Dopo finali indoor con relative rabbie croate (“E lo slam al sole?”), “piccoli interventi medici” nella patria di Jung e il campionato a squadre più snobbato dai grandi dopo la serie D3, si torna a fare sul serio con l’evento che è riuscito a innescare una spirale di fama insieme al campione (mai) uscente, Victor Estrella Burgos. Con i campi abbarbicati a 2.370 metri di altitudine, il feltro giallo sfreccia carico di topspin tra le rade molecole d’aria rischiando di decollare con buona pace di Bernoulli. Il gigante croato Ivo Karlovic, non certo un assiduo frequentatore di tornei minori sulla terra, si presentò qui lo scorso anno confermando la rapidità delle condizioni: 39 ace nell’incontro d’esordio. Purtroppo per lui, però, dall’altra parte della rete c’era il piccolo Stella, senza cielo ma con la sua lunga racchetta bianca e blu, che lo regolò in tre appassionanti tie-break.
ARIA POCA, CERTEZZE TANTE – Pur sapendo come andrà a finire, non delude le attese la “classica” di Quito: Victor Estrella Burgos e Thomaz Bellucci si scontrano qui per la quarta volta in quattro edizioni. Dopo una finale e due semi, però, quest’anno si trovano al primo turno, con il brasiliano al rientro dopo un curioso mix di problemi al tendine d’Achille e integratori contaminati. Bellucci esaspera la ricerca del dritto per comandare gli scambi inchiodando Estrella nell’angolo del rovescio con qualche errore di troppo che gli costa due volte la battuta, ma Estrella rende subito i break e, anzi, subisce quello decisivo al decimo gioco. Troppi i doppi falli di “Viti” che sente evidentemente la tensione perché, su questo campo, è un po’ come Federer negli Slam: non deve dimostrare più nulla, ma ogni volta c’è la possibilità di un nuovo record che diventa necessità. Il brasiliano continua a fare gioco con il dritto, Victor rimane in scia e sorpassa al nono gioco, ma è il game successivo a far girare davvero il match con Estrella che chiude il secondo set rimontando da 0-40. Il terzo parziale è una formalità che consegna a Estrella Burgos la sedicesima vittoria consecutiva in questo torneo.
TRAVAGLIA BATTAGLIA – Rimontando uno svantaggio di 1-4 nel set decisivo, Stefano Travaglia si aggiudica un match tiratissimo contro Pablo Andújar. Per lo spagnolo, questa stagione segna il terzo tentativo di rientro negli ultimi due anni e mezzo martoriati da tre operazioni al gomito dopo aver raggiunto il n. 32 della classifica; con pochissimi incontri disputati in questo lungo periodo, la vittoria nel circuito maggiore manca da gennaio 2016. Il ventiseienne di Ascoli Piceno, n. 135 ATP, incamera il primo set grazie a quattro ottime risposte sfoderate nel quinto gioco; progressivamente, tuttavia, perde fiducia nei colpi, sia con la risposta che non anticipa più sia con il dritto. Andújar pareggia il conto dei set e sembra destinato alla vittoria. Ma è proprio con la ritrovata risposta che Stefano recupera il break e, pur optando quasi esclusivamente per il rovescio slice nello scambio, ricomincia a spingere con il dritto, forza con successo qualche seconda battuta e chiude con un parziale di sei giochi a uno. Secondo turno non proibitivo contro l’ottava tds Nicolas Jarry (95 ATP) o il qualificato Facundo Bagnis.
GIOVANI VITTORIE – Primo, sofferto successo nel circuito maggiore per Corentin Moutet, diciottenne francese al suo secondo tentativo dopo la sconfitta di Melbourne per mano di Andreas Seppi. L’avversario è il trentaduenne spagnolo Adrian Menendez-Maceiras, assiduo frequentatore del circuito Challenger. Il ragazzo del ’99 gioca rilassato e in fiducia per quasi due set esibendo efficaci kick mancini da destra e smorzate precise, ma la tensione lo blocca al momento di chiudere con il servizio sul 5-4: quattro brutti errori, il successivo tie-break che va a Menendez e racchetta francese in pezzi. Lo spagnolo non riesce però a sfruttare l’inerzia, e Corentin, pur continuando a rispondere dalla “terra di Thiem” ma con una pesantezza di palla ben inferiore, va subito in vantaggio e fa suo l’incontro.
Senza grosse difficoltà se non un Mto per un problema all’occhio destro, Casper Ruud supera in due set Carlos Berlocq. I due doppi falli al dodicesimo gioco che regalano il primo set a Ruud sembrano quasi una conseguenza della stanchezza accumulata in carriera dall’argentino, passato al professionismo quando il norvegese non aveva ancora compiuto tre anni. Da lì, il match scivola via veloce verso i fiordi, ma c’è tempo per una sceneggiata di Carlos che, sullo 0-5 e 0-15, chiede invano la sospensione per pioggia. Si prende un warning, discute ancora, gioca gli ultimi quattro punti e non dà la mano all’arbitro.
Martedì in campo Federico Gaio e Marco Cecchinato, rispettivamente contro Carballes Baena e Gerald Melzer, relegati però sul campo 1, senza telecamere, per far posto al nipote di Andrés Gómez, Roberto Quiroz. Da non perdere l’ultimo incontro sul centrale dove Ivo Karlovic tenterà di battere il record di velocità sul servizio.
Risultati:
[WC] C. Moutet b. A. Menendez-Maceiras 6-4 6-7(5) 6-2
S. Travaglia b. [PR] P. Andujar 6-4 5-7 7-5
C. Ruud b. C. Berlocq 7-5 6-0
[6] V. Estrella Burgos b. T. Bellucci 4-6 6-4 6-2
[Q] A. Martin b. R. Dutra Silva 7-5 6-4
Michelangelo Sottili