da Zara, il nostro inviato
COPPA DAVIS, SEMIFINALI
CROAZIA b. USA 3-2
La doppia intervista del Direttore a Borna Coric
B. Coric (CRO) b. F. Tiafoe (USA) 6-7(0) 6-1 6-7(11) 6-1 6-3
Sembrava dovesse essere una passeggiata per i padroni di casa, invece la semifinale tra Croazia e USA è stata la classica emozionante sfida di Davis, conclusasi solo al quinto decisivo match. Alla fine i croati devono ringraziare Borna Coric, che per la terza volta in carriera (su tre) non ha tremato ed ha portato il punto del 3-2 alla sua nazionale. In realtà il n. 18 del mondo stavolta ha tremato un bel po’, dopo aver perso al tie-break il primo set ed il terzo set davanti ad un Tiafoe caricato a mille dalla clamorosa vittoria di Sam Querrey su Marin Cilic. Ma poi il n. 18 del mondo ha rimesso le cose a posto, lasciando le briciole al suo avversario negli ultimi due set, nonostante il 20enne tennista statunitense – molto stanco, abbia lottato fino all’ultimo e si sia arreso solo dopo che erano scoccate le quattro ore di gioco. Bel giocatore e grande carattere il giovane Frances, sentiremo parlare ancora molto di lui.
Onore alla squadra USA che è arrivata vicina all’impresa. Del resto il capitano croato Zeljko Krajan l’aveva detto ieri sera, in conferenza stampa, che si aspettava qualche trucchetto dell’ultimo minuto da parte del collega Jim Courier. Ma non credeva comunque che la mossa del ct statunitense potesse funzionare veramente. Ed invece Sam Querrey, sceso in campo al posto di Steve Johnson, è riuscito a confezionare una delle tipiche grandi sorprese della Coppa Davis, superando in quattro set il n. 7 del mondo Marin Cilic, con il quale fino ad oggi aveva sempre perso (gli scontri diretti erano 6-0 per Cilic). Tanti meriti da parte dello statunitense, che soprattutto con il rovescio ha fatto spesso, inaspettatamente, la differenza negli scambi da fondo. Ma sono stati maggiori i demeriti di Cilic che sognerà per diverso tempo i cinque set point consecutivi che non ha sfruttato nel tie-break del secondo parziale e che potevano portarlo in vantaggio per due set a zero. Da quel momento in poi non è stato più lui (come confermerà nel dopo partita: “Non sono più riuscito a trovare il ritmo”) ed i due parziali successivi sono stati vinti da Querrey senza particolari difficoltà. Per fortuna di Cilic, ci ha pensato Coric a ridurre il peso specifico dei suoi incubi, staccando il biglietto per la finale in terra francese.
Sarà dunque Francia – Croazia, in terra transalpina, la finale dell’ultima Coppa Davis “classica”, prima della rivoluzione voluta da David Haggerty e dal gruppo Kosmos. Per i francesi l’occasione di prendersi la rivincita della semifinale vinta due anni fa per 3-2 dalla Croazia proprio qui a Zara, nel palazzetto “Kresimir Cosic” che dista qualche decina di metri dal campo su cui si è disputata l’odierna semifinale, e conquistare l’undicesima insalatiera. I croati invece sperano di vendicare la sconfitta nella finale dei mondiali di calcio (e anche l’eliminazione agli europei di pallamano, altra sconfitta di quest’anno contro i galletti che non è andata giù da queste parti) e diventare la decima nazione a conquistare più di una Coppa Davis.
