Nole è definitivamente tornato. Il convincente successo in quattro set nel suo match di terzo turno a Wimbledon contro l’idolo di casa Kyle Edmund ne è la dimostrazione. Il fenomeno di Belgrado è stato in grado di superare un giocatore in grande ascesa e sostenuto dal pubblico del campo centrale brillantemente. Dopo aver perso il primo parziale, Djokovic ha innalzato il suo livello di gioco, riuscendo a contenere l’esplosività di Edmund e dettare il ritmo negli scambi da fondocampo. Non è dunque un caso che a fine partita, il 12 volte campione Slam sia sembrato estremamente soddisfatto.
“Sono molto contento”, ha affermato Djokovic. “Edmund era in forma. Sta giocando il suo miglior tennis negli ultimi 12 mesi. Aveva vinto il nostro ultimo scontro diretto (in maggio al Masters 1000 di Madrid ndr). Questo si capiva da come è entrato in campo Ha giocato meglio di me per un set e mezzo. Stava giocando molto molto bene, colpendo forte da tutti e due i lati e servendo bene”. Poi appunto, c’è stata la reazione di Nole che ha saputo giocare meglio i punti decisivi nel quarto set. “Penso che sia stato un match di alto livello. Molto molto intenso”, ha proseguito. “È tutto girato su un paio di punti. Il quarto set era equilibrato. Sono riuscito a fargli giocare quel colpo in più che mi ha dato il break nel nono gioco e mi ha permesso di vincere l’incontro”.
E che Djokovic sia tornato ad avere il fuoco dentro di sé lo si evince anche dal suo atteggiamento polemico nei confronti del pubblico britannico. Nel terzo set, il warning dell’arbitro al serbo per time violation era stato accolto da alcuni spettatori con un ironico applauso. Il campione balcanico non ha però mandato giù l’episodio e, subito dopo aver ottenuto il break, si è messo la mano all’orecchio come a dire ‘ora non vi sento più’. Di fronte ai giornalisti, Nole è tornato sull’episodio e sull’atteggiamento a suo dire antisportivo di alcuni spettatori.
Novak Djokovic sends a message to the Centre Court crowd…
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— BBC Tennis (@bbctennis) July 7, 2018
“So di essermi preso più tempo. Quello va bene. Ma la reazione del pubblico era sconsiderata”, ha sottolineato. “Un paio di ragazzi tossivano e fischiavano apposta mentre facevo rimbalzare la palla dopo che ho preso il warning. Queste sono cose che la gente non vede e sente in TV. Penso che fosse maleducato. Questo non mi è piaciuto. Andavano avanti a provocarmi e provocarmi. Posso tollerarlo per un po’ ma poi gli ho fatto capire che me ne ero accorto e che non potevano fare quello che gli pare sugli spalti”. Djokovic ha addirittura detto che mai, nemmeno nella semifinale delle olimpiadi del 2012 contro Murray, il pubblico a Wimbledon era stato così poco corretto nei suoi confronti.
Infine, Nole si è soffermato sull’episodio chiave del quarto set, in cui il giudice di sedia non si è accorto di un doppio rimbalzo su un recupero vincente di Edmund, dandogli erroneamente il punto. Senza mezzi termini anche, Djokovic ha giudicato sbagliata la chiamata e ha spiegato così la sua successiva discussione con il giudice di sedia. “All’inizio non mi era piaciuta la sua chiamata così ci ho parlato. Volevo chiamare il challenge. E se non potevo cambiarla, volevo solamente una spiegazione. Lui mi ha detto che era troppo tardi per chiedere il challenge. Sì è stata una decisione strana da parte del giudice di sedia. Ma capita”, ha detto. Alcuni sul web hanno criticato Edmund per non aver ammesso di aver toccato la palla solo dopo che questa aveva rimbalzato per la seconda volta. Nole però ha difeso il suo collega. “No, no non penso che se lo meriti. Kyle è un gran bravo ragazzo. Lo conosco e ho molto rispetto per lui e il suo team. Non ho nulla contro di lui”, ha commentato. “Non poteva rendersene conto. Stava correndo verso la palla, l’ha colpita e la racchetta è caduta. Non poteva saperlo. Non se lo merita”.
Un altro ritorno di giornata è stato quello dell’imprevedibile e talentuoso Ernests Gulbis, che ha raggiunto per la prima volta il quarto turno di uno Slam dalla semifinale del Roland Garros, sorprendendo in rimonta Alexander Zverev, testa di serie n.4 del torneo. Per il lettone, che proveniva dalle qualificazioni, si è trattato della sesta vittoria in questi Championships, la terza in cinque set. “Naturalmente sono orgoglioso di essermi qualificato, sono orgoglioso di aver vinto tre match al quinto set, e sono orgoglioso di aver vinto questo perché ero sotto 2 a 1”, ha detto Gulbis in conferenza stampa. Di chi è il merito di questo inatteso exploit? In parte anche del suo storico coach Gunter Bresnik, con cui nel corso degli anni ci sono stati diversi tira e molla. “Dalla fine degli scorsi US Open abbiamo ricominciato a lavorare a tempo pieno, per quanto tempo mi possa dedicare (è anche l’allenatore di Thiem ndr) e sta funzionando”.
Attualmente Gulbis ricopre la 138esima posizione nel ranking ATP. Una situazione di classifica che lo ha costretto a frequentare assiduamente i Challenger in questa stagione, peraltro con scarse fortune. Ma secondo il lettone ciò dipende anche dall’innalzamento del livello in questi tornei. “Penso che un sacco di top 100 se dovessero essere ‘gettati’ nei Challenger farebbero fatica. Ci sono un sacco di buoni tennisti tra la posizione 100 e 200, e perfino tra la 200 e la 300”, ha sottolineato il 29enne di Riga. “Certo su un grande palcoscenico pagano la mancanza di abitudine. Non sono a loro agio. Si sentono nervosi”. Con gli ottavi a Wimbledon, Gulbis dovrebbe risalire fino alla 107 e chissà che non possa andare ancora più avanti. Così, lui, con il suo tennis brillante e il suo fare da principino, non dovrà più barcamenarsi nel circuito minore per un po’. “Il fatto che mi possa evitare i Challenger è una bella notizia. È dura lì”. Povero Ernests!