Brutta partita, buona vittoria per Zverev
[1] N. Djokovic b. [8] J. Isner 6-4 6-3 (da Londra, il nostro inviato)
Nel suo match d’esordio alle ATP Finals, il numero uno del mondo Novak Djokovic si è trovato di fronte ben due record per questo torneo. John Isner, infatti, è il più anziano debuttante a un Masters di fine anno dai tempi di Andres Gimeno (35 anni nel 1972, alla terza edizione), ed è in assoluto il più alto che si sia mai qualificato, con i suoi 2 metri e 8 centimetri. Precedenti, 8-2 per Nole.
In avvio non si gioca nei game di servizio del serbo, mentre “Long John” fa una fatica bestiale nei suoi. Palla break annullata nel primo e nel terzo game, il quinto è quello fatale, con il break per Djokovic, come sempre fenomenale nel rispondere alle bordate dello statunitense. Isner, peraltro, non se la cava affatto male anche negli scambi un minimo prolungati, specialmente quando ha la possibilità di scatenare il drittone. Ma con un tipo come Nole non basta, la reazione al break subìto si concretizza solo nel trascinare ai vantaggi per la prima volta Djokovic sulla sua battuta. Nel settimo game, risposta da applausi del “Djoker”, dritto vincente in allungo su una prima esterna oltre i 210 kmh. Qualche buona cosa fatta vedere anche da Isner, la partita per quanto scarna (come tutte quelle che vedono protagonista John) non delude. “Robonole” appare in fase muro di gomma, respinge al mittente qualsiasi missile, e si permette anche qualche tocco ben piazzato, come un ottimo drop-shot. Ancora costretto ai vantaggi Isner mentre serve per salvare il set sul 3-5, arriva il set-point, cancellato da un ace all’incrocio. Altre due bastonate imprendibili, e sono tre ace di fila, portano John sul 4-5, ma insidiare la battuta avversaria è un bel problema per lui stasera. Senza alcun problema, Djokovic tiene a zero, 6-4, parziale mai in discussione. “Mi piace questa superficie, prende bene le rotazioni, sei costretto a fare fatica e a lavorare molto con i piedi. Ma se servi bene, ti premia. probabilmente è per questo che in molti la considerano difficile“, analizza Novak.
Nel secondo set, la musica non cambia. Si vedono anche scambi da applausi, Isner ce la mette tutta, regge bene fino al 3-3, poi arriva un altro break per Djokovic, e la serata può dirsi conclusa. D’altronde, se servi a 220 e ti ritorna nei piedi, c’è poco da fare. “Mi ha fatto un ‘mazzo’ così, dal’inizio alla fine. Ero sfavorito, e sono stato battuto nettamente. Ritornava tutto, è certamente il ribattitore più forte che io abbia mai affrontato“, ammette Isner. Dal 4-3 al 5-3 è un attimo, l’impressione è che psicologicamente lo statunitense abbia un po’ mollato, e lo si può capire. Con il gran passante che gli dà il secondo break Djokovic chiude una partita senza sbavature. Visti all’opera tutti i protagonisti di Londra dopo questo match, il serbo appare francamente strafavorito, a meno di colpi di scena davvero difficili da prevedere. E per come sta giocando, se lo merita senz’altro.
“Grazie a tutti, spero vi siate divertiti. Amo Londra, ultimamente ho vinto tanto qui, e la O2 Arena sempre piena anche nei primi turni è bellissima. Ho brekkato John tre volte, il che è una ‘mission impossible’ a volte, ma stasera ero al posto giusto per cogliere le mie opportunità. Come si risponde a uno così? Si sta indietro, e si sceglie un lato dove andare!” è la simpatica conclusione di Nole a fine partita.
Risultati Gruppo Kuerten:
[3] A. Zverev b. [5] M. Cilic 7-6(5) 7-6(1)
[1] N. Djokovic b. [8] J. Isner 6-4 6-3
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