da Madrid, i nostri inviati Luca Baldissera e Ferruccio Roberti
VAMOS SHAPO, OTTIMO GASQUET– Primo turno dominato in assoluta scioltezza per Denis Shapovalov. Il giovane mancino canadese ha maltrattato in due set senza storia lo statunitense Tennys Sandgren, apparso poco a suo agio in queste condizioni di gioco. La terra battuta piuttosto rapida di Madrid, al contrario, sembra piacere a Denis, che anche in allenamento aveva mostrato di trovarsi molto bene su questi campi. I soliti bei rovesci a una mano per Shapovalov, ottima continuità al servizio, e dritti ficcanti carichi di top-spin soprattutto a sventaglio. Solo nel secondo set Sandgren oppone un minimo di resistenza, ma il risultato finale di 6-1 6-4 non ammette repliche. Poco dopo, gli spettatori del centrale si sono goduti una splendida prestazione di Richard Gasquet. Opposto a un Tomas Berdych decisamente in fase calante, il francese non ha esitato a salire sopra all’avversario dall’inizio alla fine del match. Intoccabile al servizio (zero palle break concesse), Richard ha fatto valere tutta la sua predisposizione al gioco su terra battuta, dando spettacolo con il rovescio, caricando in modo molto efficace il dritto, e in generale incontrando alla grandissima le pallate veloci e semipiatte di Tomas. La bellissima palla corta che gli ha dato il break del 5-2 nel secondo set è un esempio di quanto bene sentisse oggi i suoi colpi Gasquet, il 6-4 6-2 è severo per Berdych, ma giusto per quello che abbiamo visto in campo.
20 INCONTRI – Erano ben venti i singolari del tabellone femminile programmati in questa prima domenica di torneo, proponente i primi turni non anticipati ieri. Lo status di Premier Mandatory – il più importante dopo quello di Slam, condiviso da Madrid solo con Miami, Indian Wells e Pechino- consente a questa manifestazione di vedere in campo sin dall’inizio anche le primissime giocatrici del mondo, alle quali non viene concesso un bye ai trentaduesimi. Una situazione della quale si avvantaggia il torneo, capace di garantire al pubblico la possibilità di vedere sino a sei volte in campo le star del tennis. Anche oggi, del resto, quando gli uomini avevano in campo solo gli ultimi turni delle quali e due partite del tabellone principale, i viali della Caja Magica erano affollati e gli spalti presentavano un buonissimo colpo d’occhio. Non va negato: i campi del ground si riempivano oltre ogni misura, con file di gente all’in piedi costretta a sbirciare, per vedere allenarsi e giocare un set di allenamento prima Nadal con Dimitrov, poi del Potro con Djokovic (e, nel loro piccolo, anche Pouille con Thiem, tra i vari campioni allenatisi).
MARIA E VIKA – Tuttavia, anche le donne hanno appassionato il pubblico madrileno, grazie a un programma del resto ricchissimo di spunti d’interesse. Non sono scese in campo solo Halep e Wozniacki, vincitrici facilmente nei loro esordi nella mattina sul Manolo Santana, ma anche la tre del mondo e beniamina locale Garbine Muguruza, altre due top ten (Stephens e Kvitova, due volte vincitrice qui) e, non vanno certo dimenticate, due ex numero 1 molto popolari come Sharapova e Azarenka. Quest’ultima, attuale 99 WTA, impegnata su un campo numero 3 (terzo d’importanza della Caja Magica) piuttosto vuoto nel corso del suo match contro Krunic, 52 WTA, ha trovato minori difficoltà di quante l’unico precedente tra le due (ottavi US Open 2014, vinto dalla bielorussa 6-4 al terzo) potesse far pensare. Vika, che abbiamo sentito con le nostre orecchie più volte lamentarsi a bassa voce per la qualità del suo gioco, ha impiegato 1 ora e 20 minuti per eliminare con un duplice 6-3 la 25enne serba. La Krunic di questo periodo, incapace di raggiungere i quarti da Brisbane a inizio gennaio (quando tra l’altro usufruì del ritiro di Muguruza) non rappresenta però un valido test per comprendere le condizioni di Vika: ben più ne capiremo dopo aver visto il secondo turno che la vedrà opposta a Karolina Pliskova, contro la quale conduce 3 a 1 i precedenti e sconfitta anche poco più di un mese fa, nei quarti di Miami.
