C’EST FINI – Quasi all’unisono, i siti specializzati francesi annunciano che Emmanuel Planque non è più l’allenatore di Lucas Pouille. Dopo sei anni, la collaborazione tra i due si interrompe “di comune accordo”. Sotto la guida del coach parigino, già al fianco di Michael Llodra e Fabrice Santoro, sono stati costanti i progressi di Lucas che all’inizio del 2013 si trovava oltre il 400° posto della classifica; poi, l’ingresso nei primi cento nel corso del 2015 fino al best ranking (n. 10 ATP) nel marzo di quest’anno, conseguenza diretta di un febbraio strepitoso che gli è valso il titolo a Montpellier (con Tsonga che si infortuna in semifinale a match “quasi vinto”) e le finali a Marsiglia e Dubai.
PUNTI PESANTI NON PERVENUTI – Al momento del best ranking, tuttavia, il ventiquattrenne francese aveva già incassato l’eliminazione al primo turno dell’Australian Open per mano di Ruben Bemelmans, n. 117. E non si è trattato di un episodio isolato perché le cose non sono andate molto meglio negli altri tre appuntamenti Slam: fra il terzo turno di Parigi (sconfitto da Karen Khachanov) e di New York (Joao Sousa), c’è stata l’uscita al secondo match contro l’austriaco Dennis Novak che, grazie a quel successo, ha raggiunto il suo picco in classifica, il n. 130. Nei Masters 1000, i risultati sono stati anche peggiori, con cinque sconfitte all’esordio e due sole vittorie contro Seppi e Murray, non certo nel loro periodo di massimo splendore. Inoltre, mai una volta in stagione ha battuto un avversario meglio classificato; per finire, non poteva mancare un infortunio che lo ha tenuto fuori un mese tra settembre e ottobre. Di sicuro, non le prestazioni attese da un top ten che, infatti, conclude l’anno in 32a posizione – il primo che fa registrare un (netto) peggioramento in classifica – passando da re di Francia a numero quattro dietro a Gasquet, Monfils e Simon. Per quanto il motivo della separazione non sia stato comunicato, questi risultati forniscono almeno un indizio.
COPPA DAVIS – La separazione dal coach arriva a due settimane dalla finale di Lille contro la Croazia. Ammesso che Pouille venga effettivamente schierato, non ci sarà quindi Planque a dargli ulteriore supporto come era successo un anno fa nel rubber decisivo contro Steve Darcis; un supporto, peraltro, probabilmente meno determinante delle condizioni del belga il cui gomito era… beh, lo “Squalo” non ha più giocato un match da allora. Ancora non ci sono ancora notizie sul successore di Planque. E attendiamo anche buone nuove da Steve.
KONTA FINO A TRE (IN DUE ANNI) – Superato il periodo di prova alla Kremlin Cup, Dimitri Zavialoff, il primo allenatore di Stan Wawrinka, viene confermato nel ruolo di coach da Johanna Konta che in quel di Mosca ha raggiunto le semifinali. Come Pouille, la ventisettenne britannica ha provato l’ebbrezza effimera della top ten (lei addirittura n. 4 WTA nel 2017) per poi venire catapultata fuori dalle prime trenta al termine di una stagione iniziata al nono posto del ranking, con il divorzio da Michael Joyce come inevitabile conseguenza. Tuttavia, al contrario di Lucas, monogamo dalla maggiore età, Johanna è al quarto coach dal 2016, quando interruppe il rapporto con Esteban Carril, sostituito da Wim Fissette. Il 2019 ci dirà quanto produttiva sarà la nuova collaborazione con il francese Zavialoff, il cui curriculum WTA vanta già la top ten ottenuta da Timea Bacsinszky, ma che non finiremo mai di ringraziare per aver fatto diventare monomane il rovescio di Stan.