ATP INDIAN WELLS – Archiviato il primo Master 1000 di stagione è tempo di voti sui tennisti maschili. Più delusioni che sorprese, da parte di quei tennisti che aspettiamo molto e che spesso non arrivano. Si rivede un buon Federer ma non basta contro un discreto Djokovic. Le foto della finale maschile
Novak Djokovic
Caso strano, torna Vajda nel suo box e Nole torna a vincere un torneo importante. Intanto il suo coach principale, un allenatore molto 2.0, difende il suo assistito su Twitter dalle critiche di Neil Harman del New York Times e del commentatore TV Greg Rusedski. Lesa maestà. Nel frattempo il servizio di Djokovic è peggiorato, e di parecchio. Il linguaggio del corpo della finale di ieri ce lo consegna come insicuro a tratti, come se avesse perso il ruggito del leone di quando dominava tutto e tutti. Ieri il match si è allungato e quindi il ragno Nole ha tessuto una trama che ha imbrigliato Roger, molto vulnerabile oramai dopo le due ore di gioco. Il risultato comunque del Djokovic 2014 è che si parla più di lui e di Becker che di come sta giocando. Chissà che Vajda non torni a tempo pieno anche se gli costerebbe cara questa scelta: un probabile divorzio dalla moglie che lo ha reclamato a gran voce a casa.
Voto 7,5
Roger Federer
Si sono sprecati i titoli enfatici quando Federer ha lasciato 4 game a un Dolgopolov sorpresa del torneo solo per chi non mastica tennis quotidianamente. Oppure quando ha battuto in due set uno che gioca bene ma è più scarso di lui (Haas), o quando ha regolato uno dei giocatori hot del momento (Anderson), ma pur sempre più scarso di lui. Insomma Roger, nell’iconografia tennistica il Panda del tennis da salvare, ha scaldato i cuori di tutti e ha dimostrato di essere tornato in forma e che il 2013 è stato un calvario dal punto di vista fisico. Ma ha giocato un torneo onesto, dove l’unico ostacolo serio è stato Djokovic in finale – e neanche il miglior Djokovic tanto che il primo set è andato via fin troppo facilmente. Che Roger giochi bene, che sia uno spettacolo ammirare i suoi gesti e che sia esponente di un tennis vario e d’antan lo sappiamo tutti. Che sia ancora capace di vincere uno Slam, sogno di molti e forse anche sua recondita aspettativa, è roba in cui credono pochi.
Voto 6,5
Rafael Nadal
Rafael Nadal in un ipotetico governo italiano sarebbe un movimento separatista. “Gli adoratori del top spin”, con la falange dietro disposta a tutto per lui. Che non era in forma si era capito quando ha rischiato di perdere contro Stepanek. Lo riscriviamo: Stepanek, pratica che di solito si archivia in due comodi set. È uscito fuori per mano di Dolgopolov, ottimo protagonista del torneo, ma pur sempre 7-6 al terzo, come a dire: “Posso anche giocare malino e stare leggermente fuori forma, ma il mio lo faccio sempre e se volete battermi dovete sudare”. Un anno fa vinse il titolo, ora ha talmente tanto vantaggio che può perdere al quarto turno. È una sconfitta, non un dramma. Meglio di lui in conferenza stampa non saremmo stati in gradi di sintetizzare la sua partecipazione al torneo.
Voto 5,5
Aleksandr Dolgopolov
Giocatore da seguire sempre, autore di gesti tennistici riproducibili da pochi eletti, l’ucraino è arrivato per la prima volta in semifinale in un Master 1000. Chissà che un mix generato dall’appagamento della conquista più vento mal sopportato del match di Roger non gli abbia fatto buttare frettolosamente il match di semifinale. Peccato perché Dolgopolov è in forma e avrebbe sicuramente dato molto più filo da torcere all’esperto Federer, domatore anche del vento.
Voto 7
Richard Gasquet
Aspettando Gasquet, intanto è arrivato Godot. Che tristezza vedere uno dei talenti del tennis moderno giocare metri dietro la linea di fondocampo, cercando di arpionare traiettorie altissime con quella presa di diritto mutuata direttamente dal tennis anni ’80. Nel tennis maschile se non ti chiami Edberg senza diritto non puoi competere ad alti livelli, anche se hai talento da vendere. Non è questione di allenatore, è proprio che vedere uno col talento del francese lottare e perdere con degli onesti adoratori del topspin è una cosa che non fa bene al tennis.
Voto 5 a lui, e 4 a chi gli ha impostato il diritto
Fabio Fognini
Il nostro alfiere ha fatto un buon torneo. La vittoria contro Monfils non era inaspettata perché sappiamo che il francese è tutto meno che un giocatore costante. Ma poi quella partita persa malamente contro Dolgopolov ci ha lasciato l’amaro in bocca. Si può perdere ma non così, praticamente calandosi dopo pochi game nel mood “non ce la posso fare, non lo capisco, gioca strano, non mi riesco ad adattare al suo gioco”. Eh no Fabio, se vuoi andare oltre la quattordicesima posizione mondiale troppi ce ne saranno di match dove le minuzie saranno decisive per la vittoria. Questione di atteggiamento (ma forse poi a fine torneo abbiamo scoperto che c’erano distrazioni in corso). Ad ogni modo la possibile ascesa di Fognini passa ancora una volta di più attraverso la sua maturazione mentale: tutti i match si giocano, anche contro Federer a Wimbledon. (Nota a margine: ma non sarebbe stato magnifico se invece di farle un gavettone da coatto l’avesse abbracciata e baciata di fronte a milioni di persone? Ci avrebbe toccato diretti al cuore).
voto 5,5
John Isner
John “non solo servizio” Isner. Lo chiameremmo così questo lungagnone che fa dell’uno-due il suo mantra sul campo. Ha un diritto che fa molto male, anche perché domare top spin all’anca, che per altri sarebbero ad altezza spalla, per lui non è un problema. Ha servito per 2 volte per il match contro Djokovic. Torna numero 10 al mondo, ridando lustro agli Usa proprio in Usa e si avvicina a superare il suo record nel ranking che lo vide al numero 9 qualche anno fa. Manca poco, si gioca ancora in Usa, a Miami, e il gigante è in forma. Può mietere vittime illustri.
