da Marsiglia, la nostra inviata
MANCA SOLO IL LIETO FINE – “Stefano! Stefano!” si sente urlare dalle tribune del Palais des Sport di Marsiglia. In barba al luogo comune della scarsa simpatia tra italiani e francesi, tanti gli spettatori dell’Open 13 che hanno incitato un bravissimo Stefano Travaglia, protagonista di un match davvero esaltante contro l’ex n. 4 del mondo Tomas Berdych. Nonostante una prestazione ottima e un primo set entusiasmante, l’azzurro alla fine ha dovuto soccombere all’esperienza del ceco che, dopo 2 ore e 13 minuti di sudore e timore, gli ha strappato all’azzurro quelli che sarebbero stati i suoi primi quarti di finale ATP.
Servizi bombardieri e un dritto devastante permettono a Travaglia di sorprendere Berdych strappandogli il primo set per 7-5. Estremamente aggressivo, il marchigiano gioca a tutto braccio. Il ceco al contrario all’inizio non convince: poco propositivo e alquanto falloso, sembra più che altro subire l’offensiva avversaria facendo valere solo a sprazzi il suo tennis potente. Ad ogni ace dell’azzurro – ne ha messo a segno in tutto 18 – gli spalti si infiammano. Sul 6-5 Stefano si guadagna tre setpoint. Sfumano tutti. Ora è Berdych ad avere due palle break ma neanche lui riesce a convertirle. Per il n. 129 del mondo ci sono altre due palle per il set e, alla fine, la quinta è quella buona.
Nel secondo set Berdych si scuote e comincia ad alzare l’asticella; prende rapidamente il largo nello score salendo 4-2 e poi 5-3. Ma Travaglia è nuovamente bravissimo a cambiare l’inerzia: facendo ancora appello ai due colpi migliori, recupera il distacco e trascina il parziale al tie-break. Questa volta però la volata è del ceco, che fa suo il gioco decisivo per 7 punti a 4. Tutto da rifare. Berdych, sempre più solido e in fiducia, prende subito le distanze nella terza frazione strappando il servizio sull’1-1. Travaglia si impegna per rimanere a contatto, fino al 3-4, ma si ferma lì. Berdych è più concreto negli ultimi momenti chiave del match, quelli in cui è il bagaglio di esperienza a fare la differenza.
“Ho messo in campo il mio gioco, ho tentato di fare come sempre e, appena possibile, di andare a rete. Ho cercato di non pensare troppo a chi avevo di fronte perché poi altrimenti c’è il rischio che ci sia un po’ troppa soggezione per l’avversario, ho pensato solo a quello che dovevo fare io“, ha detto Travaglia dopo l’incontro. “A questi livelli, se non si è aggressivi e non si spinge subito, l’altro prende il sopravvento. Lui ha sicuramente alzato l’asticella ma anch’io sono rimasto solido fino alla fine. Resta un’esperienza positiva e mi servirà per i prossimi match di livello ATP”. Già da sabato Travaglia dovrebbe essere di nuovo in campo a Dubai per le qualificazioni, facendo magari tesoro di questo incontro.
STAN A PEZZI. HA SENSO COSÌ? – Continua il momento durissimo per Stan Wawrinka, fermato ancora da un avversario modesto ma soprattutto da un fisico che ancora non gli consente di essere competitivo. La strategia del tornare in forma giocando non sta pagando: dopo aver perso il primo set 6-4 con il qualificato Ilya Ivashka, n. 193 del mondo, lo svizzero è stato costretto al ritiro, ancora a causa del dolore al ginocchio sinistro operato la scorsa estate, e ha abbandonato il campo con la testa nascosta nell’asciugamano tra gli applausi di incoraggiamento del pubblico.
“Negli ultimi giorni avevo buone sensazioni e sono sceso in campo pensando che mi sarei sentito bene” dichiara Stan alla stampa, “poi purtroppo la muscolatura si è irrigidita e ho sentito il dolore alla rotula. Il mio team medico mi dice che questi dolori persistenti sono normali dopo l’operazione.” E ora? “Ora solo il tempo potrà aiutarmi. È sempre un po’ difficile perché noi sportivi siamo sempre un po’ impazienti di riprendere. Domattina farò il punto della situazione con il coach, adesso è una serata difficile”.
Ne approfitterà Nicolas Mahut, per il quale il tabellone adesso diventa più invitante. Il titolo a Rotterdam in coppia con Herbert gli ha ridato fiducia anche in singolare, e il trentaseienne di Angers è venuto a capo di un match complicato con Gilles Muller, tennista d’attacco e aggressivo proprio come lui, liberando il braccio per una vittoria in rimonta. Soddisfatto, Mahut conferma in conferenza stampa l’importanza della sua doppia natura: “Giocare con grande frequenza e la vittoria in doppio a Rotterdam mi ha dato molta fiducia. Poi, io sono un giocatore che ha bisogno di giocare tanto e adesso sento che ho trovato un buon ritmo”.
Risultati:
[9] K. Khachanov b. M. Zverev 6-2 6-1
[4] T. Berdych b. [Q] S. Travaglia 5-7 7-6(4) 6-3
[8] F. Krajinovic b. G. Simon 6-3 6-3
N. Mahut b. [6] G. Muller 3-6 6-2 6-4
[Q] I. Ivashka b. [2] S. Wawrinka 6-4 1-1 rit.