- Perché Matteo Berrettini ispira tanta fiducia
- Il mondo e il tennis di Matteo Berrettini
- Spunti tecnici: Matteo Berrettini, al ‘servizio’ (e dritto) del futuro d’Italia
- Perché credo in Matteo Berrettini
M. Berrettini b. [2] R. Bautista Agut 7-6(9) 6-4 (da Gstaad, Cesare Novazzi)
È sbocciato Matteo Berrettini. Non all’improvviso, perché la sua crescita è stata paziente e costante, ma in modo dirompente se si considera come è arrivata per il 22enne la prima affermazione nel circuito maggiore. Cinque partite giocate, dieci set vinti, nessuno perso e sopratutto nessun break subito: sono i dati di un big server, locuzione che siamo tanto abituati a pronunciare ma mai forse ci era accaduto di accostarla a un giocatore nato entro i nostri confini. Invece Matteo nasce proprio con questa base e l’ha dimostrato anche in finale contro Bautista Agut, classica prova del nove per chi voglia dimostrare di aver fatto il salto di qualità. Un servizio praticamente inattaccabile (saranno 17 gli ace a fine partita) e una gestione allo stesso tempo oculata e coraggiosa del tie-break del primo set (due set point annullati allo spagnolo), che di fatto ha indirizzato l’incontro, hanno permesso alla migliore speranza del tennis azzurro di vincere il primo titolo di una carriera per la quale si aprono adesso scenari molto interessanti.
Matteo è il 24esimo tennista azzurro a vincere un titolo, il sesto più giovane dopo Pistolesi, Pescosolido, Panatta, Cancellotti e Canè. Ci è riuscito quindi prima di tutti gli attori contemporanei del tennis italiano, dai quali si smarca per caratteristiche tecniche e principalmente per la resa al servizio. Berrettini porta all’Italia il quinto titolo stagionale dopo le doppie affermazioni di Cecchinato e Fognini, al quale peraltro succede nell’albo d’oro del torneo di Gstaad che si tinge d’azzurro per il secondo anno di fila.
LA CRONACA – Gli spettatori della finale del Swiss Open di Gstaad si uniscono all’urlo di gioia di Matteo Berrettini, quando lo spagnolo Bautista Agut non contiene la risposta aggressiva dell’italiano. Stupenda prestazione sotto gli occhi di Roy Emerson che qui ha vinto cinque volte e ha dato giustamente il nome al Centre Court, teatro del primo sigillo ATP alla prima occasione per l’italiano. Chissà cosa si immaginava alla vigilia “devo rimanere rilassato e concentrato, variare il servizio e non lasciare nulla di intentato. Sono abbastanza impulsivo ma fortunatamente il mio istinto non mi tradisce”. Ha abbattuto Bautista Agut, testa di serie numero due e 17 ATP, che sulla regolarità e precisione ci ha costruito la carriera, lo ha abbattuto con sei ace e un passante di dritto secco a 140 km/h solo nel tie break del primo set e poi ancora con una risposta aggressiva sulla seconda di Bautista sul match point. Non ha mai perso il servizio in tutto il torneo ed oggi non ha concesso nemmeno una palla break. Alla vigilia in molti lo davano favorito, Renè Stauffer, uno che se ne intende, dice: “ha le armi per battere Bautista, però dobbiamo vedere se lo spagnolo giocherà al suo meglio”. Il fatto è che l’italiano non lo ha fatto giocare, facendo sempre male con il dritto e non sfigurando mai con il rovescio, il lato da cui lo spagnolo ha comunque trovato buoni punti.
Inizia Bautista Agut al servizio ed è subito battaglia, l’italiano a quanto pare è già entrato in partita dagli spogliatoi. Lo spagnolo cerca subito di mettere nei guai Matteo sul rovescio, ma il tennista romano esce bene per poi spostarsi e colpire di dritto. Un paio di errori col dritto, ma son tutte scelte esatte come il lungolinea sul 30 pari. Lo spagnolo riesce a chiudere 1 a 0 con un servizio vincente. Matteo subito 1 a 1 con ottimo recupero di palla corta per chiudere lungolinea e ace. Bautista aspetta e Berrettini attacca, gli entra davvero tutto, ha una fiducia nei propri colpi davvero solida, a volte esagera con il dritto, ma sono sempre rischi valutati. Berrettini per il 3 a 3 con tre servizi vincenti e un ace (non male giocare questi colpi in una finale eh). I due avversari sono ancora pari e stanno facendo perno sulle proprie armi. Matteo ace per raggiungere lo spagnolo al tie break.