LA CRONACA – Si inizia (match inedito, non si sono mai incontrati) e su entrambi i giocatori si sente l’effetto della clamorosa vittoria di Querrey su Cilic. Tiafoe è gasato, tutta la pressione è su Coric. Il break a favore del 20enne di Orange è il risultato della partenza sprint del tennista ospite, supportato da una panchina in trance agonistica. Coric si riprende, si ricorda che è lui quello che ha già giocato 15 singolari in Davis e ha portato per due volte (su due) il punto del 3-2 e recupera il break nel settimo gioco. Ma l’esordiente (venerdì) in Davis Tiafoe fa match pari, lottando su ogni palla e supportato dal servizio (3 ace in questo primo set). La tattica studiata a tavolino con Courier è chiara: chi ha la pressione addosso è Coric, e per uno che non ha colpi mortiferi ma si costruisce i punti con una progressiva e precisa pressione da fondo, può in effetti essere difficile riuscirci in questa situazione. La tattica riesce alla perfezione nel tie-break con lo statunitense che da tre metri dietro la riga di fondo si mette ad aspettare gli errori di Coric. Che arrivano copiosi e di fila, per il clamoroso 7-0 Tiafoe. 7-6 USA dopo 53 minuti, per la Croazia che ieri era arrivata a due punti dal match nel quinto set del doppio, comincia a farsi dura.
Ma Coric ha sempre detto di essere uno che adora giocare sotto pressione e che da questo punto di vista per lui giocare in Davis è il massimo. Il brutto tie-break giocato dà la scossa al tennista croato, mentre intorpidisce un po’ Tiafoe. Parziale di venti punti a quattro per il croato, che con un doppio break si porta sul 5-0 in poco più di venti minuti. Ora la pressione da fondo di Coric si fa sentire, Tiafoe gioca un po’ troppo corto e gli lascia campo. Poco dopo il n. 18 del mondo pareggio il conto dei set. 6-1 Croazia, si va al terzo quando è passata un’ora e mezza di gioco
“Borna Borna” si sente ora rimbombare sugli spalti del Visnjik, con il 21enne zagabrese che si prende subito il break in apertura di terzo set e lo bissa nel terzo gioco. Altro parziale pesantissimo per Coric – sedici punti a quattro – che si invola sul 4-0 in venti minuti scarsi. Ora il croato sta letteralmente dominando, sballottando il suo avversario da una parte all’altra del campo. Ma deve esserci un virus oggi che colpisce i giocatori croati quando sono in vantaggio. Un piccolo calo di tensione ed un po’ di presunzione in un paio di giocate (segnale che l’allievo di Piatti deve ancora maturare un po’) lo costringono ad annullare una palla break nel sesto gioco. Ma Coric non coglie il segnale mentre Tiafoe sì e torna a rimandare di là tutto il possibile. Ed ecco il nuovo patatrac croato. Stavolta è Tiafoe ha infilare un parziale pesante, 4 giochi a zero, e portarsi sul 6-5, con la panchina USA esaltata. Coric interrompe l’emorragia e si va di nuovo al tie-break. Dove succede di tutto e cerchiamo di raccontarlo. Due rovesci lungolinea fuori di poco di Coric permettono a Tiafoe, che ora sembra lui il terraiolo nato e non sbaglia niente, di andare 3-1. Capace adesso Tiafoe di spingere lui da fondo, addirittura su quella diagonale di rovescio dove fino a poco prima si costruiva i punti il suo avversario. Ma proprio dopo essersi costruito il punto sulla diagonale sinistra, lo statunitense sbaglia sciaguratamente uno smash facile che consente a Coric di pareggiare sul 4 pari. Ora si seguono i servizi ed il primo ad avere il set point è Coric sul 6-5, grazie ad una gran prima. Tiafoe annulla bene e poi un erroraccio di rovescio di Coric gli regala il set point del 7-6. Un’altra prima e poi un lungo scambio da fondo che lo vede vincitore (nonostante sia evidente che il più teso sia lui) riportano avanti Coric, 8-7. Poco dopo, con un ace arriva il secondo set point Tiafoe sul 9-8. Coric pareggia, ma sul 9 pari il dritto (come spesso è accaduto oggi, del resto è il suo colpo meno naturale) lo tradisce. Tiafoe può giocarsi il set point col servizio a favore, ma non mette la prima e sulla seconda in kick non profonda una grande risposta di rovescio permette a Borna di raggiungerlo sul 10 pari. Ma Frances gioca bene un lungo scambio e con un dritto profondo costringe all’errore il suo avversario e si procura il quarto set point: 11-10 USA. Coric serve ed ottiene l’11 pari. Ma qui Tiafoe prende veramente tutto in uno scambio lunghissimo e alla fine è Coric a sbagliare. Eh, la pressione della Davis non è sempre piacevole da gestire. Quinto set point per Tiafoe che stavolta non si fa pregare e con un ace chiude 13-11. 7-6 USA, gli ospiti sono ad un set dalla clamorosa vittoria in rimonta.
