dal nostro inviato a Toronto, Luca Baldissera
S. Tsitsipas b. [2] A. Zverev 3-6 7-6(11) 6-4
TSITSIPAS NON SI FERMA – Dopo la bella vittoria di ieri, e le belle parole dello sconfitto Novak Djokovic (“Stefanos è uno dei migliori Next Gen“), una gran “prova del nove” superata da Stefanos Tsitsipas, opposto nei quarti di finale a quello che della Next Gen è il migliore, numeri e classifica alla mano, il numero 3 ATP e “defending champion” Alexander Zverev. Parte un po’ a rilento Sascha, sbaglia qualche palla non complicata, giustamente ne approfitta Stefanos, che vince i primi otto punti consecutivi, e lo brekka al secondo game. Il tedesco si scuote immediatamente, recupera lo svantaggio controbrekkando, entra in ritmo alla battuta, e con un paio di ottime risposte e due gran vincenti di dritto sale lui in vantaggio 3-2 e servizio con break al quinto game. Si prosegue senza ulteriori scossoni, il gioco è prevedibilmente in mano a Zverev, solido e potente da fondocampo, i tentativi di essere aggressivo di Tsitsipas non lo scalfiscono più di tanto. Sul 5-3, servizio Stefanos, Sascha spara un gran rovescio vincente a uscire dal centro, si conquista un set point, e lo trasforma grazie al rovescio largo del greco. Il parziale è un bel 6-1 in favore di Zverev, per ora Stefanos sembra molto in difficoltà, soprattutto viene costretto a stare molto indietro dalla profondità del palleggio avversario. Il dato che lo penalizza maggiormente è la percentuale di prime palle in campo (solo il 53%), e la scarsa realizzazione con le stesse (il 41% di punti). Con numeri simili, davanti a un gran colpitore come Sascha, i 3 break subìti nel parziale si spiegano molto chiaramente.
RIMONTA INCREDIBILE – Nel secondo set, non cambia molto la situazione, Tsitsipas non trova la chiave per scardinare la pressione prodotta da Zverev, prova anche a seguire a rete qualche servizio, ma non ottiene granchè. Lo strappo arriva al quarto game, con un attacco di dritto sbagliato dal greco, che perde la battuta e si fa andare via l’avversario fino al 4-1. Sascha addenta l’osso e non lo molla, mantenendo il vantaggio fino ad arrivare al servizio per il match sul 5-3. Qui Tsitsipas, inevitabilmente, tenta il tutto per tutto, mette un paio di accelerazioni finalmente incisive, arriva al 15-40, e sfrutta un brutto errore in avanzamento col dritto di Zverev, che gli regala il controbreak. Sembra si sia colpevolmente distratto, il tedesco, ne approfitta Stefanos che è visibilmente salito di livello, spinge bene, e fa viaggiare la palla nettamente più veloce e pesante di poco fa. Il gioco rimane abbastanza ancorato alle geometrie da fondo, ma la partita tutto sommato è piacevole. Nulla in confronto ai fuochi d’artificio tra Nadal e Wawrinka di ieri sera, però tecnicamente i ragazzi la colpiscono molto molto bene entrambi. Sul 6-5 per il tedesco Tsitsipas serve per salvare il match, e agguanta il tie-break con una gran combinazione palla corta-passante, bravissimo. Soprattutto, bravissimo a essere rimasto lì, riuscendo a salire di livello fino a fare partita pari contro un grande avversario che lo aveva messo sotto nettamente. Stefanos va anche in vantaggio di un minibreak, che viene recuperato da Sascha con uno dei suoi splendidi rovesci. Tie-break divertente, con scambi notevoli e tanti vincenti. Errore al volo di Tsitsipas sul 5-5, e match-point Zverev, cancellato da un super-rovescio lungolinea del greco, che subito dopo attacca, smasha, e si conquista il set-point con il servizio a disposizione. Ma il nastro gli fa volare via un dritto inside-in, siamo 7-7. Spettacolare schermaglia a rete chiusa da Stefanos, e set point numero due, cancellato dal servizio del tedesco, che con un’altro vincente alla battuta si prende il secondo match-point. Rispostaccia in rete, purtroppo per lui, e si cambia campo sul 9-9. Le emozioni non mancano, in questa fase. Arriva un terzo set-point Tsitsipas, buttato via con un dritto lungo, poi doppio fallo Zverev, quarta occasione per Stefanos, sprecata anch’essa, 11-11. Attacco di dritto del greco, quinto set-point, rovescio largo Zverev, ed è 13-11 e terzo set, con racchetta frantumata da Sascha, che si rende conto che avrebbe potuto e dovuto chiuderla mezz’ora fa. Come detto, bravo Tsitsipas a rimanere attaccato al match.
