B. Paire b. [9] N. Djokovic 6-3 6-4 (da Miami il nostro inviato, Vanni Gibertini)
C’era molta attesa per vedere la prestazione di Novak Djokovic al primo impegno nel torneo di Miami dopo la prestazione molto deludente ad Indian Wells contro Taro Daniel e dopo che nella conferenza stampa pre-torneo il serbo aveva dichiarato di non sentire più dolore durante gli allenamenti da qualche giorno, lasciando trasparire un qualche ottimismo. Purtroppo la prestazione in campo non ha dato motivo per lasciarsi andare ad alcun tipo di ottimismo: il Djokovic visto a Miami non è nemmeno lontano parente di quello che ha vinto 12 tornei dello slam ed è stato n.1 del mondo per un totale di oltre quattro anni. Poco regolare da fondocampo, con un atteggiamento quasi rassegnato in campo, il serbo ha mostrato le lacune più grosse in fase di uscita dal servizio, rivelandosi lento e molto poco reattivo.
Primo break sul 3-3 del primo set, con due diritti sbilenchi di Djokovic ed una risposta anticipata di Paire che sono sufficienti per lanciare in francese verso una serie di cinque giochi consecutivi, dal 2-3 al 6-3, 1-0 grazie al secondo servizio consecutivo perso da Nole sul 3-5 facendosi recuperare da 40-0. Anche le maschere del centrale di Crandon Park, che di tennis su questo campo ne hanno visto in tutti questi anni, si guardano con aria smarrita chiedendosi che fine abbia fatto quello splendido giocatore ammirato fino ad un paio di stagioni fa. L’applauso di incoraggiamento dopo il doppio fallo dello 0-15 al secondo game del secondo set deve aver fatto un male dell’anima ad un campione del suo calibro, così lontano dai livelli che gli competono. Paire alterna accelerazioni (alcune delle quali finiscono a macchiare di giallo i teloni di fondo) a palle corte ed ottiene il break per il 4-2 che sa tanto di titoli di coda, ma il pennellone francese non può certo passare tutta una giornata senza passaggi a vuoto, e poco prima dello scoccare dell’ora di gioco si inceppa e lascia che Djokovic lo infili con un paio di diritti finalmente ben assestati per il controbreak. È un fuoco di paglia però, perché sul 4-5 Nole ritorna nella sua bolla di abulia e cede il servizio a zero, concludendo la sua avventura a Miami dopo solo 67 minuti di gioco.
Qualche fischio dalle tribune, comprensibile da chi ha pagato cifre importanti per il suo biglietti, saluta l’uscita dal campo del (sempre più) ex n.1 del mondo, che trova la professionalità per firmare qualche autografo e salutare il pubblico degli spalti prima di sparire nel tunnel degli spogliatoi, buio come quello del suo tennis in questo momento. Desideroso di andarsene il prima possibile da Key Biscayne, Djokovic è arrivato in sala stampa poco dopo la fine del suo match ed ha rilasciato dichiarazioni piuttosto preoccupanti: “Credo di aver iniziato bene la partita, ma poi dopo i primi sei giochi ho finito la benzina. Lui serviva bene, non sono riuscito a metterlo in difficoltà, è successo tutto molto velocemente. Ovviamente non sto bene quando gioco così, ci sto provando, ma non riesco a giocare meglio“.
“Non sarei in campo se non pensassi di poter vincere, non sarei qui se non stessi provando a migliorare, nessuno mi costringe con una frusta a stare in campo, posso scegliere di fare ciò che voglio. Adoro questo sport, ci sono tante persone che fanno il tipo per me, soprattutto qui. Li ringrazio molto per il loro supporto, ma sfortunatamente non sono in grado di esprimere il livello di gioco che loro vorrebbero e che io vorrei“. Il prossimo torneo in programma dovrebbe essere Montecarlo, ma a questo punto il condizionale è quantomai d’obbligo: “Sono venuto a Indian Wells e Miami perché volevo vedere se ero in grado di giocare un match, volevo disputare un paio di tornei prima della stagione sul rosso. Ovviamente non ero pronto. Ora il programma prevede di giocare a Montecarlo, ma stiamo un po’ a vedere cosa accadrà“.
