da Barcellona, il nostro inviato Federico Bertelli
Un Djokovic rilassato e allegro quello che ha incontrato martedì i giornalisti presenti a Barcellona e che ha messo in scena anche qualche piccolo siparietto con la stampa spagnola (un po’ di captatio benevolentia nella tana del nemico non guasta). I temi fondamentali della rueda de prensa, come la chiamano da queste parti, sono il ritorno del serbo a Barcellona dopo tanti anni e le prospettive di Nole per il torneo e la stagione. “Grazie per il benvenuto, dopo 12 anni di assenza ho ricavato solo impressioni positive e la gente qua è molto amichevole. La decisione di venire qua l’abbiamo presa giovedì, dopo la sconfitta con Thiem a Montecarlo. Barcellona non era inizialmente nei miei piani, ma visto la situazione e la mia necessità di ritrovare il ritmo abbiamo chiesto all’organizzazione un invito dell’ultima ora che è stato accettato”. Parlando del torneo e delle prospettive per la stagione Nole non si sbilancia e mantiene un atteggiamento abbastanza zen: “La possibile sfida con Nadal nei quarti è un’ipotesi, per adesso vivo una partita alla volta e per arrivare ad un’eventuale sfida con Rafa è necessario vincere delle partite. Ovviamente è una sfida e se non si mi sentissi in grado di affrontarla non sarei qua a Barcellona“.
Infine il serbo ha evidenziato come la situazione attuale per lui sia completamente nuova, ma che sta facendo di tutto per rientrare: “Fortunatamente durante la mia carriera non ho mai dovuto affrontare infortuni seri e questa situazione per me è nuova. Negli ultimi 15 mesi, da quando il dolore al gomito è diventato forte, sono passato per vari momenti, ho cercato di forzare il rientro quando ancora mi faceva male e alla fine ho dovuto fermarmi. Quando sono stato fermo devo ringraziare chi mi è stato vicino, mia moglie e mio fratello per avermi sempre supportato. Adesso il mio obiettivo nel breve termine è cercare di migliorare un po’ ogni giorno costantemente, per poter tornare a giocare e vincere i tornei più importanti. Questo tentativo di tornare dove stavo fino al 2016 è un processo, ma sono fiducioso”.
Prima di Djokovic, aveva fatto il suo ingresso in sala stampa anche il probabile avversario di Nadal negli ottavi, Kei Nishikori: “Sono molto contento per il risultato della scorsa settimana e ancor di più per il fatto di essere rimasto libero da infortuni. È stata una delle migliori settimane da un bel po’ di tempo a questa parte. Il torneo di Barcellona quest’anno è molto impegnativo, con tanti top ten, e la sfida sarà notevole. Comunque mi piace venire qua, ho in programma di fermarmi una settimana anche dopo la fine del torneo per continuare la preparazione sulla terra battuta. In questo momento il mio obiettivo è rientrare al più presto in top ten, anche se il tennis maschile sta diventando sempre più duro: oggigiorno i primi 50 possono battere qualsiasi top ten”. Su quest’ultimo punto tuttavia non è mancata una precisazione: “Anche se la competizione si fa sempre più dura, in questo momento Roger e Rafa sono di un altro livello e il resto del gruppo è tornato a inseguire“ (“It’s a catch up again”, come dire, dopo anni di sforzi che li avevamo presi, sono scappati un’altra volta).
Infine il nipponico ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sulla possibile riforma della Coppa Davis, che sembrano testimoniare una sorta di amore e odio. “Il nuovo formato della Davis è migliore per i giocatori. Si concentrano le partite in uno spazio temporale più ristretto ed è più facile da gestire. Adesso si tratta di incastrare parecchi weekend e le partite della Davis non danno punti ATP. Tutti, io compreso, amano l’atmosfera della Davis, specie quando si tratta di giocare in casa. Ma con il formato attuale anche recuperare è più difficile”.