Voto 8
Ernst Gulbis e Bautista Agut
Il tennis è uno sport magnifico perché è come la boxe. Sei solo, a lottare contro il tuo avversario, fra paure e pensieri. Bravo Gulbis a raggiungere i quarti superando Dimitrov ma bravo anche Bautista-Agut (che un paio d’anni fa giocava i challenger come il Rai Open a Roma) a raggiungere gli ottavi superando Berdych (non si smentisce mai) e Nieminen, entrambi al terzo set in incontri tirati. E poi il confronto fra i due, fra il ricco lettone e la principessa viziata (Gulbis dixit). Sguardi cattivi, polemiche con l’arbitro per perdite di tempo fra pretese di chiudere lo spazio aereo californiano e via dicendo. È stato un match elettrico, non bellissimo ma divertente. Un bel confronto fra due talenti a modo loro: Gulbis è imperioso a tratti, mentre lo spagnolo gioca un tennis desueto, poco spagnolo e con un dritto praticamente piatto. Valorizza tantissimo il poco talento che ha: ammirazione.
Voto 7,5 a entrambi
Tomas Berdych
L’immaginario account Twitter fake di Tomas Perdych ha guadagnato altri 2000 follower.
Voto 4,5
Julien Benneteau
Ha la fama del perdente e ha interpretato perfettamente il ruolo nei quarti di finale opposto a Djokovic. Aveva fatto il suo, anche di più forse. Contro Nole non si è espresso al meglio ma poco altro avrebbe potuto fare. Tsonga, Thiem e Lopez fra le sue vittime. Non male il suo ruolino e tanti punti in cascina.
Voto 6,5
Jo-Wilfried Tsonga
Una finale all’Australian Open e una sfiorata al Roland Garros: ma come è stato possibile?
Voto 4
Grigor Dimitrov
Contro Gulbis la sconfitta ci può stare ma noi ogni settimana aspettiamo sempre il grande risultato da parte di Dimitrov e questo non arriva. Siamo pazienti, allunghiamo la deadline di maturazione ma qui si corre il rischio che diventi come Gasquet. Deve migliorare ancora, la sua palla delle volte è leggerina. C’è tempo per carità. Ecco, appunto.
Voto 5,5
Kevin Anderson
Giocatore del momento, protagonista di un buon torneo terminato di fronte a Roger Federer. Ha eliminato Wawrinka, ma anche Hewitt. È fra i migliori 20 al mondo, difficile migliorare ma ci ha già sorpreso diverse volte quest’anno.
Voto 7
Andreas Seppi
Che dire: ha battuto Querrey negli USA, scalpo importante ma poi due soli game contro Wawrinka, ancora sotto effusioni della sbornia australiana. Due game sono un po’ pochini ma Stan è pur sempre il 3 del mondo. Sufficienza sciovinista
Voto 6
Stanislas Wawrinka
E arrivo alfine la prima sconfitta del 2014, per mano di Kevin Anderson, tennista operaio che sta molto ben giocando in questa fase di stagione. Incontro tirato vinto dal sudafricano ma l’impressione è che Wawrinka ancora mentalmente non abbia recuperato le energie mentali per arrivare in fondo alle competizioni, manca la fame australiana.
Voto 5
Andy Murray
L’impressione è che ci vorrà ancora un po’ ma piano piano lo scozzese si sta avvicinando verso la forma migliore. Ha bisogno di giocare, lo sta facendo e neanche tanto male. Quando tornerà al 100% allora vedrete che la classifica nei piani alti si riassesterà.
Voto 6,5
Milos Raonic
È un’altra promessa che tarda a sbocciare. Sarà difficile, senz’altro ma manca sempre un pochino a fare il grande colpo. A Indian Wells il canadese ha giocato bene, ha raggiunto i quarti perdendo dal genio Dolgopolov, eliminando Murray al terzo set. Risultato quindi più che positivo per lui. Rimangono però i dubbi su rovescio e mobilità per una definitiva consacrazione.
Voto 7
Dmitry Tursunov
Il cammino di Roger Federer fino alla finale è stato piuttosto agevole, eccezion fatta quando ha incrociato Tursunov, che senza cedere mai il servizio si è arreso solo dopo 2 tie-break, dove la classe del campione fa la differenza. Questo risultato è passato sottotraccia e invece merita una menzione perchè lui è quel giocatore capace di litigare con l’arbitro per i favoritismi verso i campioni, perchè ha detto la frase dell’anno (“Rafa will pick his ass for 30 seconds and you guys will watch him and not even say a word”), lui, esponente della classe media del tennis.
Voto 6,5
Larry Ellison
Ma quanto ama il tennis questo tipo qui? È la rockstar di Indian Wells, onnipresente anche durante le qualificazioni tanto che abbiamo immaginato che durante le pause gabinetto ci fosse un ologramma o una statua di cera auto-abbronzante in sua vece. Mr. Oracle è stato il personaggio più ringraziato del torneo, i giocatori lo amano e se lo arruffianano in ogni speech possibile. Lui costruisce in un anno cose che ne richiedono 3, fa record di spettatori e promette ancora miglioramenti. Presidente del consiglio di Indian Wells!
Voto 9