Mors tua, vita mea. Oppure l’occasione fa l’uomo ladro. O ancora, semplicemente, casa è dove ci si sente a casa. Leonardo Mayer è per la terza volta in finale al German Open di Amburgo, il torneo che gli ha regalato gli unici due successi in carriera nel 2014 e lo scorso anno, trasformando il recente pessimo bilancio di due vittorie e sette sconfitte in un 15-2 nella seconda città più grande della Germania.
Da quando nel 2009 lo storico evento tedesco è stato declassato da Masters 1000 ad ATP 500, slittando nel calendario al piccolo “ritorno rosso” tra Wimbledon e i tornei estivi sul cemento nordamericano, il suo campo di partecipazione è spesso disertato dalla quasi totalità dei grandi giocatori che non abbiano la terra battuta come superficie d’elezione. A farne fortuna sono stati appunto giocatori come il trentunenne di Corrientes, ma nelle ultime nove edizioni dal Rothenbaum Tennis Center – che vanta il più grande stadio tennistico di Germania, con tanto di tetto retrattile -sono arrivati anche il singolo trionfo ATP di Andrey Golubev e una coppa per l’incostante Martin Klizan.
Bastava difatti, bastava una rapida lettura del programma delle semifinali di questa edizione per rendersi conto che gli incontri non erano esattamente di cartello, con zero teste di serie e ben due qualificati. Uno di questi ultimi è lo Jozef Kovalik che Mayer ha sconfitto soltanto al tie-break del terzo set, annullando anche un match point con una profonda risposta che ha costretto l’avversario all’errore, al termine di un incontro che ha sfiorato le quattro ore. Ripercorrendo la settimana dell’argentino, tuttavia, emergono scalpi di livello: per arrivare a un incontro dalla difesa del titolo e del suo posto nel ranking, il numero 36 ATP ha superato nell’ordine Albert Ramos, Gael Monfils e il connazionale Diego Schwartzman, seconda forza del seeding.
Le imprese combinate di Nicolas Jarry e Nikoloz Basilashvili hanno risparmiato a Mayer l’attesa di un avversario tra Dominic Thiem e Pablo Carreno Busta, caduti un bel po’ a sorpresa nei due match del venerdì che li vedevano pienamente favoriti. Il georgiano è riuscito a replicare anche al sabato, capovolgendo la situazione per due volte dal ritorno in campo dopo una sospensione per pioggia: rispedito negli spogliatoi sotto di un break nel primo set, Basilashvili ha ribaltato il parziale d’apertura vincendolo per 7-5; schiantato in quello successivo, rimediando un sonoro 6-0, nel set conclusivo ha restituito pan per focaccia a un Jarry mentalmente svuotato, che ha concluso crollato con appena un game degli ultimi sette.
Le vittorie di Basilashvili, emerso dalle qualificazioni, ammontano ora a sei. Per trovare la settima, e con essa finalmente il primo titolo alla terza finale ATP, gli servirà un antidoto tennistico al fluido d’amore tra Mayer e la città di Amburgo. Non sarà per nulla facile, ma la storia stessa del torneo di Amburgo insegna che la sorpresa è molto spesso l’esito più probabile.
Risultati:
L. Mayer b. [Q] J. Kovalik 6-7(6) 6-4 7-6(7)
[Q] N. Basilashvili b. N. Jarry 7-5 0-6 6-1