[8] J. Sock b. T. Fabbiano 6-2 7-5 (dal nostro inviato a Indian Wells)
L’avventura del tennis italiano in California è finita, con l’eliminazione del nostro ultimo rappresentante in gara. Nel tabellone femminile non avevamo nemmeno una giocatrice qualificata (mai successo dal 2009, ovvero da che esistono i tornei Premier Mandatory), in quello maschile avevamo già perso ieri Fognini e Berrettini. La primavera sul cemento nord-americano non inizia sotto buoni auspici per le racchette azzurre. Thomas Fabbiano (28 anni, 77 ATP) non ce l’ha fatta contro il quotato, ma non proprio al massimo della condizione, Jack Sock (25 anni, 10 ATP). Non si erano mai affrontati in precedenza.
Il match inizia con una fase che si potrebbe definire di studio, con i due giocatori che testano la resistenza dell’avversario e iniziano a costruire le proprie trame tattiche. Ovviamente, tutto servizio e super-drittone in top-spin Jack, corsa, anticipi, angoli e manovra da fondo Thomas. L’equilibrio, purtroppo per l’italiano, si rompe nel quinto game, sul 2-2, quando Sock aggredisce con efficacia qualche accelerazione delle sue, e si prende il break di vantaggio. Con coraggio, Fabbiano tira un paio di belle risposte nel game successivo, arriva a palla del contro-break, ma la legnata a 210 kmh dello statunitense gliela annulla. Accusa il colpo Thomas, e mentre Jack entra bene in ritmo alla battuta, l’azzurro vacilla fino a perdere ancora un turno di servizio, travolto dalle pallate del ragazzo del Nebraska. Il 6-2 con cui Sock si prende il primo set è un punteggio severo ma giusto, il dato statistico più rilevante è un 79% di “unreturned serves” sulla prima palla messi a segno da Jack, praticamente 4 volte su 5 con il primo servizio ha realizzato un punto diretto. “Non ha funzionato niente nel mio gioco. Primo set ok, non sono entrato in partita, lui ha servito bene, lo accetto” ammette Thomas a fine partita.
Bella la reazione di Fabbiano all’inizio del secondo parziale, break finalmente messo a segno al secondo game, poi confermato senza problemi per un vantaggio di 3-0. Thomas sta trovando le giuste contromisure al bombardamento dell’avversario, lo sposta finalmente in modo efficace, mettendo così in evidenza i limiti nella rapidità e nel footwork di un Sock onestamente non ai livelli di forma fatti vedere lo scorso autunno, tra il masters 1000 di Parigi-Bercy, vinto contro ogni pronostico, e le ATP Finals di Londra, dove andò in semifinale. L’italiano adesso vola sul campo con grande rapidità, e piazza anche una bella palla corta, ma Jack non ci sta, ricomincia a spingere bene, sul 3-1 arriva tre volte a palla break, ma Fabbiano resiste e tiene la battuta. 4-1. La partita non è neanche male, ma entrambi a volte commettono errori davvero evitabili. Di nuovo all’assalto del servizio dell’italiano, sul 5-3, Sock con un gran dritto lungolinea piazza il controbreak e poi pareggia in scioltezza, siamo 5-5.
“I set vanno chiusi quando se ne ha la possibilità”, riflette Thomas “non avevo le idee chiare, appena ho messo qualche servizio sono andato via liscio, ma poi mi sono disunito“.
L’impressione è che Fabbiano si sia lasciato sfuggire l’inerzia favorevole, e con un picchiatore come Jack dall’altra parte, la vicenda si fa difficile. Il doppio fallo commesso da Thomas, che nel game successivo consegna il secondo break consecutivo a Sock, sa di sentenza sul match, che infatti si chiude tre minuti dopo, con lo statunitense che tiene a 15 la battuta. Peccato per Fabbiano aver sprecato il vantaggio nel secondo set, chissà come sarebbe finita in un eventuale terzo parziale. Ma contro il servizio e il dritto di Sock, stasera, non c’era molto di più che l’azzurro potesse fare. Per Jack ora il terzo turno contro Feliciano Lopez, contro cui conduce per 2-1 nei confronti diretti.
“Salvo veramente poco della mia prestazione stasera, dispiace aver giocato così male contro un avversario top-10 ma in questo momento abbordabile“, conclude Thomas. La speranza ora è una wild-card per il ricco challenger di Irving, che per somma sfortuna di Fabbiano chiudeva le iscrizioni alle 19, mentre lui era in campo.
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