[30] C. Suarez Navarro b. [22] M. Sharapova 6-4 6-3 (da New York, Luca Baldissera)
SERATACCIA MARIA – Maria Sharapova e Carla Suarez Navarro non si incontravano da tre anni e mezzo (Roma 2015). I precedenti sono 4-1 per la russa, ma parliamo della carriera “precedente” di Maria, dopo il rientro dallo stop per squalifica le cose sono cambiate molto. Sharapova rimane una giocatrice fortissima, però non è più la schiacciasassi di prima, e la risalita verso le posizioni di vertice ha visto parecchie difficoltà. Carla, di contro, sta giocando forse il miglior tennis della carriera. Il gioco della spagnola, però, è estremamente adatto alla terra battuta, con la capacità di trovare angoli stretti con palle cariche di top-spin, sia di dritto che con lo splendido rovescio a una mano, una rarità nel circuito WTA di alto livello. Maria è una picchiatrice da cemento delle migliori, il servizio a volte soffre di discontinuità, ma è una bella botta, il dritto e soprattutto il potente e preciso rovescio bimane producono accelerazioni spesso imprendibili anche da posizioni scomode e in recupero. Due palle break annullate dalla spagnola nel secondo game, qualche errore di troppo di Sharapova in quello successivo che le costano il turno di battuta, e siamo 2-1 per Carla. Picchia forte Maria, ma sbaglia parecchio (5 vincenti, però ben 8 errori in 4 game), e Suarez Navarro allunga 3-1. Si mette pure a commettere doppi falli la russa (tre consecutivi!), continua con i gratuiti, subisce un secondo break, e rischia di aver già compromesso il set. Pur in difficoltà, Sharapova tenta una reazione, si conquista due volte palla break quando è sotto 4-1, e alla seconda occasione incassa l’errore di dritto di Carla e accorcia. Ma per ora non è serata per la specialista dei match sotto i riflettori dell’Arthur Ashe (22 vittorie di fila qui in “night session”). Oltre alle sue incertezze, non viene affatto aiutata da Suarez Navarro, che spinge bene, trova belle traiettorie anche in lungolinea, la brekka a 15 per la terza volta, e va a servire per il set sul 5-2. Nuova reazione d’orgoglio di Maria, e altro break (siamo a 5 in otto game, 2 subìti dalla spagnola, 3 dalla russa, a volte il tennis femminile va così), poi senza altri affanni Sharapova tiene, e si fa sotto sul 4-5. Ma il 18esimo errore gratuito, un dritto che le scappa largo, consegna il primo parziale a Carla, 6-4, brava a stare lì contro un’avversaria che gioca a sprazzi e dà zero ritmo.
TROPPI ERRORI – Va alla battuta Sharapova in avvio di secondo set, ed è subito break e controbreak, non ha più senso contarli ormai (7 in 12 game, è chiaro che in questa partita il servizio non ha la minima importanza), poi Maria tiene e va in vantaggio 2-1. Sbagliano parecchio tutte e due, 22 gratuiti la russa, 14 la spagnola finora, onestamente non è un bel match. Si sono viste alcune buone botte da fondo di Sharapova, qualche apprezzabile geometria di Suarez Navarro, e poco altro. Anche il pubblico di solito molto caldo e partecipe di New York non è entusiasta. Finalmente un super-scambio, che scatena gli applausi, nel quarto game, gran pressione per 17 tiri, con la palla corta vincente finale di Carla che le dà il 2-2. Altro recupero spettacolare di rovescio per Suarez Navarro (ingenuità su un colpo elementare vicino a rete di Sharapova però), ed è ancora break, 3-2 per lei. Suona la colonna sonora di “Game Of Thrones” durante il cambio campo, chissà che non possa scuotere la “Regina Bionda” (in effetti, qualcosa di Cersei Lannister ce l’ha), a questo punto sta davvero rischiando grosso. Ma le cose non cambiano, Maria arriva a palla del controbreak, però sbaglia male due dritti di fila, poi ha ancora un’opportunità, e le vola lungo il rovescio, non ci siamo. Brava Carla con il dritto lungolinea, ed è 4-2 per lei, ma il problema grosso per Sharapova sono soprattutto i 32 errori gratuiti commessi fno a questo momento (saranno 38 alla fine), veramente troppi a fronte di soli 13 vincenti. Due game di servizio tenuti da entrambe senza troppi drammi (un avvenimento) e si arriva al 5-3, con Maria alla battuta per salvare la partita. La serataccia di Masha si conclude con un gran rovescio vincente di Carla, che la rimonta da 40-15, e accede meritatamente ai quarti di finale, nel giorno del trentesimo compleanno (bel regalo si è fatta), dove affronterà Madison Keys. Precedenti 3-0 Keys, ma sempre al terzo set.
“Grazie a tutti, è la prima volta che gioco qui in notturna, sono molto contenta, ho fatto una buona partita, è stata dura. Sto lavorando per essere aggressiva e solida, devo correre e lottare ma anche spingere. Quel punto lungo? Sì, ho festeggiato solo lì, ma il mio carattere è questo, mi tengo le cose dentro. Adesso ho Madison, ha fatto finale qui, ha un gran dritto e so che il pubblico sarà con lei, ma io ci proverò e cercherò di divertirmi“, racconta felice “Carlita” a fine match.
