[3] R. Bautista Agut b. [WC] M. Jaziri 6-3 6-4 (dal nostro inviato, Ferruccio Roberti)
Anche i fuochi d’artificio hanno accolto l’ingresso in campo dei protagonisti della seconda semifinale: si affrontavano la terza testa di serie del tabellone, Roberto Bautista Agut, 23 ATP, e la wild card Malek Jaziri, 117 ATP. Era quella meno nobile, ma da queste parti la maggiormente sentita: basti pensare che ha richiamato l’attenzione dell’ambasciatore tunisino negli Emirati, accorso da Abu Dhabi a Dubai per vedere il suo connazionale all’opera nella partita più importante della carriera. Jaziri ha del resto molto fatto parlare di sè il mondo sportivo arabo durante questa settimana: l’altro giorno l’edizione del giornale sportivo di Dubai apriva con la foto a tutta pagina del tunisino, un onore non più riservato al tennis negli altri giorni di torneo e, crediamo, rarissime altre volte accaduto al nostro sport. La ragione dell’affetto per Jaziri è facilmente spiegabile: non vi sono tennisti locali o di zone più vicine che competono nei tornei ATP. Poichè il pubblico, specie da queste parti, per la gran parte è non avvezzo a seguire con continuità il tennis, per appassionarsi necessita di identificarsi con un ‘atleta che gli consenta di svagarsi tramite il tifo. Già negli ultimi anni quello degli Emirati aveva sempre molto tifato per il tunisino, scelto per la comunanza della lingua. Lo stesso Malek lo raccontava domenica prima dell’inizio del torneo nel corso dell’ATP Media Day: ” Il pubblico di Dubai mi vuole molto bene, qui gioco sempre bene, ma non ho mai avuto fortuna nei risultati, anche a causa di brutti sorteggi“. Per questo motivo, del resto, gli organizzatori gli avevano riservato una wild card, che Jaziri si è ampiamente meritata, sconfiggendo Dimitrov (primo top ten da lui battuto in carriera) e superando le successive prove del nove rappresentate da Haase e Tsitsipas.
Bello vedere finalmente un pubblico numeroso assistere alle semifinali (poco meno di 4000 spettatori, un numero che ha fatto per la prima volta aprire le tribune superiori del centrale, per poter consentire di accogliere tutti i possessori di biglietto). Soprattutto, e, probabilmente avrà inciso anche Jaziri, fa piacere notare che per la prima volta questa settimana non ci siano tra gli spettatori al 90% solo facce occidentali. Distinguiamo tra le tribune tanti arabi (la maggioranza) e indiani che danno un senso di efficacia a questo torneo, che, come tutti gli altri del circuito, dovrebbe avere tra gli obiettivi la promozione del tennis tra la popolazione locale.
La partita inizia poco prima delle 21, con la temperatura pià bassa sin qui registrata in questa settimana di tennis (20°). Il più “freddo” dei due tennisti è Jaziri che nel suo primo turno di servizio, nel secondo gioco, con un paio di gratuiti, porta a palla break Bautista Agut, che con un passante di dritto strappa la battuta. Il set finisce in pratica in quel frangente: Jaziri sa che non deve accettare scambi prolungati e prova a venire avanti appena può con attacchi in controtempo o, comunque, a cercare vincenti non appena ne abbia la possibilità. Tutto inutile, perchè lo spagnolo, pur non servendo nemmeno un ace (fa anche due doppi falli) e nonostante un appena sufficinete 55% con la prima, quando serve sa gestire molto bene le traiettorie di questo fondamentale per irretire Jaziri. Il tunisino arriva ai vantaggi solo nel terzo gioco, conquistando negli altri quattro turni di servizio solo un punto. Proprio con un servizio vincente, dopo 32 minuti Bautista incamera il primo set col punteggio di 6-3.