Inizia lo spagnolo e si porta 1 a 0 con buon approccio a rete, due ace Berrettini a 2 a 1. Un errore con il rovescio di impostazione di Berrettini e un servizio vincente portano lo spagnolo sul 3 a 2. C’è grande equilibrio. Ace per il 4 a 3 italiano ed ace per il 5 a 5 serve ancora Berrettini ed un errore gratuito di dritto porta lo spagnolo a set point, quanto farebbe male e quanto sarebbe ingiusto. Lo spagnolo però incredibilmente registra doppio fallo, temendo la risposta aggressiva dell’italiano. 7 a 6 spagnolo, ace ed ace ancora per l’8 a 7. Primo set point italiano salvato con servizio e dritto dallo spagnolo che poi si becca un drittone di Matteo che vale un secondo set point con il servizio a favore. Niente da fare, dopo una buona prima per la fretta l’italiano esce con il dritto, poteva anche non cercare il vincente e quindi pari 9 a 9. Kick e dritto per il terzo set point italiano: Bautista deve difendersi con una seconda, cerca la rete e gioca volee profonda e bassa… sul dritto dell’italiano che lascia partire quasi a terra un passantone secco a 140 km/h ed è primo set, strameritato. Bautista chiede MTO per un disturbo al braccio destro, ma nessuna preoccupazione e si torna in campo per il secondo set.
Parte Matteo ed ace per l’1 a 0, ragazzi questo servizio non trema davvero mai. Al gioco seguente lo spagnolo non trova le misure dopo un paio di scambi vinti da entrambi e l’italiano arriva a palla break con un bel vincente lungolinea di rovescio, ma Bautista annulla con il dritto. Lo spagnolo annulla un’altra palla break, ma si salva con servizio e dritto per poi portarsi sull’ 1 a 1. Si seguono i servizi, Bautista sale in precisione e solidità nei propri turni di servizio, Berrettini difende sempre benissimo i suoi con un ace a 216 km/h. L’italiano si porta 5 a 4 e lo spagnolo va avanti 30 0 e vamos, ma si fa recuperare sul 40 pari poco dopo. Matteo spinge a tutta e Bautista non tiene lo scambio è match point. Seconda, piedi dentro al campo per l’italiano che aggredisce la risposta: lo spagnolo non trova bene la palla ed è finita, primo titolo a Gstaad, primo titolo in carriera. Il tutto annaffiato con 54 ace in 49 servizi tenuti, 17 ace solo oggi e ora si trova vicino alla top 50.
“Non ci credo, è pazzesco. Questo paga tutto il lavoro fatto ed i sacrifici. Dedico la vittoria alla mia famiglia. È stata una settimana fantastica, l’hotel è molto bello ed il cibo buono” dice a fine match tra l’ilarità generale quando preferisce non sollevare il trofeo a quanto pare abbastanza pesante. “Il mio coach non è potuto venire e io vinco il torneo, magari c’è qualcosa da cambiare! No, sto scherzando, mi trovo benissimo. Ora mi devo dedicare al doppio perché è molto importante per me”.
TRIONFO ANCHE IN DOPPIO – Chi credeva che Daniele Bracciali non fosse più il giaguaro di una volta, si dovrà ricredere. I riflessi non sono peggiorati e la racchetta ce la mette sempre, anche su una risposta sparata da Molchanov. La coppia Bracciali/ Berrettini vince il titolo di doppio a Gstaad con il punteggio di 76(2) 76(5) contro Denys Molchanov e Igor Zelenay, rispettivamente ucraino e slovacco. Bracciali, fermo dalle competizioni ATP per circa due anni riguardo lo scandalo, a quarant’anni, non ha mai mollato ed ha continuato ad allenarsi con l’intensità del professionista. Oggi ha colto i frutti del suo lavoro… anche grazie alla famiglia (è sposato ed ha un figlio “la racchetta gliel’ho già messa in mano ovviamente così, per gioco, ma non voglio costringere nessuno“) e ovviamente grazie al compagno di doppio Matteo. “Oggigiorno la carriera nel tennis si è allungata e non vedo perchè io non possa ancora cercare di dimostrare quello che valgo, continuerò ad allenarmi per il doppio ovviamente. Non ho un partner di doppio ideale, almeno nei colpi, ma la cosa più importante è potersi fidare del tuo socio, avere fiducia nei suoi colpi come ce l’hai nei tuoi, anche per questo ringrazio Matteo“. Il giocatore romano completa una settimana da favola che gli vale complessivamente un assegno graditissimo da 103.000 euro.
