Nell’era del dominio dei Fab Four eravamo stati abituati a semifinali Slam con in campo sempre gli stessi protagonisti. Tuttavia qualcosa è cambiato a partire dallo scorso anno, quando agli US Open abbiamo assistito alla sfida tra Kevin Anderson e Carreno Busta. I primi 3 Slam del 2018 hanno rispettato questa nuova tendenza: in Australia prima semifinale per Kyle Edmund e Hyeon Chung, a Parigi per il nostro Marco Cecchinato e a Londra per John Isner. Proprio dove tutto era cominciato, a New York, si torna ad avere in semifinale i giocatori che ti aspetti, con l’unica (parziale) sorpresa rappresentata da Kei Nishikori. Tuttavia il giapponese disputerà questa notte la terza semifinale agli US Open e, se in salute, rimane uno dei giocatori più temibili sul cemento outdoor.
Andando per ordine, alle ore 22 sull’Arthur Ashe si sfideranno ancora una volta Juan Martin del Potro e Rafael Nadal, in quello che ormai è diventato un appuntamento classico negli Slam recenti.
NADAL VS DEL POTRO
A partire dalla semifinale di New York dello scorso anno, i due ad accezione degli Australian Open si sono sempre affrontati: due volte in semifinale (US Open 2017, Roland Garros 2018) e una volta in quarti di finale (Wimbledon 2018). A spuntarla è sempre stato lo spagnolo, ma a Londra Delpo è andato vicinissimo all’impresa in quello che al momento appare il match dell’anno per livello di gioco espresso e per l’intensità con cui hanno battagliato per quasi 5 ore. A Flushing Meadows il numero 1 del mondo non ha fatto vedere il suo miglior tennis e a partire dal terzo turno è sempre stato costretto almeno al quarto set. I cinque estenuanti set contro Dominic Thiem di martedì notte hanno fatto emergere i problemi che Rafa sta vivendo durante questo torneo: un servizio poco redditizio – con Khachanov e Thiem ha messo a segno appena 3 ace in due partite – e le difficoltà a trovare ritmo da fondocampo nelle fasi iniziali del match, come dimostra il bagel subito contro l’austriaco nel primo set. D’altro canto, come se ce ne fosse bisogno, Nadal ha dimostrato di poter sempre tirare fuori il meglio del suo gioco nei momenti topici del match.
Percorso invece più lineare per Juan Martin del Potro, che sinora ha smarrito solamente un set contro John Isner. Il forfait di Toronto per un risentimento al polso sinistro aveva fatto tremare tutti gli appassionati, ben consci dei diversi problemi di cui l’argentino ha sofferto. Tuttavia Delpo sembra essere riuscito a gestirsi in maniera perfetta e a New York non ha palesato alcun problema fisico, ad eccezione del colpo di caldo (fisiologico, viste le temperature) avuto contro Isner nel match di martedì. L’argentino andrà a caccia della seconda finale Slam proprio a New York, dove 9 anni fa prima di superare Roger Federer in finale sconfisse il suo avversario odierno con un periodico 6-2.
DJOKOVIC VS NISHIKORI
Non prima delle 23.30 ore italiane, quindi molto presumibilmente a seguire della prima semifinale, il 13 volte campione Slam Novak Djokovic sfiderà la testa di serie numero 21 Kei Nishikori. Il serbo ha un buonissimo score contro il giocatore del Sol Levante, contro cui ha perso appena 2 volte nei 16 precedenti. Tra le 2 vittorie giapponesi spicca però quella del 2014 quando Nishikori sconfisse proprio qui a New York l’allora numero 1 del mondo Djokovic, prima di perdere la sua unica finale Slam contro Marin Cilic. Il serbo arriva al match di oggi in sordina, senza aver mai rubato l’occhio ma disputando partite solide in maniera concentrata. Il rischio più grande lo ha corso nel suo match di primo turno contro Marton Fucsovics, dove il suo più grande avversario è stato il caldo asfissiante che ha rischiato di metterlo k.o. durante il terzo set. Questa sera avrà di fronte un giocatore con caratteristiche molto simili alle sue: grande rovescio, ottimo timing sulla palla e eccezionale lavoro di piedi.
Al termine del match contro John Millman ha spiegato come si trovi comunque molto bene contro il giapponese, come per l’appunto dimostra il record di 14-2. “Ho un buonissimo head-to-head contro di lui. Gioca talmente veloce che mi costringe ad essere attento già dal primo punto perché so di dover essere al meglio per competere con lui dalla linea di fondo”.
Il 2018 di Kei Nishikori non è stato finora memorabile, con l’unico acuto rappresentato dalla finale raggiunta a Montecarlo e persa contro Nadal; tuttavia l’aspetto più confortante per il giapponese è la buona condizione fisica dimostrata durante l’anno, nonostante rientrasse da un lungo stop. Nel match contro Marin Cilic, ha fatto vedere il meglio e il peggio del suo repertorio, tantissimi vincenti ma anche molte amnesie come quella di cui è stato vittima dal 4-1 del quinto set (chiuso poi 6-4). Contro Djokovic dovrà riuscire a mantenere per tutto l’arco del match un livello elevato e per prepararsi al meglio si aiuterà con le immagini della semifinale del 2014. “Ho grandi ricordi qui a New York, anche se con Novak è sempre un match duro. Non ricordo nei particolari quel match e quindi proverò a riguardare quella partita e ottenere così più fiducia per venerdì”.
L’eccezionale caldo dei passati giorni sembra ormai essere superato e ciò non può che favorire lo spettacolo. Non è invece da escludere la possibilità che le semifinali maschili si disputino con il tetto chiuso proprio come quelle femminili.