Neanche Aryna Sabalenka riesce a fermare Qiang Wang. La Cina torna ad avere una semifinalista a Pechino dodici anni dopo Shuai Peng, che nel 2006 venne sconfitta da una Kuznetsova lanciatissima verso il titolo. Wang firma la quindicesima vittoria nelle ultime diciassette partite servendosi di tutte le doti messe in mostra questa settimana: coraggio, resistenza, un rovescio lungolinea da applausi oltre al prezioso supporto del coach Peter McNamara, ex tennista australiano. La bielorussa è praticamente eliminata dalla corse alle Finals sebbene non penda ancora su di lei la condanna della matematica: deve vincere Tianjin e Mosca e sperare che Pliskova e Bertens non facciano altri punti nelle prossime due settimane. Siamo ben oltre il concetto di miracolo. (per qualsiasi dubbio, leggete QUI).
Singapore Qualification Update:
Based on Thursday’s results, Aryna Sabalenka is still in qualifying contention for @WTAFinalsSG regardless of tonight’s result.
— WTA Insider (@WTA_insider) October 5, 2018
LA PARTITA – Godibile, dall’inizio alla fine. L’inizio frenetico della cinese conferma che non c’è stanchezza né appagamento nelle sue membra, mentre il dubbio che possa essere la bielorussa ad accontentarsi non è neanche contemplato. Sabalenka verrà tradita in entrambi i set dall’undicesimo game, e sebbene sia spesso sembrata sul punto di sopraffare l’avversaria non vi riuscirà mai davvero, per meriti da attribuire completamente alla velocità di gambe di Wang che è capace di arrivare praticamente su qualsiasi palla. Il marchio sul break che deciderà il primo set, il quinto complessivo del parziale, è uno splendido dritto in allungo della cinese. E dire che le circostanze verrebbero anche in aiuto a Sabalenka. Sul primo dei due set point Wang va a segno col servizio ma l’arbitro chiama la palla fuori: hawk-eye smentisce, ma l’arbitro decide di far rigiocare il punto. La cinese protesta – probabilmente con buone credenziali, Sabalenka sembrava lontana dalla palla – ma per tutta risposta torna a servire e piazza un altro ace, questa volta limpidissimo. Set artigliato con buona dose di attributi, la bielorussa è in negativo col rapporto vincenti-gratuiti (13-19).
Wang sembra addirittura in controllo ma sull’1-2 il carattere di Sabalenka si fa sentire. Risposta vincente e game ai vantaggi, appena per la terza volta nell’incontro; Wang sventa la minaccia con un passante di dritto in corsa degno della migliore Halep. Iniziano a piovere palle break ma sia Sabalenka (sul 3-3) che Wang (nel game successivo) annullano, la cinese domando alla radice un possibile accesso di rabbia. Wang sente che il momento è cruciale e chiede l’ausilio del suo allenatore, che in modo estremamente paterno la tranquillizza, suggerendole poi di non concedare angoli alla sua avversaria. È l’iniezione di fiducia decisiva per raccogliere le energie residue e piazzare l’ultimo attacco vincente al servizio della bielorussa, che col ventiquattresimo gratuito del set manda la cinese a servire per l’incontro. Sabalenka non è tipa da arrendersi e risale sul 30-30 nell’ultimo game, ma il rovescio lungolinea in corsa con cui Wang spezza definitivamente le reni alla sua avversaria è la fotografia di una vittoria pienamente meritata. Non ci si lasci ingannare, non è soltanto l’aria di casa né il fatto che siamo a fine stagione: Wang è una tennista vera e non partirà affatto sconfitta contro Wozniacki, che ha distrutto Siniakova al termine di una partita mai davvero cominciata.
NAOMI ‘NON’ ALLA SUA MANIERA – ‘Scusa per come mi sono comportata, ero un po’ nervosa‘. Per chi se lo stesse domandando, è questo che Naomi Osaka ha sussurrato a Shuai Zhang dopo aver battuto sul campo la cinese e, nella partita parallela che si stava giocando nella sua testa, i suoi stessi demoni. La giapponese è stata costretta al terzo set appena per la quinta volta in stagione e ne è uscita vincitrice per la quarta volta, rimontando persino un set di svantaggio da attribuirsi per metà alla solita tigna di Zhang e per metà al nervosismo di Osaka, placato in modo provvidenziale dall’intervento di Sascha Bajin. Chissà infatti se senza il suo ausilio, o con un’altra persona nel suo box, Osaka avrebbe portato a casa l’incontro di oggi.
Nonostante i 66 errori gratuiti sparsi nelle due ore e mezza di gioco, nonostante i sei break concessi alla cinese e nonostante una percentuale di prime sotto il 50%, Naomi Osaka ha trovato la chiave. Una chiave che non possedeva affatto dodici mesi fa, a testimonianza di una crescita che non è stata soltanto tennistica. Quando stai giocando una delle peggiori partite delle ultime settimane e hai di fronte una giocatrice che ti costringe a durare il vincente due o addirittura tre volte, è facile perdere la pazienza, lasciarti andare a un pizzico di superbia e pensare ‘vabbè, ho dimostrato di essere tanto forte, vincerò la prossima‘. Soprattutto quando sei sotto 6-3 2-0 poco dopo aver perso un game di risposta in cui hai lasciato per strada sei palle break.
Invece quel che accade, guidato in modo sapiente dalle parole di Bajin, è che Naomi riesce a incanalare la rabbia. Non riuscirà a liberarsene sino all’abbraccio finale, ma potrà rimanere in partita quel tanto che basta a far sorgere in Zhang il dubbio che l’esito non dipenda soltanto da lei, che forse non le basterà tenere la palla in campo per portarla a casa perché la sua avversaria è in campo, e lotta mentre tiene sott’acqua le sue insicurezze. Sul 5-5 del terzo set la cinese si perde il dritto per un paio di minuti che risulteranno fatali: Osaka chiude l’incontro con due servizi vincenti e dopo un bell’abbraccio e un lunghissimo sospiro di sollievo può pensare alla sua prossima avversaria, Anastasija Sevastova, che ha messo fine alla corsa di Dominika Cibulkova. “L‘ho affrontata due volte, sempre sul veloce. So che è una grande giocatrice, tutti lo sanno. Mi aspetto una partita molto difficile e so che dovrò lottare“. Se terrà buona la lezione di oggi, la troveremo di nuovo in finale. “Anche se c’è soltanto una piccola cosa che posso fare, anche solo tenere in campo una palla in più, se può cambiare l’esito dello scambio o della partita allora lo farò“. Naomi non è una lottatrice naturale, ma pensate che giocatrice diventerebbe se migliorasse anche in questo. E sembra poterlo fare.
A.S.
Risultati:
A. Sevastova b. D. Cibulkova 6-3 7-6(5)
[8] N. Osaka b. S. Zhang 3-6 6-4 7-5
[WC] Q. Wang b. A. Sabalenka 7-5 7-5
[2] C. Wozniacki b. [Q] K. Siniakova 6-2 6-2