Non poteva esserci finale migliore per il tennis azzurro nel Challenger di Mestre, evento sulla terra rossa da 43mila euro di montepremi. A contendersi il titolo saranno infatti Gianluigi Quinzi, l’ex baby prodigio che a 22 anni sta faticosamente cercando di farsi strada anche tra i professionisti, e l’emergente classe 1998 Gian Marco Moroni. Quinzi, testa di serie n.4 del tabellone veneto, si è guadagnato la finale grazie alla vittoria in due set (6-2 7-6) sul serbo Danilo Petrovic, a sua volta secondo favorito del seeding. Il marchigiano conferma così il suo grande periodo di forma dopo il primo titolo di categoria a Francavilla e le buone prestazioni a Ostrava e a Roma. Moroni, il quale ha addirittura cominciato il torneo da wild card, nella sua semifinale ha invece sconfitto sempre in due parziali (7-5 6-2) lo statunitense Mitchell Kruger, accreditato della testa di serie n.6. Per il romano si tratta della prima assoluta in una finale a livello Challenger, dopo averla sfiorata qualche settimana fa a Barletta. Grazie a questa splendida settimana, entrambi otterranno il best ranking della loro ancora giovane carriera. A distanza di un anno, Quinzi supererà il suo precedente picco in classifica di n.226, assestandosi almeno alla 219esima posizione. Moroni, che ad inizio anno era n.708 del ranking ATP, continuerà la sua ascesa entrando tra i primi 300 al mondo (n.295).
Sul cemento indoor di Loughborough, in Inghilterra, il beniamino di casa James Ward, ex top 100 ATP precipitato in classifica per una serie di problemi al ginocchio, cercherà di vincere il suo primo titolo dopo tre anni contro il giapponese Hiroki Moriya, testa di serie n.8 del tabellone. Nella semifinale della parte bassa del tabellone, Ward ha dominato l’austriaco Maximilian Neuchrist per 6-1 6-4. Moriya ha invece prevalso nel derby nipponico sul 20enne Yosuki Watanuke con lo score di 7-6 6-2.