Prima giornata di incontri per il tabellone principale maschile del Miami Open, che vede impegnata la parte bassa del tabellone, quella presidiata dal finalista degli Australian Open Marin Cilic. Durante i primi turni di un tabellone a 96 giocatori è divisa tra i match di primo turno e le prime apparizioni delle star nell’impianto per gli allenamenti e gli impegni con i media. Oggi è stata la volta nel neo-campione di Indian Wells Juan Martin del Potro, amatissimo in Florida dove la popolazione latino-americana è numerosissima, che non ha voluto parlare dei festeggiamenti tenutisi martedì in un ristorante non identificato di Miami ed ha sottolineato come l’aspetto più importante per lui, in questa fase della stagione, è il recupero tra un match e l’altro, in modo da poter giocare un 2018 più completo possibile.
I PROSSIMI AVVERSARI DI DEL POTRO E CILIC
L’argentino proverà a continuare la sua striscia di 11 vittorie consecutive contro Robin Haase (n.43 ATP), che nell’incontro di apertura sul Grandstand ha superato in tre set il giapponese Yuichi Sugita (n.44) avendo la meglio dei suoi nervi prima ancora del suo avversario. Infatti dopo aver vinto il primo set piuttosto agevolmente per 6-4 (ma era stato in vantaggio anche di 4-1), l’olandese ha perso le staffe a causa di un volontario che ha portato un caffè ad un cameraman poco prima che lui servisse dopo su una palla break a sfavore sul 3-4. Una volta perso punto e servizio, Haase ha apostrofato l’operatore televisivo con “Dovresti essere licenziato per questo!”. Redarguito dall’arbitro di sedia Damiano Torella per queste dure parole, Haase ha intimato alla sedia di non parlargli, lamentandosi poi ad altissima voce con il Giudice Arbitro Armstrong del fatto che Torella continuasse a parlargli (https://twitter.com/FOXSportsnl/status/976525142095548416). La sfuriata deve aver fatto bene al tennista olandese, perché ha poi vinto il terzo set con un facile 6-1 in 26 minuti.
In apertura del programma sul centrale invece c’è stata la sconfitta di Ryan Harrison (n.53) contro il portoghese Joao Sousa (n.80) in due tie break dal punteggio identico (7-4). Harrison era uscito meglio dai blocchi, andando subito 2-0 nel primo set, ma si è poi fatto raggiungere sul 3-3 e nel tie-break del parziale è sempre stato sotto ed ha finito per cedere 7-4 al secondo set point. Secondo set molto più fedele alla regola del servizio: due palle break per Harrison, sul 3-3 e sul 4-4, e tre per Sousa, che erano anche match point in quanto ottenute sul 5-4. Nel tie-break, quattro punti consecutivi di Sousa dal 3-4, gli ultimi dei quali su servizio dell’avversario.
Subito dopo, è andato in scena il classico confronto fra vecchio e nuovo. Dove stile di gioco e anagrafe sono perfettamente sovrapponibili. Gli attacchi in controtempo dell’esperto Pierre-Hugues Herbert (n.81) hanno avuto la meglio sul power tennis del 20enne californiano Taylor Fritz (n.71). Il francese ha vinto in due set tirati, mostrando lucidità nei momenti che contano e sagacia tattica. I suoi approcci profondi hanno esposto tutti i limiti di mobilità dello statunitense. Prossimo avversario di Herbert sarà il secondo favorito del torneo, Marin Cilic. Che farà bene a non sottovalutarlo.
FRANCIA BENE, FRANCIA (E USA) MALE E KARLOVIC A CASA
Sul campo 1, nel frattempo, era in corso la lunga battaglia tra il “nobile francese decaduto” Gilles Simon (n.72) contro l’australiano Matthew Ebden (n.76). Dopo aver perso facilmente il primo set ed essersi salvato da quattro pericolosissime palle break nel primo game del secondo, Simon è riuscito ad andare avanti per 3-1, salvo poi farsi riprendere quando stava servendo per il set sul 5-4. Vinto il tie-break del secondo set per 7-2, dopo uno scambio di break all’inizio del terzo, il match si è ancorato alla regola del servizio (7 punti ceduti da chi era alla risposta negli ultimi 7 game) fino al game finale, nel quale gli errori da fondocampo di Simon gli sono costati il match dopo 2 ore e 19 minuti.
