Dal nostro inviato a Cincinnati
[10] N. Djokovic b. [2] R. Federer 6-4 6-4
Il pomeriggio conclusivo del Western&Southern Open di Cincinnati è finito con Novak Djokovic a celebrare in mezzo al campo la conquista dell’ultimo Masters 1000 che gli mancava, diventando così l’unico giocatore ad aver vinto tutti i tornei del Grande Slam e tutti i Masters 1000. Lo ha fatto giocando una partita esemplare contro un Roger Federer sicuramente sottotono, quasi catastrofico in risposta, che non ha saputo sfruttare le condizioni di gioco storicamente favorevoli a lui sul rapido cemento dell’Ohio.
La ribattuta aveva fatto penare lo svizzero durante tutta la settimana, e nella giornata più importante lo ha abbandonato quasi completamente, permettendogli di vincere solamente quattro punti sul servizio avversario nel primo set, e mettendolo in una situazione di grande pressione sulla propria battuta.
Nel primo set Federer è riuscito a trovare aiuto nella battuta, producendo cinque ace e riuscendo a rendere i suoi turni di battuta relativamente confortevoli. Nel game d’apertura del match si era salvato da due palle break con due servizi vincenti e successivamente aveva anche lui, come Djokovic, concesso le briciole nei propri game di battuta. Il primo parziale è stato deciso da un solo break, arrivato al settimo game, nel quale Federer ha commesso tre errori gratuiti consecutivi sugli ultimi tre punti, considerando anche come tale il clamoroso diritto “lisciato” nell’ultimo punto che ha fatto arrabbiare lo svizzero in maniera tale da costringere il giudice di sedia Dumusois a dargli un warning per abuso verbale.
Dopo i primi 37 minuti del primo set, filati via in maniera piuttosto piatta, la partita si è movimentata subito all’inizio del secondo parziale quando Federer ha provato a cercare la rete con più continuità soprattutto dietro al servizio. Un doppio fallo sulla palla break costava lo 0-2 immediato a Djokovic, che cedeva il servizio dopo aver condotto 40-15. Sembrava l’occasione che Federer attendeva per allungare nel punteggio e provare la rimonta, ma non era questa la giornata. Facendo leva sulle sue grandissime doti difensive, Djokovic ribaltava un paio di punti da difensivi ad offensivi e si procurava l’immediato controbreak. Il game decisivo arrivava, come nel set precedente, sul 3-3: Federer si portava 40-0 sulla sua battuta ma, nonostante cinque chances per chiudere il game, si faceva breakkare per la terza volta nella giornata (dopo che era arrivato in finale con una striscia di 100 turni di servizio tenuti consecutivamente a Cincinnati, dalla finale contro David Ferrer del 2014) e firmava da solo il suo fato. Nel game finale provava a riaprire il match con due splendidi vincenti da fondo, che però erano troppo soli e troppo in ritardo nel la desolazione del suo tennis odierno.
Dopo questa affermazione, che segue di poco più di un mese quella di Wimbledon, Novak Djokovic risalirà al n.6 della classifica mondiale (a pari punti con Cilic, ma con un maggior bottino nei tornei dello Slam) e sarà molto interessante vedere giovedì alle ore 14 di New York (le ore 20 in Italia) in quale quarto di tabellone sarà sorteggiato ai prossimi US Open, per i quali i bookmaker lo danno come primo favorito, con una quota però solo leggermente più bassa di quella attribuita a Nadal e Federer.
“Quello che è riuscito a completare oggi Novak è qualcosa di estremamente difficile e storico, e spero per lui che ne sia orgoglioso – ha detto Federer in conferenza stampa – credo che questa giornata debba essere ricordata per questo. Per quanto mi riguarda ho giocato una buona settimana, ma oggi la risposta davvero non andava, non sono riuscito a fare nulla sulla sua seconda e non è pensabile vincere con quei numeri. Credo che fossero le mie gambe a non essere sufficientemente reattive, i miei piedi non erano abbastanza veloci, forse non mi sono adattato alle condizioni diurne dopo aver giocato di sera, ma questo è un dettaglio secondario. Ora torno a New York, dove mi sono già allenato prima di venire qui, dovrò abituarmi alle palle diverse, è sempre divertente quando le palle nel torneo di preparazione sono diverse da quelle che si usano nello Slam, e credo che gli US Open saranno molto divertenti. I favoriti sono ovviamente Novak e Rafa, che hanno vinto Toronto e Cincinnati, ma ci saranno anche tanti altri giocatori che sono tornati al loro livello abituale, come per esempio Stan Nishikori“.