[5] J.M. del Potro b. R. Haase 6-4 5-7 6-2 (Raffaello Esposito)
Juan Martin del Potro batte Robin Haase giocando a strappi e inaugura così il suo ingresso nel torneo dopo il trionfo ai pozzi indiani. Lui sembrava saperlo che sarebbe stata una stagione promettente. Insieme al suo dritto è l’unico argine allo strapotere di Federer, lo svizzero lo soffre oltremodo e forse per questo quando se lo trova di fronte è spesso molto nervoso. Ricordate gli US Open 2009? Per Haase il confronto sembrava improponibile, l’olandese non ha armi valide da opporre, soprattutto ora che anche il rovescio argentino ha trovato efficacia. Il campo però ha raccontato una storia diversa, lui ha venduto cara la pelle conquistando il secondo set – già un risultato, visto che nei quattro precedenti era riuscito a vincerne solo uno – e mollando solo alla fine.
Primo set illusorio per Robin che sembra essere in partita mentre in realtà l’altro attende sornione di assestare lo strappo vincente nel momento più opportuno. E quando, se non sul 4 pari? Delpo sfrutta un nastro sfavorevole all’avversario per brekkare e poi rimane freddo al servizio nonostante lo smash scentrato che lo manda a un pericoloso 30-40. Dritto e servizio lo tolgono d’impaccio. In apertura di secondo Haase rischia il tracollo ma riesce a salvare la battuta. Ora prova qualcosa di diverso attaccando la rete, ottiene qualcosa di più da prima palla e dritto e d’improvviso piazza il miglior game del suo incontro. Brekka per il 5-3 con tre risposte da urlo e poco dopo è al servizio sul 40-15. Del Potro però alle strette si trova bene e annulla quattro palle set prima che Haase crolli con un dritto in rete seguito da doppio fallo. Al cambio campo l’argentino chiama il medico per un dolore alla schiena, prende una pastiglia e pareggia a cinque. Il malanno però deve essere fastidioso perché Juan Martin per un buon quarto d’ora cammina sulle uova e quel lasso di tempo gli costa il secondo set. Sembra mettersi male per lui ma il segnale che l’antiinfiammatorio sta facendo effetto arriva nel terzo gioco del decider insieme a un passante di dritto in corsa che lascia immobile Haase a rete. Robin ci sta ancora pensando mentre commette il doppio fallo che lo manda sotto nel punteggio e poco dopo, complice un secondo break, sotto la doccia.
Adelante Palito dunque, gli ottavi di finale contro Djokovic non ci saranno ed è un peccato perché ancora un anno fa il livello era questo.
[2] M. Cilic b. P.H. Herbert 7-5 6-3 (Bruno Apicella)
Marin Cilic, numero 2 del seeding, batte il francese Pierre-Hugues Herbert e accede al terzo turno del torneo Masters 1000 di Miami. Il croato prova a cercare il riscatto dopo la delusione rimediata con l’uscita al terzo turno, qualche settimana fa nel torneo di Indian Wells. Oggi per la seconda volta in carriera, dopo il confronto ad inizio anno nei quarti di finale dl’ATP di Pune, ha battuto il francese Herbert: entrambi nel torneo di Indian Wells avevano perso dal tedesco Kolshcreiber. L’inizio del match è a favore del numero 3 del ranking ATP e finalista agli Australian Open 2018 che conquista subito il break in apertura: Cilic è centrato, spinge con i colpi trovando profondità e appena ne ha occasione chiude lo scambio con il dritto. È un back di dritto in avanzamento, accompagnato poi da una volèe di dritto, a regalargli il punto dell’1 a 0. Il croato riesce a mantenere i turni di servizio nonostante i tentativi del francese di avanzare e togliere il ritmo dell’avversario prendendo la via della rete. Nel settimo game, però, Cilic non dà continuità al suo servizio: mette in campo diverse seconde, i suoi colpi fanno meno male e il francese ne approfitta riportando il match in parità. Il croato però ritrova profondità e pesantezza nel game di risposta successivo e, dopo aver strappato la battuta al numero 81 ATP, chiude al servizio portando a casa il primo parziale per 7 giochi a 5. Il finalista degli Australian Open del 2018, anche ad inizio secondo set, continua a martellare da fondo e ottiene subito un break di vantaggio. Questa volta il croato non si fa distrarre e, nonostante i tentativi di Herbert di riaprire il set e qualche incertezza sul lato del rovescio, riesce a chiudere il set e l’incontro per 6 giochi a 3. Cilic, adesso, avanza al terzo turno dove attenderà il vincente del match tra il canadese Vasek Pospil e il russo Andrey Rublev.