Sempre grande il fascino di Maria Sharapova, capace di riempire l’Arantxa Sanchez e di farsi applaudire anche per un cambio di racchetta, come accaduto alla fine primo set nel suo esordio nel Mutua Madrid Open. La 31enne russa, a Madrid finalista nel 2013 e campionessa l’anno successivo, attualmente 53 WTA, affrontava Micaela Buzarnescu, 37 WTA, reduce dalla finale giocata e persa sabato a Praga contro Kvitova, la seconda dell’anno dopo quella raggiunta a Hobart (dove fu sconfitta da Mertens). In un clima molto caldo – gli spettatori a fine primo set imploravano gli addetti alla manutenzione del campo di essere rinfrescati con gli idranti – la russa non è riuscita a confermare la facilità con la quale aveva sconfitto la rumena nell’unico precedente di Shenzhen, in quello che era il primo torneo di quest’anno. Maria, reduce da tre sconfitte al primo turno tra Doha, Indian Wells e Stoccarda, avrebbe potuto portare a casa il primo parziale già nell’ottavo game, ma si è poi complicata la vita, dovendo aspettare il sesto set-point e 50 minuti per vincere il primo set. Senza storia, invece, il secondo: in 82 minuti Sharapova ha archiviato la pratica Buzarnescu col punteggio di 6-4 6-1. Ora la attende un’altra rumena, Begu, 36 WTA, che qui ha eliminato Ostapenko, ma già sconfitta nei tre precedenti. Una bella versione di Sharapova, rispetto alle altre uscite di questo suo sfortunato 2018, ma dovremo aspettare ulteriori riprove per capire a che punto sia.
SIMONA E CAROLINE ALLA GRANDE – La corsa verso il terzo titolo consecutivo a Madrid della n. 1 del mondo Simona Halep parte nel migliore dei modi: la superiorità nei confronti di Ekaterina Makarova è stata netta tanto nel punteggio, 6-1 6-0, quanto nel gioco. La romena si è messa decisamente alle spalle la prestazione opaca di Stoccarda e per lei adesso sarà necessario conservare questo perenne controllo degli scambi da fondo anche nel secondo turno dove la possibile sfida contro Elise Mertens, una delle tenniste più in forma del momento, rappresenta un grosso incremento di difficoltà. “L’infortunio è un ricordo ormai, sto definitivamente bene“, racconta Simona dopo il match. “Mi sento in fiducia, colpisco bene la palla, mi piace questo campo“. Prima di Halep, sempre sul Manolo Santana Stadium, era stata la n. 2 del mondo Caroline Wozniacki a comportarsi in maniera simile contro Daria Gavrilova. Entrambe provenivano da un ritiro per infortunio nel loro match precedente (stiramento addominale per la danese, problema al tendine d’Achille destro per l’australiana) e c’era grande incertezza sulle loro condizioni fisiche, svanita tuttavia sin dai primi scambi. La campionessa degli Australian Open, oltre alla forma atletica mostra di aver ritrovato anche quella mentale mentre è Gavrilova la più chiacchierona in campo, sia con se stessa che con il suo coach, e questo forse le causa le distrazioni fatali (sotto forma di doppi falli) che le costano il match finito 6-3 6-1.
Nel derby asiatico disputato sul campo n.5 Naomi Osaka delude contro la cinese Zhang. La sua velocità di piedi, unita ai tanti errori della giapponese portano a un primo set a senso unico che si chiude 6-1. Nel secondo si resta in equilibrio fino al 3-3 quando Zhang ottiene il break che pare essere decisivo con un grande uso del rovescio lungolinea. Trema però nel momento di chiudere con Naomi che si riporta sul 5-5. Ma è solo un’appendice, Osaka si ritrova 0-40 al servizio sul 5-6 e dopo aver annullato i primi 2 match point con due vincenti, il suo ultimo dritto è in rete e si chiude la contesa.
PECCATO SARA – Era un primo turno ostico, quello che ha dovuto affrontare Sara Errani sul campo 7 contro l’ottima australiana Ashleigh Barty. Purtroppo, un match già difficile di suo è stato terribilmente complicato, nel primo set, dalla stessa Errani, che ha sbagliato troppo in particolare con il dritto in top-spin a uscire, di solito uno dei suoi colpi più efficaci. Perduto il parziale per 6-1, Sara ha lottato per rimanere in partita, è riuscita a uscire bene da un game durissimo, in cui ha annullato 5 palle break, per salire 3-2, ma Ashleigh oggi pomeriggio era decisamente superiore. Il gran servizio dell’australiana (7 ace totali) le ha permesso di non offrire la minima chance quando Errani era in ribattuta, e l’unico doppio fallo dell’italiana, nel settimo game, l’ha mandata avanti di un break che poi si è rivelato decisivo per il 6-4 che ha chiuso la contesa. Molto bene Barty, sinceramente, soprattutto nel secondo set, belli diversi drittoni a chiudere, e come detto estremamente ficcante il servizio. Parte sfavorita con Caroline Wozniacki al secondo turno, ma potrebbe venire fuori una bella partita. In bocca al lupo, invece, a Sara per il Foro Italico.
