dal nostro inviato a Indian Wells
Poco da fare, alla fin fine sempre lì si ritorna. Practice court 1 del Tennis Garden di Indian Wells, folla sulle tribune ben superiore a quella che segue i match del torneo in svolgimento negli stadi adiacenti, il 4, il 5 e il 6, grida entusiaste, smartphone tenuti alti sopra il mare di teste come se null’altro importasse all’infuori della frenesia di catturare e conservare qualche immagine. Piccoli frammenti, raccolte di pixel a volte sfocati, a volte mossi, a volte fuori inquadratura, come sempre succede in queste circostanze. Non mi serve nemmeno consultare la “daily practice schedule” per sapere chi c’è sul terreno di gioco, mentre mi avvio verso la zona riservata ai media, a bordocampo, e rifletto su quale privilegio sia avere la possibilità di accedere in via esclusiva agli allenamenti dei fenomeni del tennis, evitando la ressa, per osservarli con calma, fotografarli, filmarli e analizzarli tecnicamente.
A due metri da me, nel caldo primo pomeriggio californiano, c’è il più fenomeno di tutti, ovviamente Roger Federer. In questa puntata della rubrica tecnica, invece che le solite foto, potremo goderci una serie di video, perchè quello che mi ha fatto vedere Roger, e che condivido con voi, è stato un “training” con diversi punti di match-play (sparring partner, Diego Schwartzman, il solido e simpatico “trottolino” argentino che sta facendo piuttosto bene nel circuito), che ci consentono di ammirare una tecnica del gioco di gambe, il cosiddetto “footwork“, di livello altissimo. Ovviamente, il modo migliore di apprezzare la leggerezza, la precisione, la fluidità da giaguaro che Federer ha nelle sue movenze in campo è vederlo filmato, le immagini statiche non potranno mai rendere l’idea a sufficienza. Oltre agli spostamenti, naturalmente, ci sono esecuzioni di ogni tipo con i colpi fondamentali che come sempre vale la pena di vedere da una prospettiva diversa dalle consuete riprese televisive. Sono tutti video originali ed esclusivi, che invito a guardare alla massima risoluzione. Andiamo in campo con Roger.
Qui sopra, una risposta in slice vincente netta. Split step in avanzamento, e rasoiata secca. Si stava ancora scaldando.
Qui sopra, ancora slice in risposta, seguito dal classico sventaglio di dritto vincente inside-out. Ottimo il posizionamento per sferrare l’attacco, con spostamento laterale-arretrato.
Qui sopra, stavolta la risposta viene impattata piena, poi ancora dritto a sventaglio, seguito da una rapidissima proiezione verso la rete, e dalla volée in chiusura. Dal dritto al colpo al volo passano meno di due secondi, la corsa in avanti-diagonale è leggerissima e precisa.
Qui sopra, altra risposta di rovescio spinta, poi dritto e attacco con chiusura semplice. La cosa più bella è il precisissimo split-step (saltello a piedi pari, in posizione frontale) che Roger esegue per proiettarsi verso il servizio in arrivo, poi come nel filmato precedente lo scatto in avanti è velocissimo.
Qui sopra, ancora due dritti a seguito di una risposta di rovescio, è lo schema di gioco che ha allenato di più, da imitare se ci si riesce la straordinaria facilità con cui Roger esegue gli split step di posizionamento, le accelerazioni che ne conseguono sono micidiali.
Qui sopra, risposta di rovescio lungolinea vincente diretta. Poco da commentare, il gesto è all’apparenza di una semplicità disarmante, il caricamento è leggero, eppure è partita una botta che ha lasciato immobile l’avversario. Da ascoltare il suono dell’impatto sulle corde, pieno che più pieno non si può.