Ancora Francia protagonista, nel pomeriggio. Eppure sembrava una di quelle (tante) giornate in cui Benoit Paire regala indolenza a palate. Il Giano dei tennisti ha dato sfoggio della sua bipolarità nel match vinto contro Mischa Zverev (n.55). Nel primo set, il numero 47 del mondo è parso davvero un morto che parla. Mentre allietava il pubblico del Grandstand con i suoi soliloqui, la voce grossa l’ha fatta il suo avversario. Nonostante gli schemi classici attuati dallo Zverev minore (salvo che all’anagrafe), un altro fossile dell’era del serve & volley, il pubblico non si è certo entusiasmato, vista l’inconsistenza dell’avversario. Il 6-1 in suo favore dice tutto. Poi Paire oltre al colletto ha deciso di alzare il livello di gioco. Ha persino irriso Zverev con una combinazione tweener-smash smorzato. E di lì in poi, la strada è stata tutta in discesa. Altro 6-1, stavolta in suo favore. Seguito da un perentorio 6-2, condito da altre giocate spettacolari del transalpino. Ai danni di uno Zverev ormai sfiduciato.
Con gli occhi un po’ arrossati per il fuoco incrociato di palline gialle, nell’apprestarsi a vedere sul campo 1 il match fra Ivo Karlovic (n.79) e Vasek Pospisil (n.77), la tentazione di premere il tasto fast forward era notevole. Con tutto il rispetto per l’encomiabile gigante croato, 39 primavere all’attivo, spesso nei suoi incontri viene la voglia di saltare i giochi interlocutori che portano all’inevitabile tie-break. A parte due palle break annullate a freddo, quest’oggi il copione è stato identico. Proprio nella stretta decisiva, però, Karlovic non è riuscito a capitalizzare il 3-0 iniziale. Un sanguinoso doppio fallo ha regalato il minibreak decisivo al rivale, che ha vinto 7 degli ultimi 8 punti. Nonostante i break siano arrivati, anche il secondo parziale sì è concluso al gioco decisivo. Un Pospisil estremamente concentrato ha tratto il massimo da una risposta su una seconda giocabile. E tanto è bastato per chiudere al dodicesimo punto, guadagnandosi il meritato approdo al secondo turno.
L’Order Of Play aveva offerto in precedenza altri due incontri interessanti. Il derby USA fra la wild card Christopher Eubanks (n.284) e il qualificato Michael Mmoh (n. 176), match giocato sul Grandstand. Un incontro tiratissimo, vinto al 6-4 al terzo dal secondo. Grazie alla maggior freddezza dimostrata nella stretta decisiva. E il confronto fra il davisman britannico Cameron Norrie e il cileno Nicolas Jarry, il pivot battuto da Fognini nella finale del torneo di San Paolo. Il giocatore di Santiago ha sotterrato di vincenti l’avversario, che ha resistito un set, conclusosi al tie-break. Per poi cedere nettamente nel secondo parziale, chiuso sul 6-2 da Jarry.
A cura di Vanni Gibertini (inviato a Miami) e Andrea Ciocci
Risultati:
[WC] M. Ymer b. J.L. Struff 3-6 7-5 6-1
J. Sousa b. R. Harrison 7-6(4) 7-6(4)
R. Haase b. Y. Sugita 6-4 3-6 6-1
J. Vesely b. L. Lacko 7-6(2) 6-3
M. Marterer b. M. Fucsovics 6-4 6-4
M. Ebden b. G. Simon 6-3 6-7(2) 7-5
P.H. Herbert b. T. Fritz 7-6(4) 6-4
[Q] M. Mmoh b. [WC] C. Eubanks 4-6 6-4 6-4
J. Chardy b. [Q] R. Dutra Silva 6-3 7-6(2)
[Q] J. Millman b. P. Gojowczyk 2-6 6-4 6-4
N. Jarry b. [Q] C. Norrie 7-6(3) 6-2
[Q] B. Fratangelo vs [Q] L. Broady
V. Pospisil b. I. Karlovic 7-6 (4) 7-6 (5)
B. Paire b M. Zverev 1-6 6-1 6-2
J. Donaldson b. [WC] M. Baghdatis 6-3 6-4