La tennista cinese Shuai Peng, attualmente ventesima del ranking WTA in doppio e numero 1 di specialità nel 2014, è stata punita con sei mesi di squalifica e 10.000 dollari di multa per aver tentato di violare il codice anti-corruzione. È quanto si legge nel comunicato della Tennis Integrity Unit, l’organo che ha recentemente iniziato a punire anche tennisti non del tutto sconosciuti come il doppista colombiano Robert Farah e l’argentino Nicolas Kicker.
Nell’edizione 2017 di Wimbledon, Peng ha cercato di cambiare compagna di doppio dopo la chiusura del check-in, possibilità ammessa solo nel caso di ritiro per infortunio o per altre circostanze inevitabili che Shuai ha malauguratamente tentato di ricreare. Secondo la TIU, infatti, la tennista cinese “ha usato la coercizione e offerto la possibilità di un compenso alla sua compagna di doppio in cambio del ritiro” dal torneo. Sebbene il nome della partner non sia presente nel comunicato, è stato facile scoprire che si trattava della belga Alison Van Uytvanck. In ogni caso, l’offerta è stata rifiutata e la cinese non ha giocato il doppio in Church Road, ma il tentativo in sé costituisce una violazione del Programma anti-corruzione del tennis. Nei giorni successivi è emersa la probabile ragione dietro il “magheggio”: la possibilità di giocare in coppia con Sania Mirza, sei volte campionessa Slam di specialità.
Vincitrice a Wimbledon nel 2013 e al Roland Garros l’anno successivo in coppia con Su-Wei Hsieh, Peng potrà tornare a giocare già dal prossimo 8 novembre purché non commetta altre violazioni, condizione che le vale la sospensione di squalifica e multa per metà del loro ammontare. Con le stesse motivazioni, una sentenza collegata ha condannato Bertrand Perret, coach di Peng all’epoca dei fatti, a tre mesi di sospensione delle credenziali.
Michelangelo Sottili