perfetto”. I ringraziamenti di rito ad Agassi, prontamente inquadrato assieme al nuovo acquisto Stepanek che i salamelecchi dovrà ancora meritarseli. La certezza è che fisicamente Djokovic c’è. Quanto, come e con quali prospettive lo scopriremo nei prossimo giorni. In sala stampa intanto ha parlato del suo nuovo movimento del servizio: “Sono soddisfatto della mia seconda palla, la prima era altalenante avrò bisogno di tempo per abituarmi ai cambiamenti
Andrea Franchino
WAWRINKA, RUGGINE E VITTORIA – I colpi da par suo non sono mancati, a onor del vero più dal lato del dritto che da quello del più nobile rovescio, ma la sensazione è che Stan Wawrinka non mentisse quando alla vigilia del torneo ha affermato che per lui già superare il primo turno sarebbe stato un passo importante. Nei primi due set lo svizzero ha disseminato qui e lì qualche incertezza, gambe ancora un po’ rigide e testa sonnecchiante – che si traduce in braccio pigro. L’arsenale di Berankis non è però tale da preoccupare chi questo torneo lo ha vinto, e l’inatteso tonfo nel terzo parziale è facilmente spiegabile con un dato: nessun punto vinto sulla prima del lituano, appena due sulla seconda. Insomma, è Wawrinka che sta rodandosi. L’avvio di quarto (subito 3-0 Berankis) sembra preoccupare ma bastano un paio di guizzi a Stan per rimettere il punteggio in parità, arrampicarsi mollemente al tie-break e vincerlo senza troppe difficoltà. L’avversario era poca cosa anche qui, ma certo per ricomporre i pezzi di un Wawrinka in grado di raggiungere le fasi calde del torneo manca ancora qualcosa. Difficile sia un obiettivo raggiungibile già in queste due settimane. Anche se l’Happy Slam ha già dimostrato di poter rivitalizzare chi giunga in Australia in cerca di conferme.
RAONIC, COSÌ NO – I dolori del giovane Milos sembrano non avere fine. Lo slovacco Lukas Lacko lo batte in quattro set con pieno merito, e potevano anche essere uno meno. Lo Slam australiano è in grado di sgretolare atleti ben più resistenti dello Swarovski canadese, reduce da un 2017 da non augurare al peggior nemico, segnato anche dalla separazione dal team Piatti. Raonic è apparso in difficoltà sia fisica che tattica, sempre indeciso fra l’attacco e la spinta dal fondo, finendo così per sbagliare spesso scelta. Progressi nel suo gioco non se ne vedono molti ma qualcosa dovrà fare, altrimenti non gli resterà che far notizia solo per la velocità dei suoi aces.
Lacko domina il gioco anche nel primo set, che perderà. Risale da 0-3 e prende a comandare con i fondamentali, spingendo spesso l’avversario fuori campo. Il canadese traccheggia svagato e si risveglia solo a metà tie break, sotto 2-4. Poi recupera e sorpassa a colpi di dritto, uno più bello dell’altro. Ma è sembrato un caso. Quel che sta per succedere conferma in pieno le sensazioni. Lo slovacco legge perfettamente le traiettorie in battuta di Milos, onestamente apparsa poco ficcante, e lo costringe a sprecare tante energie dove lui non è abituato. Poi come il più abile dei toreri piazza le banderillas decisive quando non c’è più ritorno, nel dodicesimo gioco del secondo e nel decimo del terzo. Raonic non riesce ad alzare il livello del suo gioco come la situazione richiederebbe. Annulla un match point con la prima sul 4-5 ma nel tie break finale soccombe ad un lungolinea eccezionale prima che il falco sancisca la fine dell’incontro mostrando fuori di un soffio un dritto a sventaglio. L’avversario oggi ha voluto più di lui la vittoria. Al prossimo turno Lacko affronterà Kicker.
Raffaello Esposito
Risultati:
M. Marterer b. C.M. Stebe 6-0 6-3 6-4
J. Benneteau b. T. Daniel 6-7(6) 7-6(0) 6-4 6-1
L. Lacko b. [22] M. Raonic 6-7(5) 7-5 6-4 7-6(4)
[26] A. Mannarino b. [LL] M. Berrettini 6-4 6-4 6-4
N. Kicker b. J. Thompson 6-3 6-1 4-6 3-6 6-3
M. Fucsovic b. R. Albot 6-2 6-3 4-6 7-5
F. Verdasco b. [20] R. Bautista Agut 6-1 7-5 7-5
J. Vesely b. [Q] V. Safranek 6-4 6-3 6-3
[7] D. Goffin b. [Q] M. Bachinger 6-7(3) 6-3 6-2 6-4
[Q] L. Sonego b. R. Haase 6-3 7-5 6-7(6) 7-5
P. Gojowczyk b. M. Kukushkin 6-3 6-3 6-1
[13] S. Querrey b. F. Lopez 6-3 6-4 6-2
[4] A. Zverev b. T. Fabbiano 6-1 7-6(5) 7-5
T. Sandgren b. J. Chardy 6-4 7-6(2) 6-2
G. Monfils b. [Q] J. Munar 6-3 7-6(5) 6-4
[25] F. Fognini b. H. Zeballos 6-4 6-4 7-5
[21] A. Ramos-Vinolas b. J. Donaldson 6-2 6-3 6-4
[9] S. Wawrinka b. R. Berankis 6-3 6-4 2-6 7-6(2)
[29] R. Gasquet b. B. Kavcic 6-1 6-4 7-5
J.L. Struff b. [WC] S.W. Kwon 6-1 6-2 6-4
[Q] D. Kudla b. S. Johnson 6-7(5) 6-3 7-6(3) 6-2
D. Medvedev b.[WC] T. Kokkinakis 6-2 6-7(6) 7-6(8) 6-4
[WC] T. Smyczek vs [WC] A. Popyrin 6-3 6-7(14) 6-3 6-3
E. Donskoy b. F. Mayer 6-4 6-4 6-4
[14] N. Djokovic b. D. Young 6-1 6-2 6-4
[5] D. Thiem b. G. Pella 6-4 6-4 6-4
G. Garcia-Lopez b. B. Paire 6-0 6-7(4) 6-1 6-4
K. Khachanov b. [LL] P. Polansky 7-6(3) 7-6(2) 6-4
H. Chung b. [32] M. Zverev 6-2 4-1 rit.
[19] T. Berdych b. [WC] A. De Minaur 6-3 3-6 6-0 6-1
[2] R. Federer b. A. Bedene 6-3 6-4 6-3
[12] J.M. del Potro b. F. Tiafoe 6-3 6-4 6-3
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