Il quarto set vede Coric non sfruttare due palle break nel secondo game. Ma il croato pare aver resettato le occasioni sprecate nel set precedente, torna a comandare con sicurezza le operazioni da fondo come nel secondo set e la prima parte del terzo. Tiafoe invece sembra un po’ accusare il grande sforzo della rimonta nel parziale precedente. Coric si procura altre tre chance, consecutive, per strappare la battuta all’avversario nel quarto gioco. Ne basta una ed è 3-1. Gliene servono cinque (anche qui consecutive) per un altro break nel sesto gioco, con Tiafoe che almeno ora è tornato a lottare, probabilmente in previsione del quinto set. Che si materializza poco dopo, con Coric che chiude al secondo set point. 6-1 Croazia, si decide tutto al quinto set.
Set che inizia con un brivido per i tifosi croati, che erano appena tornati a farsi sentire (tanti hanno ceduto dopo più di sette ore sotto il sole, ma comunque qualche migliaio di persone c’era ancora), con due palle break a favore di Tiafoe nel secondo gioco. Ma Coric stavolta non si scompone e le annulla. Il croato sembra avere più benzina nel motore, spinge con il rovescio ed ora alza le traiettorie col dritto per giocare profondo ma senza rischi. Tiafoe lotta, ma il servizio è meno esplosivo e le risposte di Coric continuano a fare danni. Il croato si ferma su un dritto non chiamato fuori di Tiafoe ed ha ragione: palla break che converte subito dopo con un passante di rovescio per il 3-2 Croazia. Lo statunitense è un fighter, non vuole mollare e costringe l’avversario ai vantaggi nel game successivo. Ma Coric ha ritrovato il servizio e con due ace vola sul 4-2. Di fatto il match finisce qui. Tiafoe tiene ancora un servizio nel settimo game, combatte, ma non ne ha più. Quando il sole è praticamente tramontato a Zara e le ombre della sera già avvolgono il campo, Coric chiude con un altro break e può esultare dopo 4 ore e 6 minuti di gioco: 6-3 Croazia, i balcanici volano in finale contro la Francia. Riusciranno a vendicare la sconfitta di Modric e soci ai mondiali di calcio? Per saperlo, appuntamento a fine novembre in terra francese.
Il capitano Krajan in sala stampa non ha paura della finale in Francia: “La Francia è forte, l’importante è arrivare sani alla finale. L’esperienza della sconfitta di due anni fa, da favoriti, ci tornerà utile, andiamo a giocarcela. Di sicuro partite come questa rimangono nella memoria di tutti noi”. Coric non usa mezzi termini a fine match: “Questo è il momento più speciale della mia intera vita… di gran lunga”.
"This is the most special moment of my whole life…by far!"
🇭🇷 @borna_coric is 3-0 in #DavisCup 5th rubbers and has just sent Croatia into the 2018 #DavisCupFinal!
