[PODCAST] Alla Conquista della Terra Ep 17 – Super-bole
da Parigi, i nostri inviati Laura Guidobaldi e Ilvio Vidovich
In una giornata perlopiù priva di sorprese, a dominare sono stati i (pochi) spaventi. Quello più grande l’ha preso Maria Sharapova, che si è assentata dal match con Hogenkamp quel tanto che è bastato per rischiare di perderlo, ma non abbastanza da perderlo davvero. La copertina però è tutta per il ritorno di Serena Williams sulla terra battuta, con vittoria. Muguruza ci mette un set per scrollarsi di dosso Kuznetsova, mentre il duo Bertens-Garcia, forse le due outsider più accreditate, fa un solo boccone delle rispettive avversarie.
SERENA HA ANCORA I SUPERPOTERI – Una Serena felina e romantica allo stesso tempo. Vestita da Black Panther (o Catwoman) e con un’acconciatura alla Audrey Hepburn, Serena Williams ritorna a Parigi da mamma, dopo due anni di assenza sul rosso. Originale e inaspettato il suo outfit, una specie di body avvolgente e super-aderente dalla testa ai piedi, tutto nero e con una fascia fucsia sulla vita, a richiamare le unghie anch’esse rigorosamente smaltate di fucsia. Insomma, anche questo è being Serena… Accompagnata da Patrick Mouratoglou e dall’inseparabile consorte Alexis Ohanian, Serena calca il Philippe Chatrier da n. 451 del mondo. Testa di serie o meno, nonostante un’evidente lentezza fisica, la Williams dà prova, seppure a sprazzi, della sua fibra straordinaria, nonché del suo carisma, portando a casa il match per 7-6(4) 6-4.
Non si muove bene, Serena. Lungi dall’avere una condizione fisica ottimale, l’americana tuttavia conduce nello score contro Kristyna Pliskova, la gemella della più nota e vincente Karolina e n. 70 WTA. L’ex n. 1 del mondo mantiene i suoi standard al servizio, cosa che le consente di portarsi in vantaggio nel primo set, anche se poi la ceca, facendola spostare, la trascina al tie-break. Nel frattempo i nuvoloni neri lasciano spazio a squarci di cielo azzurro e un pallido sole viene a rischiarare e riscaldare il Bois de Boulogne. La ceca, nonostante un potente servizio, non sa approfittare fino in fondo della scarsa mobilità dell’avversaria e, dal vantaggio di 3-1, si lascia rimontare e cede a Serena il jeu decisif. Nel secondo set sembra ristabilirsi l’equilibrio del primo. Serena e Krystina mantengono la parità fino al 3-3, con Pliskova che riesce a strappare il servizio a Serenona sul 3-2 per l’americana. Ma ora è ancora l’ex n. 1 del mondo a fare la differenza e la fibra della campionessa non mente, prendendo le distanze sul 5-3, anche grazie, in parte, ad alcuni “regali” dell’avversaria che continua a non approfittare delle sue defaillance fisiche. La Williams fallisce un matchpoint sul 5-4 con una smorzata calibrata male ma, con l’ennesimo gratuito a campo aperto di Kristyna, chiude il match del suo comeback europeo in 1 ora e 45 minuti con lo score di 7-6(4) 6-4. Al prossimo turno sfiderà Ashleigh Barty.
“Sono così felice!” esulta una raggiante Serena sfoderando un francese alquanto migliorato al microfono di Marion Bartoli. “Sono molto contenta di essere qui, adesso ho un bambino e per me è davvero una gioia giocare di nuovo in questo torneo e, inoltre, di aver vinto contro un’avversaria che serve così bene!” Gli ace, infatti, – 15 per Serena e 13 per la Pliskova – hanno un ruolo importante durante l’edizione di quest’anno poiché per ognuno di essi viene devoluta una somma di denaro in beneficenza. E il nuovo outfit? “In realtà, oltre al fatto di essere molto divertente, è anche molto funzionale perché è di contenzione, mi serve per la circolazione del sangue nelle gambe, visto che in passato ho avuto problemi di questo tipo e recentemente dei problemi post partum. E poi questa mise la chiamo la mia “tutina Wakanda. Mi è sempre piaciuta l’idea di essere un supereroe! (ride)“.
GRANDE SPAVENTO PER MARIA – Esordio più complicato del previsto per la bi-campionessa del Roland Garros Maria Sharapova, che è stata costretta ad una rimonta, per nulla scontata, nel set decisivo contro l’olandese Richel Hogenkamp. Un match dai due volti quello messo in scena dalla siberiana, che è stata per lunghi tratti padrona del campo. Poi qualcosa si è inceppato nel suo meccanismo di gioco ha iniziato a perdere di profondità nei colpi e il servizio è diventato attaccabile. Nulla lasciava immaginare un epilogo di questo tipo, perché Masha non solo è stata avanti nel punteggio ma sembrava controllare le operazioni con discreta facilità. Dal canto suo Richel non si è mai scoraggiata, nemmeno quando Sharapova spazzolava le righe con discreta continuità.