[26] K. Nishikori b. [Q] J. Millman 7-6(4) 4-6 6-3 (Corrado Boscolo)
Kei Nishikori risponde presente all’esordio del secondo 1000 stagionale, sconfiggendo il qualificato australiano Millman, 96 ATP. Il giapponese, reduce dai diversi stop dovuti agli infortuni si presenta a Miami attorniato da numerose perplessità sulla sua integrità fisica. Il giapponese è una copia scolorita del giocatore ammirato nelle stagioni precedenti: il rovescio non squarcia il campo ed i piedi non scintillano. Le occasioni difatti sono tutte per il giocatore australiano: la palla break numero tre è quella che gli permette di allungare 5-2. L’atteggiamento sconsolato di Nishikori al cambio campo la dice tutta sullo stato attuale dell’’ex numero quattro del mondo. L’australiano serve per il set, ma si fa breakkare. Il giapponese annulla un set point e conquista il tie break che a differenza dell’intero parziale è ad appannaggio del nipponico: 7-6 dopo un’ora. Nishikori col passare dei punti mostra qualche istantanea del suo tennis, sebbene sia evidente la difficoltà nel suo gioco. Secondo set che riparte con Millman che strappa subito la battuta al nipponico, distratto in avvio. Kei recupera subito sul 2 pari. Un match caratterizzato dalla regolarità, giocato molto sulle diagonali.Il giocatore di Brisbane non molla e ribreakka l’avversario, ritrovandosi ancora avanti di un break. Millman stavolta non trema e porta a casa il secondo set. Parziale decisivo all’insegna dell’equilibrio, canovaccio tattico che non cambia: tanto palleggio e qualche palla corta in più utilizzata da Nishikori. A piazzare la zampata è proprio il giapponese, che allunga sul 5-2. Gioco, partita e incontro poco dopo. Nishikori accede così al terzo turno dove incontrerà il Juan Martin del Potro.
GLI ALTRI INCONTRI (Michelangelo Sottili)
RIMANDATO – Al rientro dopo il classico della palla steccata che ti centra l’occhio, David Goffin sembra non aver ancora fatto pace con il feltro giallo, a giudicare dalla scarsa frequenza con cui lo tira nel campo di Joao Sousa. In realtà, anche quando sembra riuscirci con una vaga incisività, il belga trova un avversario in ottima giornata e riesce appena a evitare il doppio bagel. C’è da sperare che David ritrovi il suo gioco più rapidamente di quanto abbia fatto dopo l’incidente alla caviglia dello scorso Roland Garros. Fra tutti i top player rotti dell’ultimo periodo, può almeno vantarsi di essere quello che sicuramente rimane fuori per incidenti sfortunati e non perché il fisico non sopporta gli alti livelli con continuità. Incurante, Sousa ringrazia in attesa dello scontro inedito con Donaldson.
DAI TELONI CON FURORE – Per avere la meglio del lanciato Nicolas Jarry, Diego Schwartzman si prepara a rispondere nascosto fra i giudici di linea; d’altra parte, non gli si può contestare nulla, sia perché è il miglior ribattitore in circolazione stando alle statistiche dell’ATP sia perché in questo modo riesce ad anestetizzare il pur buon servizio di Jarry che vince appena la metà dei punti con la prima. Il ventiduenne cileno, finalista a San Paolo, spesso va anche fuori giri con il suo drittone e Dieguito passa con facilità al turno successivo.
MMOH SORPRENDE – Decisamente sostenuto dal pubblico, il ventenne americano Michael Mmoh estromette inaspettatamente la tds n. 12 Roberto Bautista Agut. Lo spagnolo perde un’ora e un set prima di prendere le misure a Mmoh, n. 176 proveniente dalle quali, immediatamente riconoscibile per il modo particolare di portare i colpi. Ceduto nettamente il secondo parziale, Michael lamenta un dolore ai fianchi e riceve il trattamento del fisioterapista. Terzo set in lotta che lo statunitense sembra buttare sul finale non chiudendo due smash consecutivi vicino alla rete e tirando il terzo contro il telone, ma è graziato dai successivi errori di Bautista. Prossimo turno contro Hyeon Chung, prevedibilmente rivelatosi troppo solido e cinico per Matthew Ebden che ha comunque messo in mostra un tennis godibile.