🇭🇷3️⃣🆚2️⃣🇺🇸 pic.twitter.com/V9XBNgRJLg
— Davis Cup (@DavisCup) September 16, 2018
S. Querrey (USA) b. M. Cilic (CRO) 6-7(2) 7-6(6) 6-3 6-4
Krajan l’aveva detto ieri sera in conferenza stampa che si aspettava qualche trucchetto dell’ultimo minuto da parte del collega Jim Courier. Ma non credeva comunque che la mossa del ct statunitense potesse funzionare veramente. Ed invece Sam Querrey, sceso in campo al posto di Steve Johnson, ha confezionato una delle sorprese tipiche della Coppa Davis. Il 30enne si San Francisco, n. 61 ATP, ha giocato un gran bel match, superando in quattro set il n. 7 del mondo Marin Cilic, con il quale aveva sempre perso fino ad oggi (gli scontri diretti erano 6-0 per Cilic, tutti su erba e cemento). Tanti meriti da parte dello statunitense, che soprattutto con il rovescio ha fatto spesso, inaspettatamente, la differenza negli scambi da fondo. Ma sono maggiori i demeriti di Cilic (“Non ero certo al mio top oggi, ero molto nervoso” dirà al termine dell’incontro), che sognerà per diverso tempo i cinque set point consecutivi che non ha sfruttato nel tie-break del secondo parziale e che potevano portarlo in vantaggio per due set a zero. Il tennista croato, in effetti, non si è più completamente ripreso dall’accaduto, ed i due parziali successivi sono stati vinti da Querrey senza particolari difficoltà. Toccherà ora a Borna Coric e Francis Tiafoe decidere chi raggiungerà la Francia in finale. Dopo il 2-0 di venerdì per i croati nessuno se lo sarebbe aspettato di arrivare a questo punto.
LA CRONACA – Pronti, attenti, via ed è 2-0 Croazia. Si pensa che sia l’inizio del previsto monologo di Cilic ed invece sul 30-0 del terzo gioco arriva la prima avvisaglia che oggi il n. 7 del mondo non è lui. Un doppio fallo e tre brutti errori consegnano il controbreak a Querrey, che non si fa pregare ed impatta subito dopo. Da segnalare che in questi primi game l’arbitro Ramos è costretto agli straordinari e deve scendere per ben quattro volte a controllare il segno della palla, correggendo due chiamate (una a favore di Cilic e una favore di Querrey). Il match è equilibrato, Querrey si tiene a galla con il servizio e con il rovescio, sfruttando su quella diagonale una certa pigrizia di Cilic nei piegamenti in questo inizio match. Il primo calo alla battuta di Querrey coincide con i primi due set point a favore di Cilic nel nono gioco. Ma è ancora il rovescio a tradire il croato (sulla seconda palla set la palla si ferma sul nastro, beffardamente) e poi Querrey pareggia con un ace. Cilic alterna colpi da top ten ad errori macroscopici, mentre il giocatore ospite fa del suo meglio e non regala. Soprattutto col rovescio infastidisce parecchio il croato, chiudendo spesso dei lungolinea vincenti che lasciano immobile il tennista di Medjugorje. Si arriva così dopo 46 minuti al tie-break, giusta conclusione di un set equilibrato. Tie-break che Cilic domina, a causa di un improvviso calo dello statunitense al servizio. Querrey non mette una prima e commette anche un doppio fallo (dopo che Ramos aveva appena richiamato il pubblico a non urlare out, dopo una seconda sulla riga del giocatore yankee). Marin si invola 5-0 e poi chiude 7-2 dopo 52 minuti. 7-6 Croazia.