FINALE DOPPIO:
[PR] M. Berrettini/D. Bracciali b. D. Molchanov/I. Zelenay 7-6(2) 7-6(5)
I 61 titoli italiani in singolare (24 giocatori)
1971 – Senigallia (terra) – Adriano Panatta b. Martin Mulligan (Ita) 6-3 7-5 6-1
1973 – Bournemouth (terra) – Adriano Panatta b. Ilie Nastase (Rom) 6-8 7-5 6-3 8-6
1974 – Firenze (terra) – Adriano Panatta b. Paolo Bertolucci (Ita) 6-3 6-1
1975 – Firenze (terra) – Paolo Bertolucci b. Georges Goven (Fra) 6-3 6-2
1975 – Kitzbuhel (terra) – Adriano Panatta b. Jan Kodes (Cec) 2-6 6-2 7-5 6-4
1975 – Stoccolma (indoor) – Adriano Panatta b. Jimmy Connors (Usa) 6-4 6-3
1976 – Barcellona (terra) – Paolo Bertolucci b. Jun Kuki (Sve) 6-1 3-6 6-1 7-6
1976 – Firenze (terra) – Paolo Bertolucci b. Patrick Proisy (Fra) 6-7 2-6 6-3 6-2 10-8
1976 – Nizza (terra) – Corrado Barazzutti b. Jan Kodes (Cec) 6-2 2-6 5-7 7-6 8-6
1976 – Roma (terra) – Adriano Panatta b. Guillermo Vilas (Arg) 2-6 7-6 6-2 7-6
1976 – ROLAND GARROS (terra) – Adriano Panatta b. Harold Solomon (Usa) 6-1 6-4 4-6 7-6
1976 – Bastad (terra) – Tonino Zugarelli b. Corrado Barazzutti (Ita) 4-6 7-5 6-2
1977 – Firenze (terra) – Paolo Bertolucci b. John Feaver (Gbr) 6-4 6-1 7-5
1977 – Charlotte (cemento) – Corrado Barazzutti b. Eddie Dibbs 7-6 6-0
1977 – Amburgo (terra) – Paolo Bertolucci b. Manuel Orantes (Spa) 6-3 4-6 6-2 6-3
1977 – Berlino (terra) – Paolo Bertolucci b. Jiri Hrebec (Cec) 6-4 5-7 4-6 6-2 6-4
1977 – Bastad (terra) – Corrado Barazzutti b. Balazs Taroczy (Ung) 7-6 6-7 6-2
1977 – Houston (cemento) – Adriano Panatta b. Vitas Gerulaitis (Usa) 7-6 6-7 6-1
1977 – Parigi (indoor) – Corrado Barazzutti b. Brian Gottfried (Usa) 7-6 7-6 6-7 3-6 6-4
1978 – Tokyo (cemento) – Adriano Panatta b. Pat Dupre (Usa) 6-3 6-3
1980 – Cairo (terra) – Corrado Barazzutti b. Paolo Bertolucci (Ita) 6-4 6-0
1980 – Firenze (terra) – Adriano Panatta b. Raul Ramirez (Mex) 6-2 2-6 6-4
1981 – Linz (terra) – Gianni Ocleppo b. Mark Edmonson (Aus) 7-5 6-1
1984 – Firenze (terra) – Francesco Cancellotti b. Jimmy Brown (Usa) 6-3 6-3
1984 – Palermo (terra) – Francesco Cancellotti b. Miloslav Mecir (Cec) 6-0 6-3
1985 – Bari (terra) – Claudio Panatta b. Lawson Duncan (Usa) 6-2 1-6 7-6
1986 – Bordeaux (terra) – Paolo Canè b. Kent Carlsson (Sve) 6-4 1-6 7-5
1986 – Saint Vincent (terra) – Simone Colombo b. Paul McNamee (Aus) 2-6 6-3 7-6
1987 – Bari (terra) – Claudio Pistolesi b. Francesco Cancellotti (Ita) 6-7 7-5 6-3
1988 – Firenze (terra) – Massimiliano Narducci b. Claudio Panatta (Ita) 3-6 6-1 6-4
1989 – Bastad (terra) – Paolo Canè b. Bruno Oresar (Yug) 7-6 7-6
1991 – Rotterdam (indoor) – Omar Camporese b. Ivan Lendl (Cec) 3-6 7-6 7-6
1991 – Bologna (terra) – Paolo Canè b. Jan Gunnarsson (Sve) 5-7 6-3 7-5
1991 – Brisbane (cemento) – Gianluca Pozzi b. Aaron Krickstein (Usa) 6-3 7-6