CON FACILITÀ – Anche la versione ridotta di Milos Raonic che va in onda in questo periodo è troppo per venire davvero incontro alle attuali capacità di Mikael Ymer, il fratellino diciannovenne di Elias. Oltre il 400° posto del ranking, la wild card svedese resta più che altro a guardare quello che succede: nel secondo set, è sotto 2-4 con un solo gratuito commesso. Pensa a tutto il canadese, compreso il provare colpi inesistenti e concedere le prime palle break proprio quando è il momento di chiudere. Per Milos, aspettiamo un test più valido – Schwartzman al prossimo turno, per esempio. Mike ha ovviamente tutto il tempo per farsi – un servizio da maschio, per cominciare. A ricordare quanto è accaduto spesso nel recente passato, un serbo passeggia come da pronostico: adesso tocca a Filip Krajinovic e ne fa le spese il qualificato Liam Broady. Vedremo se Filip farà meglio del suo più famoso connazionale contro Paire. Relativa facilità anche per lo statunitense che meno si fa notare, forse perché capace di giocare il rovescio e privo del tipico dritto esasperato, insomma, per Jared Donaldson che supera Feliciano Lopez, già battuto un mese fa ad Acapulco
SCARPE E ALTRE INEZIE – Vasek Pospisil non si fa impressionare dalle manate con cui Andrey Rublev conquista i primi quattro giochi e non si fa distrarre dal russo che lo ferma mentre serve sul 5 pari e 15-0 per cambiarsi il laccio della scarpa sinistra; scarpa (e relativo contenuto) che percuoterà fortissimo con la racchetta concedendo il set point al tie-break. Al punto successivo, la rompe inequivocabilmente (la racchetta). Andrey si ferma ancora con Vasek che sta servendo per il match (5-4, parità, due doppi falli) per cambiarsi le scarpe. L’arbitro è lo stesso dell’incontro di ieri con Medvedev, ma Pospisil se ne sta zitto, vince e, di nuovo, se ne sta zitto. Il derby francese potrebbe suscitare interesse in vista dell’incontro di Coppa Davis, ma la performance di Richard Gasquet e Jeremy Chardy risulta molto poco intellegibile: Richard sale 4-0 nonostante uno spericolato overrule dell’arbitro, poi Jeremy mette a segno un parziale di 13 giochi a 2 e tutti a casa. Anzi, Chardy resta, visto che giocherà contro Grigor Dimitrov.
GRIGOR L’ILLUSIONISTA – Calata l’oscurità sul Grandstand, inizia il match di Grigor Dimitrov. La sua carriera somiglia sempre più a un’opera di Escher. Un illusionista munito di racchetta che, mentre sale le scale capovolte della sua titubanza, ripiomba nel limbo da cui sembrava appena uscito. Una volta chiusa con qualche patema di troppo la pratica d’esordio al Miami Open contro Maximilian Marterer (n. 73 ATP), più di qualcuno si sarà chiesto se il trionfo alle scorse ATP Finals sia stato un altro trompe-l’oeil, utile solo a farlo sentire un bersaglio grosso. Nei sei giochi iniziali succede ben poco. Poi, un game costellato di errori consegna break e set al mancino tedesco. Successo parziale meritato, per l’atteggiamento propositivo. Per contro, l’inconsistenza del bulgaro è fotografata da un orrendo 31% di prime palle. Tutto cambia con il primo break a favore del numero 4 del mondo. Dopo aver strappato il servizio al suo avversario, Dimitrov diventa padrone della partita, mentre Marterer comincia a non crederci più. Farà solo altri tre giochi. La scampa, Grigor, ma la sua partita non scioglie i dubbi prospettici che lo accompagnano da sempre. Forse ci penserà il suo prossimo avversario, Jeremy Chardy, a chiarire la faccenda.
Risultati:
J. Sousa b. [7] D. Goffin 6-0 6-1
[13] D. Schwartzman b. N. Jarry 6-3 6-1
[22] F. Krajinovic b. [Q] L. Broady 6-3 6-2
[Q] M. Mmoh b. [12] R. Bautista Agut 7-6(4) 2-6 6-4
[20] M. Raonic b. [WC] M. Ymer 6-3 6-3
J. Chardy b. [30] R. Gasquet 7-5 6-1
[2] M. Cilic b. P.H. Herbert 7-5 6-3
V. Pospisil b. [27] A. Rublev 7-6(4) 6-4
[19] H. Chung b. M. Ebden 6-3 7-5
[26] K. Nishikori b. [Q] J. Millman 7-6(4) 4-6 6-3
B. Paire b. [9] N. Djokovic 6-3 6-4
J. Donaldson b. [25] F. Lopez 6-4 6-2
[14] J. Isner b. J. Vesely 7-6(3) 1-6 6-3
M. Youzhny b. [23] G. Muller 4-6 6-4 6-2
[3] G. Dimitrov b. M. Marterer 4-6 6-2 6-1
[5] J.M. del Potro b. R. Haase 6-4 5-7 6-2