D’accordo che Federer è Federer e come lui non c’è nessuno; tuttavia, se il fuoriclasse svizzero, a 36 anni, ha ulteriormente alzato il proprio livello di gioco e, nel giro di un anno, ha aggiunto alla sua leggendaria bacheca altri tre Slam (senza contare il resto), grandi, grandissimi meriti vanno anche ad un certo Ivan Ljubicic. Sì perché “Ljubo”, dopo essere stato formato ad hoc da Riccardo Piatti, uno dei coach più talentuosi del mondo – ora è lui ad incarnare (insieme a Lüthi, ricordiamolo) il coach più ammirato, amato, osannato. Insomma, una certa aura di “coach dei coach” avvolge Ivan, insieme a Patrick Mouratoglou, anch’egli considerato tra i più grandi al mondo, per aver svolto un ruolo da record con Serena Williams.
A 31 ANNI IL TITOLO PIÙ PRESTIGIOSO
Detentore di 10 titoli e issatosi in altre 14 finali, Ivan Ljubicic conquista il suo trofeo più prestigioso nella fase finale della sua longeva carriera. A 31 anni, infatti, il tennista originario di Banja Luka fa suo il Masters 1000 di Indian Wells, superando in finale Andy Roddick con un doppio 7-6. Non solo. Nel 2005, insieme a Mario Ancic, Ivan regala alla sua Croazia la prima Coppa Davis sconfiggendo in finale la Slovacchia e vincendo ben 11 dei suoi 12 incontri. Nel 2006 raggiunge la semifinale al Roland Garros per poi conquistare la terza posizione mondiale, suo best ranking.
IL COACH DELLA RINASCITA
Ritiratosi dalle gare nel 2012, dal 2013 al 2015 Ljubicic affianca il suo storico allenatore Riccardo Piatti nella partnership con il canadese Milos Raonic, per poi seguire, a partire dal 2016, l’amico Roger Federer. Superato l’infortunio al ginocchio e rientrato dopo una pausa di sei mesi, lo svizzero e il suo team vivranno un periodo magico. Con un tennis più brillante, aggressivo e devastante che mai, Roger sembra fermare il tempo. Arriva il tanto atteso n. 18, con la vittoria Slam in Australia in finale contro Rafa Nadal.
Rivalutazione e potenziamento del rovescio coperto in spinta, sempre maggiore aggressività in campo e, soprattutto, ulteriore fiducia in se stesso; questi gli ingredienti base della ricetta Ljubicic per la “rinascita” dorata di Federer. Dopo il trionfo a Melbourne nel 2017, Federer continua sulla scia della perfezione australiana a Indian Wells, Miami e Halle per brillare ancora sull’erba di Church Road. Un altro record da capogiro: primo giocatore della storia a conquistare 8 Wimbledon. I sigilli major ora salgono a 19…
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COACH DA NUMERO 1
Ma non finisce qui. All’inizio del 2018, mandando ancora in visibilio il popolo del tennis di tutto il mondo, Roger è ancora al rendez-vous con la storia: bissa la vittoria a Melbourne Park regalandosi lo Slam numero 20. E forse ancor più epica è la riconquista della prima posizione mondiale. A Rotterdam, dopo essersi issato in semifinale, il campionissimo di Basilea torna n. 1 del mondo a 36 anni (il più anziano n. 1 della storia dell’ATP) e dopo cinque anni.
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Sempre molto discreto, Ivan Ljubicic non ha mai rilasciato dichiarazioni da quando segue Federer. Tuttavia, di recente, per la prima volta, l’ex tennista croato ha rotto il silenzio concedendo un’intervista al sito ATP. Il segreto del successo? “Bisogna saper ascoltare ed essere il meno ingombranti possibile“. Ma, caro Ivan, evidentemente anche Roger ti ha ascoltato. E funziona alla grande.