BOOM BOOM OSAKA – Le due ventenni terribili, Naomi Osaka e Aryna Sabalenka, si affrontano negli ottavi di finale dopo aver stupito: Naomi ha perso solo 7 giochi fin qui, Aryna invece è reduce dalla grande vittoria su Kvitova. Una buona cornice di pubblico accoglie una probabile sfida del futuro, e le due non deludono le attese. Partita dalle mille emozioni e capovolgimenti di fronte, con un tennis offerto davvero di gran qualità. Il primo set è tutto a favore della giapponese, il cui punteggio finale è quasi generoso visti i valori in campo. Aryna è molto contratta, con errori con tutti i fondamentali. Di contro, Osaka riesce sempre ad appoggiarsi su tutti i colpi, comandando ogni scambio. Il doppio break con cui chiude è solo una conseguenza. La solidità di Naomi mostrata fin qui però scompare del tutto. Dopo la pausa, Sabalenka ritrova la calma, colpendo bordate di dritto e rovescio da ogni parte del campo. Osaka, sorpresa, non riesce a reggere l’urto dei colpi della bielorussa, e sbanda visibilmente. Fino al terzo game del set decisivo, viene sommersa dai vincenti di Sabalenka, perdendo ogni efficacia nel suo gioco. Sospinta dal pubblico però, e con l’atteggiamento di chi non ha nulla da perdere, Osaka trova prima un clamoroso controbreak e poi conferma il servizio lottando con le unghie e con i denti. Che emozioni! Sabalenka subisce il rientro e concede 3 palle break, che annulla da vera campionessa con 4 vincenti. Ormai è una partita di nervi, vibrante, con le avversarie che giocano benissimo ogni turno. Sul 4-5 Sabalenka si trova ancora una volta 0-40: altra rimonta e 3 match point annullati. Ma non basta, il quarto è quello decisivo. È Osaka a fare la differenza, che chiude l’incontro con il pubblico in visibilio.
Lorenzo Fattorini
KEYS A DOPPIA MANDATA – Madison Keys, dopo la finale raggiunta lo scorso anno, vuole rendersi protagonista anche in questa edizione e lo fa battendo perentoriamente Dominika Cibulkova negli ottavi di finale. I precedenti parlavano chiaro: in quattro sfide la slovacca non era mai andata lontanamente vicina a battere Keys e in questo match di apertura sull’Arthur Ashe Stadium l’andamento non è cambiato. La statunitense sin da subito è stata in grado di imporre il suo gioco potente, rendendo ingestibili le bordate che Cibulkova si vedeva arrivare sul suo lato del campo. La n. 14 del mondo è stata impeccabile anche con il rovescio, non lasciando davvero nessuna chance alla sua avversaria. Il primo set fondamentalmente è stato deciso dal break del secondo game, arrivato dopo un’interminabile serie di scambi che Dominika è stata costretta a giocare nella parte di campo soleggiata. Nel secondo set invece la n. 35 del mondo ha tentato di sfruttare un piccolo passaggio a vuoto di Keys, ma quest’ultima si è prontamente rimessa in carreggiata finendo per vincere 6-1 6-3 in 77 minuti. Per lei adesso la vincente di Sharapova-Suarez Navarro.
Paolo Di Lorito
TSURENKO NELL’ARENA – Ci sono volute due ore e mezza, diversi svenimenti minacciati per parte, centotrenta (130!) errori gratuiti combinati, “e che l’ombra si spostasse un po’ più in la”, prima che Lesia Tsurenko, ventinovenne ucraina appena fuori dalle teste di serie (36 WTA), conquistasse il primo quarto di finale in carriera di un Grande Slam, sconfiggendo 6-2 al terzo Marketa Vondrousova. Vondrousova era alla prima apparizione alla seconda settimana di uno Slam. La diciannovenne ceca, nata tre mesi prima del primo trionfo allo US Open di Serena Williams, era anche la più giovane giocatrice rimasta in tabellone.
Tsurenko, sotto un insopportabile caldo umido, sale sopra 4-1 nel primo set, aggredendo alla prima occasione utile i colpi di una Vondrousova che ci mette un po’ ad entrare in partita, alternando pregevoli palle corte ad altre scellerate. Il sole però batte forte, e Tusrenko fatica a vederci chiaro, letteralmente. Vondrousova rimonta, mentre i colpi dell’ucraina diminuiscono di intensità, il servizio scende sui 110 km/h di media e la fisioterapista viene convocata per due cambi di campo di fila. Tsurenko riesce comunque a trascinarsi al tiebreak, che perde, così come i primi due giochi del secondo set. Sembra sia la fine, ma le preghiere dell’ucraina – “chiedevo a Dio, o alla Natura, o a tutto ciò potesse aiutarmi di spostare quelle nuvole”, dirà a fine partita – vengono ascoltate. Il sole cala, arrivano le nuvole e lei si riprende. Mentre Vondrousova inizia a soffrire problemi alla coscia destra, oltre a subire anche lei il caldo. Sono entrambe menomate, la qualità ne risente, e la velocità di gioco è ai minimi. Tsurenko sembra però riprendersi col tempo, mentre la ceca pare peggiorare. Così l’ucraina chiude il secondo set e si porta subito sul 3-0 nel terzo. La ceca prova con le forze rimaste a dare filo da torcere, ora tira solo comodini ad occhi chiusi, ma il treno è passato. Tsurenko la vince sulla distanza, e sfiderà Naomi Osaka dopodomani nel primo quarto di finale in carriera per entrambe (nessun precedente a livello WTA).
Lorenzo Dicandia
Risultati:
[30] C. Suarez Navarro b. [22] M. Sharapova 6-4 6-3
[14] M. Keys b. [29] D. Cibulkova 6-1 6-3
[20] N. Osaka b. [26] A. Sabalenka 6-3 2-6 6-4
L. Tsurenko b. M. Vondrousova 6-7(3) 7-5 6-2