L’Odissea di Daniele Bracciali non è ancora finita. Secondo quanto riportato su Tennis Italiano da Riccardo Bisti, la prossima settimana l’aretino sarà chiamato a processo dalla Tennis Integrity Unit a Londra, dal 18 al 20 settembre. Lo scorso gennaio il tribunale di Cremona aveva scagionato Bracciali (assieme a Potito Starace) dall’accusa di frode sportiva, che dal 2014 pendeva sul capo dei due tennisti italiani. Nonostante l’assoluzione con formula piena, secondo l’organo di anticorruzione il caso non è affatto archiviato.
“Ho ricevuto una mail che mi ha lasciato di stucco. La TIU continua a sostenere che io e Starace abbiamo alterato una partita durante il torneo di Barcellona 2011 e che il telefonino intercettato sia il mio.” Questo il racconto di Bracciali a Tennis Italiano, comprensibilmente turbato dalla riapertura di una vicenda che ormai sembrava alle spalle. Daniele, come auspicava a fine 2017, durante la stagione in corso è riuscito a concentrarsi di più sul tennis giocato: dopo un’assenza lunga tre anni, è tornato in campo in seguito alla sentenza di Cremona. Sempre impegnato in doppio, la sua specialità, ha raggiunto ottimi risultati in diversi Challenger estivi (due titoli e due finali, tra cui la vittoria a Gstaad in coppia con Matteo Berrettini) a quasi 41 anni di età.
Ora però la TIU, che in tempi recenti ha fermato nomi poco rilevanti del panorama tennistico, potrebbe infliggere un ennesimo e dolorosissimo stop al giocatore italiano, che -come ha lui stesso confermato- non esiterà a rivolgersi al TAS di Losanna se il processo prenderà una brutta piega. La speranza è che l’azzurro esca vincitore già al primo grado, ma, pur essendoci svariate prove riguardo la sua innocenza, non c’è nulla di scontato in vista dell’udienza di Londra. Le parole di Bracciali in merito sono abbastanza esplicative: “Mi sembra accanimento.”