J.L. Struff b. [13] F. Fognini 6-4 6-2 (da Montecarlo, Carlo Carnevale)
A mezzo servizio, anzi a mezzo rovescio non può bastare il tennis di Fabio Fognini, per raggiungere il traguardo delle trecento partite vinte in carriera. Un buon tabellone aveva messo l’azzurro in un’ottima posizione per un probabile terzo turno contro Sascha Zverev, ma il copione e finito carta straccia di fronte ai quasi due metri del tedesco Jan Lennard Struff. E anche l’incontro con la sua storia personale deve essere rimandato.
“HO GIOCATO MALE, MA A LUI I MERITI” – Fognini perde in due set un incontro ampiamente alla sua portata, vittima di un rovescio del tutto insufficiente e di un servizio mai incisivo; l’avversario, che pure non ha un gioco troppo tattico, ne approfitta e prende le redini infilando quattro giochi dallo 0-2 iniziale, picchiando forte con battuta e dritto. “Non è stato il match che avevo progettato, non riuscivo a dare profondità, con il rovescio non davo top. Lui ha giocato benissimo, è giusto dargli meriti”. Il coach di Struff, Carsten Arriens, lo invita a spingere sul lato sinistro di Fabio, il tedesco esegue e raccoglie ingenti dividendi. Se in Davis Fognini aveva lamentato un problema alla schiena, è lui stesso a fugare i dubbi sulle condizioni fisiche, dopo aver chiamato il fisioterapista all’inizio del secondo parziale, già in svantaggio di un break: “Solo un po’ di fastidio per una vecchia operazione, non è la prima volta che mi capita”. La fasciatura al ginocchio sinistro non gli permetterà comunque di ritrovare i binari. La trecentesima vittoria in carriera non avrà la baia di Monaco come sfondo, né la tanto amata Barcellona: “Settimana prossima mi alleno, non gioco. Poi Monaco di Baviera, Madrid e Roma”.
OCCASIONE MANCATA… – Si sentiva già il profumo di un terzo turno contro Alexander Zverev, specialmente dopo le manovre in attacco con cui Fognini era partito avanti di un break immediatamente. Il tabellone gli era stato amico, con un esordio agevole contro Ivashka (122 ATP) e lo scontro con Struff, top 70 certo, eppure sulla scia di tre sconfitte consecutive contro giocatori oltre la centocinquantesima posizione. Non un tennista spettacolare, ma con un peso di palla importante e una certa propensione all’attacco, come lo stesso Fognini definisce “da dentro o fuori”: “Con un giocatore così non posso servire come ho fatto (neanche il 70% di prime, ndr). Ho visto le statistiche ed è un fattore importante”. Colpi profondi, un buon ritmo e soprattutto un servizio difficile da scardinare, che uniti alla scarsa vena di Fabio hanno fatto la differenza: dopo la piccola rimonta nel primo set, lo strappo nel secondo è arrivato in apertura con il 2-0. Da lì, non è più stato possibile ricucirlo.
…OCCASIONE COLTA – Andreas Seppi coglie invece l’occasione che la sorte gli aveva presentato. Dopo aver battuto Edmund al primo set, avrebbe dovuto affrontare la nona testa di serie Pablo Carreno Busta, costretto però al ritiro da un infortunio ai lombari. Al suo posto è entrato un altro spagnolo, Guillermo Garcia Lopez, sconfitto da Seppi in tre set altalenanti: “Sono entrato un po’ scarico, ieri sono andaro a dormire tardissimo. Mia moglie è stata in ospedale per una distorsione al ginocchio, quindi l’ho raggiunta là, poi ho cenato a orario inoltrato“. Buonissima la reazione dell’azzurro all’andamento ondivago del match, sempre abile a rimanere attaccato anche quando il terzo set sembra andare a oltranza, accettando la lotta come suo solito. “In alcuni momenti mi sentivo a zero, in altri avevo una grande energia. Capitano match del genere, io generalmente sono sempre pronto a combattere. Difficilmente mollo, anche se può succedere di non aver troppa voglia”. Al prossimo turno troverà Kei Nishikori.
CECK OUT – Marco Cecchinato non riesce a sovvertire il pronostico contro Milos Raonic e cede in due set. “È un peccato perché ho avuto le mie chance. Nel tiebreak ero avanti 5-3 poi ho sbagliato un rovescio lungolinea e un dritto che fin lì stava funzionando molto bene” dirà subito dopo il match ai giornalisti presenti. In effetti nel primo set la lotta è serrata, anche grazie ad un Raonic un po’ sornione. La differenza di peso di palla però risulta decisiva nel break che manda il canadese a servire per il set sul 6-5. Dagli spalti si leva il grido “Marco! Marco! Marco!” e l’azzurro, caricato dall’atmosfera rovente, gioca il game della vita e ottiene a zero il controbreak. Il Campo dei Principi è una bolgia, ma le speranze di fare l’impresa si spengono su quel rovescio lungolinea che atterra fuori dal campo. Da quel momento in avanti, Raonic non concede più nulla e il break in avvio di secondo set spezza definitivamente le gambe a Cecchinato. “Adesso andrò a giocare le qualificazioni a Budapest e sono in tabellone a Monaco di Baviera. Poi vedremo quante partite farò perché ne ho già giocate tante nelle ultime settimane. Sto avendo un buon livello e vado via da qui con buonissime sensazioni.”
Risultati:
K. Nishikori b. D. Medvedev 7-5 6-2
K. Khachanov b. [WC] G. Simon 6-2 6-2
[11] R. Bautista Agut b. F. Lopez 6-3 7-6(5)
J.L. Struff b. [13] F. Fognini 6-4 6-2
[9] N. Djokovic b. B. Coric 7-6(2) 7-5
P. Kohlschreiber b. [15] A. Ramos-Vinolas 6-4 6-2
[1] R. Nadal b. A. Bedene 6-1 6-3
R. Gasquet b. [10] D. Schwartzman 6-2 6-1
[Q] A. Seppi b. [LL] G. Garcia-Lopez 4-6 6-3 7-5
[2] M. Cilic b. F. Verdasco 6-3 7-6(4)
[14] M. Raonic b. [Q] M. Cecchinato 7-6(5) 6-2