Sessione serale: de Minaur domina, esordio amaro per Caruana
TSITSI PASSA L’OSTACOLO MUNAR – Il numero uno del seeding Stefanos Tsitsipas inaugura la manifestazione riservata ai migliori under 21 del ranking ATP con una vittoria tutt’altro che agevole contro un convincente Jaume Munar. Il numero 76 ATP che si allena all’accademia di Rafael Nadal sfoggia un’ottima prima di servizio, gioca con i piedi vicino al campo – va bene la tradizione spagnola, ma il tennis attuale e la superficie indoor richiedono altre caratteristiche – e fa anche vedere buone cose a rete. Per i risultati raggiunti quest’anno (titolo a Stoccolma, finali a Barcellona e al Masters 1000 di Toronto), Tsitsipas affronta il torneo da grande favorito, una novità che gli procura inevitabilmente un po’ di pressione. A questo si aggiunge per entrambi l’impatto con le regole diverse (soprattutto la “questione asciugamano”, vero Stefanos?) e allora, tranne che per qualche rovescio di Tsitsipas che strappa applausi, il primo set scorre senza emozioni verso il tie-break, in cui Munar non approfitta di due doppi falli greci; Stefanos non gli rende però il favore e, sulla seconda di servizio avversaria, comanda lo scambio e chiude al primo set point.
Il match comincia a infiammare il pubblico quando Jaume serve nel sesto gioco, nel quale i vincenti di entrambi chiudono gli ottimi scambi. Lo spagnolo annulla due set point – il secondo con una spettacolare volée bassa di rovescio – ma deve ancora arrendersi alla maggiore solidità di Tsitsipas nel tie-break. Salvato il turno di servizio in apertura di terzo set, il maiorchino si fa più aggressivo e avanza ancor più la propria posizione in campo. Ciò gli permette di presentarsi al settimo gioco con tutt’altra convinzione rispetto ai precedenti e, infatti, lo fa suo procurandosi l’allungo decisivo con uno strepitoso passante lungolinea di rovescio. Stefanos si decide finalmente a indossare i panni del top player quando Munar serve per andare al tie-break: aggressivo sulle seconde, un gran passante di dritto e arrivano quattro match point; Jaume non è da meno cancellandone tre con coraggio, ma è troppo irruento sullo smash che gli costa l’incontro.
DI POTENZA (E COME ALTRO?) – Andrey Rublev si impone in cinque set su Taylor Fritz in un match con parecchi vincenti e qualche errore evidente dettato dal ritmo molto alto. Rublev, finalista un anno fa, ha raggiunto il best ranking (n. 31) in febbraio, ma l’infortunio che lo ha fermato per tre mesi gli ha negato la possibilità di confermare i notevoli progressi del 2017 ed è scivolato al 68° posto in classifica, mentre i suoi concittadini Kachanov e Medvedev non hanno smesso di premere sull’acceleratore.
Pienamente recuperata la condizione fisica, affronta il n. 47 ATP che lo ha battuto quest’anno a Indian Wells. Entrambi non hanno paura di prendere rischi e colpiscono con violenza a ogni occasione, anche solo vagamente propizia nel caso di Andrey. Il primo set è appannaggio del russo che al sesto game approfitta di due errori di Taylor per poi chiudere con un vincente dopo aver indovinato la direzione dell’attacco americano. Rublev inizia però a sbagliare e l’inerzia cambia improvvisamente, con il californiano, piedi decisamente in campo per rispondere alle seconde di servizio, che pareggia il conto dei set e sale 2-0 nel terzo per poi vincerlo al tie-break, non prima di aver fatto rientrare l’avversario sbagliando la classica “palla facile”. Fritz prosegue con il suo rendimento costante, mentre il tennis di Rublev è sempre caratterizzato dalle patrie montagne; eppure, nel gioco decisivo, il blackout è di Taylor, che lo replica anche al terzo game del set finale. È bravo Rublev a restare concentrato sui propri turni di servizio e a chiudere, per usare le sue parole, “un match tiratissimo che si è deciso su un paio di punti”.
Risultati:
GRUPPO A
[1] S. Tsitsipas b. [7] J. Munar 4-3(5) 4-3(3) 3-4(4) 4-2
[3] F. Tiafoe b. [6] H. Hurkacz 4-1 4-2 2-4 4-3(10)
GRUPPO B
[5] A. Rublev b. [4] T. Fritz 4-2 1-4 3-4(4) 4-3(2) 4-2
[2] A. de Minaur b. [8/WC] L. Caruana 4-1 4-1 4-2