La rimonta e il relativo sorpasso della tennista dei Paesi Bassi si sono materializzati all’improvviso, infatti dal 6-1 4-3 e servizio si è poi scivolati al 4-6 a favore di Hogenkamp, in un secondo set in cui Maria ha sprecato per due volte il break di vantaggio. Gli errori della russa arrivano ora copiosi, soprattutto il diritto non è più così penetrante e questo consente alla n.133 del mondo di imbastire efficaci contromisure. Il match si è completamente ribaltato, la siberiana non fa più male da fondo e il servizio ha perso di spinta, mentre Richel spinge e si difende con ottime soluzioni. C’è il break a favore dell’olandese, che ora fa corsa di testa e non molla la presa sulle difficoltà dell’ex n.1 del mondo che sono evidenti anche negli spostamenti laterali. Per la cinque volte campionessa Slam è il momento di stringere i tempi e di abbozzare qualche cambio tattico, anche perché così difficilmente può sperare di riemergere dall’abisso in cui è precipitata. Una prima possibilità di rimonta si infrange sulla rete (risposta di rovescio insaccata), poi il controbreak è servito dall’olandese con la combinazione doppio fallo-errore di diritto. Masha è ancora in difficoltà, ma dal 15-40 alza il rendimento complessivo del suo tennis (e dei suoi gemiti) e si riporta in parità. Ora la partita è bella, c’è molto più ‘tennis’ e tanti vincenti, anche grazie alla ritrovata veemenza di Sharapova che riesce a ribaltare il risultato con un parziale di sei giochi consecutivi. Un bagel ‘virtuale’ che vale il 6-3 e la qualificazione al secondo turno. C’è molto da lavorare per l’ex n.1 del mondo per poter tornare ai livelli pre-squalifica, ma il lignaggio e la tempra sono rimaste inalterate. Ora già contro Donna Vekic servirà molta più attenzione e qualche segnale più concreto: resta ancora da capire se il nome di Maria Sharapova potrà davvero essere scritto nel lotto delle pretendenti al titolo.
GARBINE PICCHIA DI PIÙ – Se qualcuno crede ancora che nel tennis femminile si tira piano, vada a vedersi un match tra Garbine Muguruza e Svetlana Kuznetsova. E si ricrederà. È stata infatti una sfida a braccio di ferro quella sul campo n. 1 tra le due Roland Garros former champions (la spagnola nel 2016, la russa nel 2009). Ed i bicipiti più forti ormai li ha la 24enne spagnola, alla sesta vittoria consecutiva sulla ex n. 2 del ranking, dopo aver perso il primo confronto nel 2015 sulla terra di Madrid.
Primo set deciso al tie-break, dopo che la pioggia aveva costretto le due giocatrici a tornare negli spogliatoi per circa un’oretta, sul 5 pari. Una situazione di punteggio che aveva lasciato probabilmente qualche ripianto a Garbine, che aveva servito per il set prima di farsi recuperare (per la seconda volta) un break di vantaggio. La spagnola riusciva finalmente a capitalizzare fino in fondo la superiorità negli scambi sulla diagonale del dritto, schema tattico fino a quel momento prevalente, nel tie-break, letteralmente dominato 7-0. Nel secondo parziale la russa provava a variare un po’ di più direzione e rotazione dei propri colpi per evitare di subire la pressione da fondo della n. 3 del mondo. Ma la tattica studiata con coach Canas (che la seguiva dagli spalti) non sortiva gli effetti sperati, ed il match continuava a farlo Muguruza. La profondità dei sui colpi costringevano sempre più sulla difensiva la 32enne moscovita, che subiva un primo break al quarto gioco e poi, pur lottando, nell’ottavo game doveva cedere servizio, set e incontro. Seppur il saldo odierno del suo gioco sia stato nettamente positivo, non si può non evidenziare come non tutto sia filato liscio per la spagnola, dato che c’è stato qualche errore non forzato (31 in tutto) e qualche indecisione a rete (soprattutto con la migliorabilissima volée di rovescio a due mani) di troppo. Cose a cui dovrà fare attenzione nel prosieguo della corsa al secondo titolo parigino. Ad attenderla ora la wild card francese Fiona Ferro.
ha collaborato Tommaso Voto
Risultati:
B. Mattek-Sands b. J. Larsson 6-4 6-3
[24] D. Gavrilova b. S. Cirstea 4-6 7-6(4) 6-3
[WC] F. Ferro b. C. Witthoef 6-4 6-2
[3] G. Muguruza b. S. Kuznetsova 7-6(0) 6-2
S. Stosur b. Y. Wickmayer 6-2 6-4
I.C. Begu b. A.K. Schmiedlova 6-4 5-7 9-7
[27] S. Zhang b.K. Kucova 6-0 7-5
[16] E. Mertens vs V. Lepchenko 6-7(9) 7-6(4) 6-0
[28] M. Sharapova b. R. Hogenkamp 6-1 4-6 6-3
A. Van Uytvanck b. [WC] I. Wallace 6-1 6-0
S. Williams b. Kr. Pliskova 7-6(4) 6-4
[11] J. Goerges b. D. Cibulkova 6-4 5-7 6-0
A. Pavlyuchenkova b. P. Hercog 6-4 7-6(1)
[7] C. Garcia b. Y.Y. Duan 6-1 6-0
A. Sasnovich b. D. Allertova 6-4 6-3
[18] K. Bertens b. A. Sabalenka 6-2 6-1
[17] A. Barty b. N. Vikhlyantseva 6-3 6-1
S. Peng b. A. Krunic 6-3 6-4
A. Bogdan b. M. Vondrousova 6-3 1-6 6-4
[12] A. Kerber b. M. Barthel 6-2 6-3
[WC] T. Townsend b. [WC] M. Goerges 6-4 6-2
[1] S. Halep vs A. Riske – rinviata