dal nostro inviato a Madrid
Inevitabilmente, un evento così importante come il Mutua Madid Open, richiama non solo tennisti, addetti ai lavori e semplici appassionati. Ce lo ricorda la seconda delle due pagine che Marca, il quotidiano sportivo più popolare in Spagna, nonché uno dei main sponsor del torneo, dedica oggi al tennis. Il giornale con sede a Madrid richiama l’attenzione anche sulla presenza ieri di Gerard Piqué nella Caja Magica. Il difensore del Barcellona e della nazionale spagnola, come si sa, tramite la holding da lui presieduta, Kosmos, ha convinto il presidente della ITF, David Haggerty, a proporre una versione totalmente rivoluzionata della Coppa Davis. Marca ci informa che Piquè è arrivato a Madrid, approfittando della giornata senza allenamenti post Clasico, per intessere rapporti e spiegare ai diretti interessati i dettagli della sua proposta. Sintetizzando molto la proposta sostenuta da Piqué e dalla sua società, che ha già trovato il sostegno del presidente dell’ITF David Haggerty, la nuova Coppa del Mondo che nascerebbe (difficile davvero chiamarla ancora Coppa Davis!) sarebbe un evento da svolgersi in sede unica, nel corso di una settimana, al quale parteciperebbero diciotto nazioni.
Come è noto questo progetto rivoluzionario organizzato da Kosmos non è stato ancora approvato e ufficializzato: occorrerà che nella riunione annuale dell’ITF, che si svolgerà ad agosto a Orlando, i due terzi votino a favore della riforma. Proprio questa circostanza spiega la presenza ieri di Piqué: il calciatore e imprenditore catalano ha la necessità di convincere gli “elettori” della bontà economica e sportiva di questa proposta. Ma cosa ne pensano i protagonisti del tennis? Da quando a febbraio è uscita fuori questa notizia, molte volte sono stati chiamati in causa per dare un loro parere e, nella maggioranza dei casi, non sono sembrati entusiasti dei termini di questa proposta. Anche le dichiarazioni raccolte in merito da Marca sembrano ricalcare questo copione.
“La Coppa Davis è una manifestazione con una grande tradizione, credo si debba continuare così e non sia necessario stravolgerla“, ha detto Grigor Dimitrov. Meno categorico, ma sulla sua stessa falsariga del bulgaro, si è espresso a Madrid David Goffin: “Qualcosa va cambiato, perché i migliori giocatori hanno sempre più difficoltà a giocare la Davis, però calendarizzarla a fine anno in una sede unica non è la migliore opzione“. John Isner tra i top ten espressosi nella capitale spagnola è stato quello più aperto alla riforma: “Il calendario tennistico attuale è molto esigente ed è comprensibile che i migliori giocatori possano apprezzare una riforma che accorci la Davis. Quella che è in discussione è senz’altro una bella opzione“.