Inizia il secondo set e pare che Querrey abbia dato tutto nel primo set. Ora è Cilic a comandare le operazioni da fondo: ha regolato il rovescio e di dritto spinge che è un piacere. Break a zero nel terzo gioco, con il croato che in questa fase fa quello che vuole sulla seconda di servizio dell’avversario (ad un certo punto sei punti su sei) e lascia le briciole al servizio (3 punti in 3 game di servizio). Con un paio di pregevoli palle corte il n. 61 del mondo cerca di uscire dalla asfissiante pressione da fondo di Cilic e in questa fase ha il grande merito di rimanere attaccato al match, aiutato da un servizio che ora sta tornando a supportrarlo. Ma l’aiuto più grande arriva da Cilic, che non sarebbe Cilic senza qualche improvviso blackout. Ed infatti sul 4-3 30-15, dopo un ace, si incarta e subisce un parziale di otto punti a zero, ritrovandosi sotto 4-5 0-15. Se la cava e si arriva di nuovo al tie-break, con la sensazione però che l’inerzia del match sia dalla parte degli USA. Invece è il giocatore di casa che a furia di bordate di dritto si porta in men che non si dica sul 6-1. Cinque set point consecutivi, sembra fatta: sulle tribune (meno piene di ieri, ma comunque almeno 4.000 spettatori ci saranno, nonostante il gran caldo) si grida “Portaci in Francia”. Invece – non si sa se perché inconsciamente in Francia non ci voglia andare – succede che Marin riesce a fare persino peggio che nel tie-break perso contro Nishikori nei quarti a new York (due doppi falli consecutivi in quell’occasione). Il dritto che l’aveva portato fino a lì smette di funzionare (insieme alla battuta, a dire il vero) e Querrey infila un parziale di 7 punti a zero e vince il tie-break per 8-6. 7-6 USA, incontro in parità.
All’inizio del terzo set Cilic è ancora sotto chock per come ha perso il secondo set (“Sicuramente è stato decisivo per il match. Ma in realtà da quel momento il mio nervosismo è aumentato non per il 6-1 sprecato, ma perché non trovavo più soluzioni in campo“). I due doppi falli consecutivi che commette nel terzo game lo certificano. Il pubblico sugli spalti capisce le sue difficoltà e lo incita “Marin Marin” a più riprese. Fa caldo a Zara, il sole picchia e si sfiorano i trenta gradi sulle tribune. Ma l’unico che sembra non soffrirlo è Sam Querrey che ora è indubbiamente quello che gioca meglio e che anche da fondo è quello che riesce a prendere più spesso l’iniziativa. Il break a suo favore nel quinto gioco non sorprende nessuno: Cilic è l’ombra di se stesso (“Negli ultimi due set non ho più trovato il ritmo. Ho sbagliato colpi che di solito non sbaglio, lui ha servito bene e non riuscivo a rispondere in maniera efficace”). Lo statunitense tiene ora senza problemi il suo servizio. E alla risposta spinge che è un piacere. All’ennesimo lungolinea vincente di Querrey, nel nono gioco, Cilic fracassa la racchetta e Ramos deve dare un warning (ma Cilic ovviamente non ha niente da dire: “Di solito quando rompi una racchetta l’arbitro ti dà il warning” il suo commento nel post match). Non serve però a farlo uscire dal suo buco nero. Il croato commette due doppi falli, il secondo del quale porta Querrey al terzo set point, quello che sfrutta. 6-3 USA, in vantaggio due set a uno dopo 2 ore e 32 di gioco.
Il quarto set procede senza sussulti fino al decimo gioco con entrambi i giocatori che tengono senza problemi i propri turni di battuta. Ma è evidente che è Cilic quello psicologicamente più in difficoltà: è lui quello che sbaglia di più, che non riesce ad essere consistente da fondo. E quando il gioco si fa duro, sul 5-4 Querrey, cede di schianto: un paio di brutti errori del croato, gli ennesimi, portano il 30enne di San Francisco a doppio match point. Il primo viene annullato da un vincente del tennista di Medjugorje, dopo che Ramos faceva ripetere il punto per una chiamata errata sulla prima di Cilic, ma il secondo è quello buono. Courier abbraccia Querrey, sulle tribune, con i tifosi croati increduli in silenzio, si sente ora esultare solo lo sparuto gruppo di tifosi USA. 6-4 USA e tie in parità.