Il pubblico non ci sta, non si fa ammutolire dalla superiorità mostrata dall’iberico: contiamo più di dieci gruppetti sparsi tra le tribune con una bandiera della Tunisia agitata orgogliosamente a ogni punto vinto da Jaziri. Tutta questa bella energia sortisce l’effetto sperato: nel terzo gioco Bautista ha un calo e regala tre palle break consecutive e, sulla seconda, un dritto in corridoio manda avanti Jaziri, tra il tripudio della folla, che si riunisce sotto il coro “One two three viva Jaziri!“. Il tunisino è in furore agonistico, sale 4-1 e si produce anche, lui bimane, in un passante di rovescio a una mano in lungolinea davvero da cineteca. Improvvisamente pero, si spegne la luce per Malek, che cala e si ritrova disorientato davanti al muro rappresentato da un Bautista Agut che non sbaglia più nulla. Lo spagnolo in pochi minuti infila quattro giochi consecutivi e si porta sul 5-4, andando a servire per il match e per la finale. Il pubblico si illude per l’ennesima volta qundo Jaziri si issa sullo 0-40, ma sarà solo un fuoco di paglia: Bautista infila cinque punti consecutivi e porta a casa il match e conquista la quattordicesima finale dell sua carriera. In finale lo attende Pouille, da lui sconfitto due volte nei tre precedenti, ma il francese ha vinto l’ultimo e l’unico scontro diretto sul cemento all’aperto (US Open 2016, quando ebbe la meglio in 5 set). Onore a Jaziri, comunque uscito tra l’ovazione del pubblico: anche in questa semifinale ha giocato un tennis coraggioso, mai attendista e in diversi momenti spettacolari: ha meritato appieno il calore riservatogli questa settimana dal pubblico di Dubai.
[2] L. Pouille b. [7] F. Krajinovic 6-3 6-7(4) 7-6(5) (Michele Trabace)
Lucas Pouille è il primo finalista del torneo di Dubai. Il numero 2 del seeding ha avuto la meglio su Filip Krajinovic, tds n. 7, solo al termine del tie-break del terzo set in un confronto interrotto ben tre volte dalla pioggia, confermando l’esito dell’unico precedente andato in scena pochissimi giorni fa a Marsiglia. Per il francese si tratta della terza finale (la nona in carriera con cinque successi fino ad ora) nelle ultime quattro settimane con la vittoria a Montpellier e la sconfitta settimana scorsa a Marsiglia, ma soprattutto avrà la possibilità di entrare per la prima volta in top 10 nel caso riuscisse a far sua la finale. Il serbo conferma i suoi continui progressi, dopo aver raggiunto la finale a Parigi-Bercy, continua a migliorare il suo ranking ed è andato davvero vicino a una clamorosa rimonta a cui credeva solo lui e il suo coach mai domo. Manca un mese al confronto di Davis dell’Italia contro la Francia, dove Pouille, critico negli scorsi giorni nei confronti della riforma della manifestazione, sarà probabilmente in campo ma che rappresenta uno scoglio assai arduo da superare.
Il match comincia ma dopo poco più di un game viene richiamata l’attenzione del giudice di sedia a causa del campo non perfettamente asciutto, dovuto alla pioggia caduta a Dubai, che ha ritardato l’inizio dell’incontro di circa mezz’ora. Le ostilità riprendono ed è Pouille ad operare il break decisivo nel primo set nel sesto gioco, conservandolo fino al momento in cui con un ace incamera il primo parziale per 6-3. Krajinovic prova a scuotersi, ma sembra proprio non riuscire a tenere il ritmo del transalpino, che continua con successo ad abbreviare gli scambi, riuscendo a strappare la battuta all’avversario nel quinto game. Una pioggerellina fastidiosa riprende a scendere, per l’arbitro si può continuare a giocare e il serbo non accoglie con favore questa decisione, ma quando sembra sul punto di capitolare con Pouille al servizio per chiudere e avanti 30-0, ecco che nel decimo game arriva il break a sorpresa che ristabilisce la parità sul 5 pari. I due protagonisti devono fermarsi per alcuni minuti perché il campo è troppo bagnato; quando il gioco riparte entrambi tengono il proprio turno alla battuta, rinviando il verdetto di questa partita al tie-break: si gira con il numero 34 mondiale avanti 4-2. E’ bravo poco dopo a procurarsi tre set point consecutivi ed è il secondo a risultare quello buono grazie a una risposta vincente incrociata di rovescio, che fissa il risultato sul 7 a 4 in favore di Krajinovic. Si va al terzo.
La frazione decisiva scivola via senza scossoni fino al 4-3 per Pouille, poi di nuovo la pioggia interrompe il gioco, costringendo questa volta i tennisti a rientrare negli spogliatoi. Il rientro in campo dei protagonisti si fa attendere oltre trenta minuti e quando accade lo scontro, oltre che serrato, diventa una guerra di nervi con i due contendenti che raggiungono nuovamente il tie-break per decretare il vincitore: questa volta è il francese a portarsi avanti 4-2 al cambio campo. Il neo ventiquattrenne si procura tre match point ed al terzo con un servizio vincente finalmente può alzare le braccia al cielo.
Risultati:
[2] L. Pouille b. [7] F. Krajinovic 6-3 6-7(4) 7-6(5)
[3] R. Bautista Agut b. [WC] M. Jaziri 6-3 6-4