GARBINE E SLOANE, TUTTO OK – Positivi anche gli esordi nel tardo pomeriggio di altre due protagoniste molto attese, Garbine Muguruza e Sloane Stephens. La numero 3 del mondo, a Madrid mai arrivata nemmeno agli ottavi, aveva un primo turno non semplice contro Shuai Peng, 39 WTA, sconfitta in tre set nell’unico precedente di quasi quattro anni fa sul cemento di New Haven. In un Manolo Santana baciato da un cielo senza nuvole, durante un pomeriggio caldo, il piuttosto numeroso pubblico spagnolo ha potuto ammirare la beniamina di casa, apparsa non impallata dalla tensione, come sempre le accadeva giocando a Madrid. La spagnola ha guidato la partita sin dai primi giochi, staccando la cinese sul 4-1 pesante, un punteggio che è stato prodromico al 6-4 6-2 in 1 ora e 39 minuti con il quale Muguruza si è guadagnata il secondo turno contro Donna Vekic, 49 WTA. La croata ha vinto l’unico precedente (seppur datato e su un’altra superficie, il cemento di Monterrey nel 2014). La campionessa degli ultimi US Open e del recentissimo Mandatory di Miami ha avuto vita ancora più facile contro la wild card locale, la trentenne Silvia Soler Espinosa, 218 WTA (ma ex 52 nel 2012). Sloane, 9 WTA, qui a Madrid in sei partecipazioni ha raggiunto solo una volta gli ottavi, ma sul campo numero 3 ha mostrato di essere in palla anche sulla terra, come mostrato due settimane in Fed Cup, quando ha vinto in terra francese entrambi i match giocati sul rosso. Dopo un inizio di partita nel quale è sembrata ancora in rodaggio e una serie di lunghi game finiti ai vantaggi, Stephens si è imposta con la maggior classe, chiudendo 6-3 6-2 in 1 ora e 24 minuti di gioco. Ora l’attende Samantha Stosur, 59 WTA, la quale ha però vinto due dei tre precedenti. Erano datati (l’ultimo nel 2015) ed entrambe erano altre giocatrici: la Sloane vista oggi, seppur non brillante, non dovrebbe trovare eccessivi problemi contro l’australiana, oggi vincente su Pavlyuchenkova.
con la collaborazione di Luca De Gaspari e Paolo Di Lorito
Risultati:
Primo turno WTA
[2] C. Wozniacki b. D. Gavrilova 6-3 6-1
[1] S. Halep b. E. Makarova 6-1 6-0
[3] G. Muguruza b. S. Peng 6-4 6-2
[10] P. Kvitova b. L. Tsurenko 6-1 6-2
C. Suarez Navarro b. B. Strycova 6-3 6-3
M. Sharapova b. M. Buzarnescu 6-4 6-1
[WC] S. Sorribes Tormo b. [13] M. Keys 7-5 6-2
J. Konta b. [13] M. Rybarikova 6-3 7-5
V. Azarenka b. A. Krunic 6-3 6-3
[9] S. Stephens b. [Q] S. Soler-Espinosa 6-3 6-2
D. Vekic b. [WC] G. Garcia Perez 6-2 6-4
S. Stosur b. A. Pavlyuchenkova 6-1 6-7(2) 6-3
A. Sasnovich b. [Q] D. Collins 7-5 6-2
[WC] M. Puig b. Z. Diyas 6-4 2-6 6-2
[15] A. Sevastova b. [Q] A.K. Schmiedlova 6-3 4-6 6-3
S. Zhang b. N. Osaka 6-1 7-5
[Q] Kr. Pliskova b. [Q] N. Vikhlyantseva 6-4 6-4
S. Cirstea b. K. Siniakova 6-4 2-6 6-4
E. Mertens b. A. Van Uytvanck 6-4 6-4
A. Barty b. [Q] S. Errani 6-1 6-4
[Q] B. Pera b. [Q] A. Sabalenka 6-4 2-6 6-3
Primo turno ATP
R. Gasquet b. [14] T. Berdych 6-4 6-2
D. Shapovalov b. T. Sandgren 6-1 6-4
Secondo turno qualificazioni ATP
[8] E. Donskoy b. [4] P.H. Herbert 3-6 6-3 7-6(6)
[12] N. Kicker b. [1] T. Fritz 6-2 3-6 6-3
[7] M. Copil b. [WC] J. Munar 7-6(5) 6-7(2) 6-4
[11] D. Lajovic b. [3] F. Mayer 6-3 6-3
[5] N. Basilashvili b. [10] M. Basic 6-4 6-7(8) 6-3
[6] F. Delbonis b. [14] M. Youzhny 6-3 6-1
[13] M. Kukushkin b. [2] V. Troicki 7-6(5) 6-1
Il tabellone maschile – Qualificazioni
Il tabellone femminile – Qualificazioni