IL SOGNO CONTINUA – Nel parziale decisivo, quattro palle break, di cui tre consecutive, salvate da Tsitsipas sull’1-1 (provocate da due doppi falli), da applausi un chop fintato di dritto “alla Federer” che lascia fermo Zverev. Nel quinto e nel sesto game, due frittate di fila: il greco sceglie di seguire la battuta a rete sul vantaggio esterno, e si fa impallinare da Sascha, che però pensa bene di farsi controbrekkare immediatamente. Gioco spezzettato in questa fase, in diversi momenti entrambi non sembrano lucidi a livello tattico. Sul 4-4, ancora Stefanos sul cornicione, con tre palle break non consecutive annullate a Zverev, onestamente non abbastanza convinto e deciso nel momento di concretizzare. Dopo la caterva di occasioni sprecate, trovarsi a dover servire per salvare la partita è una situazione molto pesante a livello mentale per lui. E sul 30-40, un tremendo doppio fallo di Sascha manda Tsitsipas in semifinale, che roba, il tedesco scappa negli spogliatoi a rotta di collo, furibondo e sull’orlo delle lacrime, (“È stata una partita penosa“, dirà in conferenza stampa) mentre Stefanos si accascia incredulo ad assaporare l’applauso del centrale; è il giocatore più giovane a battere tre Top 10 nello stesso torneo da quando ci riuscì Rafael Nadal a Montecarlo nel 2006.
“Non so neanch’io cos’è successo sul 6-3 5-3, ditemelo voi“, dice Tsitsipas alla fine. “L’ho brekkato, e il sogno continua, tutto qui. Ci ho sempre creduto, e sentivo che la gente mi sosteneva, sono in semifinale, non posso crederci“. Contro Anderson sarà dura (un precedente favorevole a Stefanos però, sulla terra dell’Estoril quest’anno), ma sarà ancora più dura da digerire per Zverev, che aveva avuto il match in mano a più riprese. E con questa sconfitta, consegna a Juan Martin del Potro il best ranking di numero 3 ATP.
[4] K. Anderson b. [5] G. Dimitrov 6-2 6-2
BUM BUM KEVIN – I precedenti sono 6-1 in favore di Grigor Dimitrov, che affronta Kevin Anderson sul centrale per il primo quarto di finale del masters 1000 di Toronto. Ma erano due anni che il bulgaro e il sudafricano non giocavano contro, e il salto di qualità compiuto da Kevin nelle ultime stagioni è stato notevolissimo, con due finali Slam, US Open 2017 e Wimbledon un mese fa, traguardi di grande prestigio che a Grigor mancano. Che la musica sia cambiata diventa chiaro dopo una ventina di minuti, sul 2-2 del primo set, quando un paio di errori di Dimitrov, e altrettanti dritti vincenti di Anderson, portano al break. Kevin serve come un treno, con due ace a game di media, e risponde con efficacia soprattutto dal lato destro. Un altro siluro con il dritto, che fulmina Grigor, e arriva il secondo break, che di fatto pone fine al parziale. Dimitrov non riesce quasi mai a rispondere in modo incisivo, il che ci sta contro un bombardiere simile, ma la cosa grave è che anche quando partono gli scambi va spesso in difficoltà. Impeccabile il tennis percentuale di Anderson, che tira a chiudere senza esitazioni sulle palle giuste (Shapovalov, dovresti prendere appunti, si può spingere a tutto braccio anche tantissimo, ma non in modo casuale!). In 35 minuti è 6-2 Kevin, senza appello, per quello che si vede dalla tribuna sembra che ci sia una categoria di differenza tra i due, e ovviamente non dovrebbe essere così. Ma tant’è.
IMPECCABILE FINO ALLA FINE – A inizio secondo set Dimitrov è ancora più frastornato, sbaglia una palla su due, e cede a zero il servizio d’apertura. Che batosta che si sta profilando per il bulgaro, se non si attiva velocemente, e di brutto anche. Anderson non è d’accordo, e continua a mollare giù bastonate imprendibili (siamo a 9 ace in 5 turni di battuta quando arriva il 2-0 e i sei game di fila, aggiungiamoci quasi altrettanti servizi vincenti, praticamente sta nascondendo la palla all’avversario). Il punto che lo porta 40-0 sul 2-1 è emblematico: per una volta, Grigor risponde bene e attacca, e come conseguenza si prende in faccia un passante lungolinea vincente basso, in corsa, di rovescio. Quando un cristone di 2 metri e 3 centimetri, che spara cannonate spaventose dal terzo piano, si mette pure a coprire il campo con rapidità e coordinazione, giocando altrettanto bene in difesa quanto in attacco, è come avere la proverbiale botte piena con moglie ubriaca. Poco da fare, bravo lui.
Tra i colleghi nel press box ci scambiamo sguardi ammirati, e ne abbiamo ben donde. Il pubblico prova a incoraggiare il malcapitato Dimitrov, che quando arriva ai vantaggi in risposta nel sesto game pare un avvenimento, la reazione di Kevin sono due servizi vincenti che lo portano avanti 4-2 senza fare una piega, onestamente è frustrante per l’avversario. Lo scoramento di Grigor si manifesta tutto nel doppio fallo che gli costa una palla break poco dopo, che è un match-point virtuale. La annulla col dritto, ne affronta una seconda, e qui è Anderson che entra con l’attacco vincente, siamo 5-2, è praticamente finita. Tre minuti dopo, Dimitrov dà la mano e fa i complimenti a uno dei migliori Anderson della stagione, e non è che abbia giocato male ultimamente, chiedere a Roger Federer. Splendido davvero. Chi uscirà dalla sfida tra Tsitsipas e Zverev per affrontarlo farà bene a preoccuparsi.
Risultati:
[1] R. Nadal b. [6] M. Cilic 2-6 6-4 6-4
K. Khachanov b. R. Haase 6-3 6-1
[4] K. Anderson b. [5] G. Dimitrov 6-2 6-2
S. Tsitsipas b. [2] A. Zverev 3-6 7-6(11) 6-4