È giunto inatteso l’annuncio del ritiro di Mikhail Youznhy dal tennis giocato. È stato lo stesso tennista a dare la notizia, durante l’intervista post match del suo primo turno ad Atlanta (6-2 6-0 alla modesta wild card, Emil Reinberg). “Giocherò tutta la US Open Series e poi il torneo di casa, a San Pietroburgo, sarà l’ultimo”. Un paio di mesi dunque è tutto il tempo che ci resta per ammirare per le ultime volte il suo terso rovescio, con quell’illusione bimane nella preparazione che poi si scioglie in un colpo a una mano di rara bellezza ed efficacia.
Se da una parte l’annuncio in sé e per sé arriva a sorpresa, tuttavia non possiamo considerare la decisione come sconvolgente. La carta d’identità rivela che gli anni ormai sono trentasei e il suo 2018 non è stato foriero di grandi risultati (solo 5 vittorie a fronte di 13 sconfitte e posizione numero 105 del ranking). Il presente non sorride troppo, ma ora che la notizia è stata data, forse Misha potrà giocare gli ultimi incontri con più serenità e magari togliersi qualche altra soddisfazione. Di certo non sono mancate le gioie nel corso della sua lunga carriera: 10 titoli, anche se l’ultimo rimane datato 2013, altre 11 finali e best ranking di numero 8. Anche negli Slam sono arrivati risultati eccellenti. Su tutti spiccano le due semifinali raggiunte a New York nel 2006 (sconfitto da Andy Roddick) e nel 2010 (sconfitto dal futuro campione Rafael Nadal). Inoltre Youzhny è uno dei dodici giocatori in attività capaci di raggiungere almeno una volta i quarti di finale in tutte le prove del Grande Slam. Gli altri capaci riuscire in tale impresa sono Federer, Nadal, Djokovic, Murray, Ferrer, Wawrinka, Cilic, del Potro, Nishikori, Berdych e Tsonga. Nomi di un certo rilievo insomma, di quelli che hanno segnato le ultime due decadi di tennis.
Forse Youzhny non può essere paragonato a loro e il suo nome non avrà lo stesso peso quando ci si volgerà indietro a valutare palmarès e carriere dei più grandi di questa epoca. Sicuramente però rimarrà nella mente degli appassionati per il suo gioco e la sua personalità, così forte da rasentare la follia in certe occasioni. In tanti probabilmente ricordano la racchetta spaccata sulla propria testa dopo aver perso un punto importante contro Nicolas Almagro. Più che questo spiacevole episodio però è giusto ricordarlo per le piccole grandi imprese che ha compiuto nel corso della sua carriera. Il mitico quinto incontro in finale di Davis contro Paul Henri-Mathieu, quando rimontò due set di svantaggio per regalare l’insalatiera alla Russia, oppure la più recente maratona persa in cinque set contro Roger Federer agli US Open, segno che la classe non passa col fuggire degli anni. Con queste immagini in mente, non resta che augurare buona fortuna al “Colonello” Youzhny per questi ultimi due mesi sul tour.