1992 – Milano (indoor) – Omar Camporese b. Goran Ivanisevic (Cro) 3-6 6-3 6-4
1992 – Scottsdale (cemento) – Stefano Pescosolido b. Brad Gilbert (Usa) 6-0 1-6 6-4
1993 – Tel Aviv (cemento) – Stefano Pescosolido b. Amos Mansdorf (Isr) 7-6 7-5
1994 – San Josè (indoor) – Renzo Furlan b. Michael Chang (Usa) 3-6 6-3 7-5
1994 – Casablanca (terra) – Renzo Furlan b. Karim Alami (Mar) 6-4 6-2
1998 – Casablanca (terra) – Andrea Gaudenzi b. Alex Calatrava (Spa) 6-4 5-7 6-4
2001 – Saint Polten (terra) – Andrea Gaudenzi b. Markus Hipfl (Aut) 6-0 7-5
2001 – Bastad (terra) – Andrea Gaudenzi b. Bohdan Ulihrach (Cec) 7-5 6-3
2002 – Milano (indoor) – Davide Sanguinetti b. Roger Federer (Sui) 7-6 4-6 6-1
2002 – Delray Beach (cemento) – Davide Sanguinetti b. Andy Roddick (Usa) 6-4 4-6 6-4
2004 – Saint Polten (terra) – Filippo Volandri b. Xavier Malisse (Bel) 6-1 6-4
2006 – Casablanca (terra) – Daniele Bracciali b. Nicolas Massu (Cil) 6-1 6-4
2006 – Palermo (terra) – Filippo Volandri b. Nicolas Lapentti (Ecu) 5-7 6-1 6-3
2011 – Eastbourne (erba) – Andreas Seppi b. Janko Tipsarevic (Ser) 7-6 3-6 5-3 (rit.)
2012 – Belgrado (terra) – Andreas Seppi b. Benoit Paire (Fra) 6-3 6-2
2012 – Mosca (indoor) – Andreas Seppi b. Thomaz Bellucci (Bra) 3-6 7-6 6-3
2013 – Stoccarda (terra) – Fabio Fognini b. Philipp Kohlschreiber (Ger) 5-7 6-4 6-4
2014 – Amburgo (terra) – Fabio Fognini b. Federico Delbonis (Arg) 4-6 7-6 6-2
2014 – Vina del Mar (terra) – Fabio Fognini b. Leonardo Mayer (Arg) 6-2 6-4
2016 – Kitzbuhel (terra) – Paolo Lorenzi b. Nikoloz Basilashvili (Geo) 6-3 6-4
2016 – Umago (terra) – Fabio Fognini b. Andrej Martin (Svk) 6-4 6-1
2017 – Gstaad (terra) – Fabio Fognini b. Yannick Hanfmann (Ger) 6-4 7-5
2018 – San Paolo (terra) – Fabio Fognini b. Nicolas Jarry (Chi) 1-6 6-1 6-4
2018 – Budapest (terra) – Marco Cecchinato b. John Millman (Aus) 7-5 6-4
2018 – Bastad (terra) – Fabio Fognini b. Richard Gasquet (Fra) 6-3 3-6 6-1
2018 – Umago (terra) – Marco Cecchinato b. Guido Pella (Arg) 6-2 7-6(4)
2018 – Gstaad (terra) – Matteo Berrettini b. Roberto Bautista Agut (Spa) 7-6(9) 6-4
I vincitori italiani più giovani
C. Pistolesi (Bari 1987) 19 anni, 7 mesi
S. Pescosolido (Scottsdale 1992) 20 anni, 8 mesi
A. Panatta (Senigallia 1971) 21 anni
F. Cancellotti (Firenze 1984) 21 anni, 2 mesi
P. Canè (Bordeaux 1986) 21 anni, 3 mesi
F. Cancellotti (Palermo 1984) 21 anni, 6 mesi
M. Berrettini* (Gstaad 2018) 22 anni, 3 mesi
*Solo tre azzurri prima di Matteo Berrettini erano riusciti a vincere un torneo senza perdere neppure un set: l’impresa era riuscita a Corrado Barazzutti a Charlotte nel 1977, a Gianni Ocleppo a Linz nel 1981 e a Francesco Cancellotti a Firenze nel 1984. A differenza di Matteo avevano però perso il servizio almeno una volta durante il torneo