Qui sopra, sempre allenandosi a contrastare le traiettorie esterne e al corpo, Roger prova lo sventaglio di dritto direttamente in risposta, deve andare a colpire la palla ben dal di fuori del corridoio del doppio, e ci arriva con due passetti e altrettanti saltelli frontali, per poi impattare in sospensione con il corpo inclinato in direzione contraria allo spostamento appena effettuato. Il tutto in poche frazioni di secondo, ottenendo ancora un vincente diretto (e chinando la testa in modo simpatico per accertarsi che la palla fosse finita davvero sulla riga dove la voleva lui).
Qui sopra, era passato ad allenare gli schemi di gioco quando è alla battuta, ecco un classico esempio della combinazione preferita di Roger, servizio e dritto vincente. Ancora straordinario il modo fulmineo in cui lo svizzero esce dal movimento di battuta, per poi volare lateralmente con quattro-cinque mezzi cross-step a trovare la palla per la botta risolutiva.
Qui sopra, uno scambio più complesso. Roger recupera con un allungo eccezionale, in controbalzo di dritto, la risposta aggressiva di Diego, e poi dà il via alle danze, nel senso letterale del termine. Rovescio alto, dritto, dritto, rovescio basso, attacco con lo slice. Osservate solo le gambe di Federer, il modo contemporaneamente leggero e potente con cui saltella, tenendo giù il baricentro, sempre in spinta dal basso, sempre in caricamento con le ginocchia, sempre con gli appoggi sugli avampiedi. Un ballerino, appunto.
Qui sopra, un serve&volley, concluso con un divertente mezzo smash rovesciato e no-look sul passante di Diego che impatta sul nastro, facendo impennare la palla. La cosa da notare, trick-shot a parte, è la velocità della transizione verticale di Roger. Dal servizio a quando impatta la volée bassa, poco più avanti della riga di battuta, passa un secondo e mezzo, lo svizzero è una scheggia nello scatto in avanzamento, sempre senza perdere l’assoluta precisione degli appoggi non fa né un passo di meno né uno di troppo rispetto al necessario. Ginocchia semi-flesse anche nella corsa, split step in dinamica precisi al millimetro, controllo totale del peso e dell’equilibrio. Che roba.
Qui sopra, per concludere con la consueta nota leggera e divertente che non manca mai, quando vedo allenarsi quello che potrà anche essere il migliore di tutti i tempi, ma soprattutto è un ragazzone che fondamentalmente a giocare a tennis si diverte un mondo, e si capisce, eccolo in pieno “cazzeggio” tecnico. Provando il servizio in riscaldamento, per sciogliere la spalla e la schiena, a un certo punto tira una prima, che gli esce di poco, ma Schwartzman risponde lo stesso in diagonale. Roger sta facendo il gesto di prendere la seconda palla dalla tasca, vede con la coda dell’occhio il diagonale di Diego in arrivo, e come a un bambino, gli scatta la voglia di colpirla. Ha una palla nella mano sinistra, ma non importa: due passi, e bum! Un rovescio lungolinea piatto di puro polso, con piroetta finale.
Al di là di tanti discorsi sulla tecnica, sulla classe, sul talento e sulla longevità agonistica, il segreto di Roger Federer è tutto lì, nell’ultimo video, racchiuso nel mezzo secondo che passa tra l’occhiata che dà alla palla in arrivo (una risposta messa in campo tanto per, dal compagno di allenamento, su un servizio fuori) e il rovescio da mezzo pagliaccio che sferra, a braccio rigido e polso bloccato, senz’altro motivo che la voglia di farlo, e di provare qualcosa di diverso dal solito. Dopo aver frantumato ogni record possibile e immaginabile, dopo aver affrontato e battuto tre generazioni di avversari, questo matto sta ancora lì, con la voglia di tennis di un bimbo della SAT, a tirare colpi inventati e a volte goffi solo perché l’istinto gli dice “perchè no, proviamoci”. Che cosa gli vuoi dire, a uno così? Lo ringrazi di esserci, e te lo godi finché puoi.